lunedì 28 agosto 2023

Giufà: ovvero chi è veramente lo stupido? E che esempio è stato dato ai bambini siciliani.


 Le fiabe tipiche siciliane ruotano attorno al personaggio di Giufà, in altre parti della Sicilia chiamato Vardiello.

Giufà in pratica era lo scemo del villaggio, non capiva niente, non era obbediente, era un po' ingordo, non sapeva discriminare... E la madre non aveva il tempo e la pazienza di spiegargli niente, di aiutarlo a discernere, a capire un po' meglio. Si occupava solo di arginarlo in qualche modo e di fargli fare quello che voleva lei (ossia di manipolarlo) mentendogli o dandogli indicazioni che lui avrebbe seguito un po' troppo alla lettera. Se poi, per pura e semplice fortuna, Giufà faceva qualcosa di buono, come ritrovare una pentola piena di monete d'oro, la madre gliela faceva sparire e poi architettava uno stratagemma per far sì che nessuno lo prendesse sul serio, sicché lo aveva tempestato di una pioggia di uva passa e fichi secchi. 

Così, quando Giufà decideva di fare causa alla madre, per riavere almeno una parte dei soldi, nello spiegare cosa fosse successo aveva raccontato la sua storia senza senso, di un signor statua che gli aveva fatto avere una pentola di monete d'oro, e quando era successo? Il giorno che piovevano uva passa e fichi secchi.

Ora, queste fiabe danno il senso dell'idea di umorismo in Sicilia: mettere in ridicolo lo stupido, lo scecco (l'asino).

E guarda caso questo somaro è un bambino e chi lo raggira è la madre. E cosa fa la sua brava mamma? Gli ruba i soldi.

Non lo educa, non gli insegna nulla, lo deruba e fa in modo che passi per pazzo in tribunale.

La domanda è: quanta intelligenza c'è nel non educare i proprio figli dipingendogli un mondo fatto di furbi e fessi e tentando di farli ridere raccontandogli la storia di un bambino - come loro - che è completamente scemo e che viene raggirato dagli adulti e in particolare dalla madre?


Chi non ha cura dei propri figli non deve meravigliarsi se poi la società si imbarbarisce e anziché produrre virtù produce, nel migliore dei casi, distacco e indifferenza da parte di chi si è sentito trattare come un Giufà, non essendolo affatto, e nel peggiore dei casi può produrre dei Pietro Maso o altri pazzi più raffinati che creano virus e poi vendono i rimedi ai loro stessi veleni - per esempio...

domenica 16 luglio 2023

Uno sviluppo lieto e surreale...


 Ieri sera mentre andavo al cinema è successa una cosa molto spiacevole: dei giovani tabbozzi si sono messi a imprecare contro una ragazza e le sue amiche, accusandola di essere una ladra. La ragazza stava seduta per i fatti suoi e manco rispondeva, era piuttosto attonita. Una signora straniera ha iniziato a chiedergli in inglese cosa volessero. I tabbozzi si sono presi la briga di spiegarglielo in inglese. La signora non poteva crederci e continuava a chiedergli "How can you say it?"

Quelli continuavano a strillare - in una maniera veramente assurda, violenta, folle e preoccupante - "Scendete! Dovete scendere! Non potete stare qui! Ladre! Tu e le tue amiche!!!"...
Qualche tizia attempata pareva pure approvare...
Mi alzo, e dato che nessun altro lo fa, chiedo scusa alle ragazze da parte dei cavernicoli, che non erano in grado di farlo, e sottolineo che "PER FORTUNA NON SIAMO TUTTI COSì!"
Al che una delle tipe che apprezzava i tabbozzi, non capendo, crede che io abbia parlato in favore dei tabbozzi...
Le spiego che trovo allucinante una scena del genere! Un conto è cogliere una persona sul fatto mentre ruba, un'altra è accusare una sconosciuta, solo perché non è italiana...
E la tipa mi dice: "Ma no, è perché le conoscono!"...

E mi torna in mente il video del sedicente cityangel mentre offriva un lavoro a una ragazza, per allontanarla dal vizio di borseggiare, ragazza che vagamente somigliava a quella che i tabbozzi hanno aggredito - ci somigliava, ma non credo affatto che si trattasse della stessa persona.

"Ma cosa conoscono? Ma per quel video assurdo in cui cmq anche lì non c'era nessuna prova??? Ma vi rendete conto che il passo successivo è la guerriglia urbana?"

Eh, sì, ammette la tipa, però...
Insisto nel dire che sta roba è incivile e poi scendo.

Anche perché, mettiamo pure che una di quelle ragazze abbia rubato una o più volte, che si sia cioè trattato proprio di loro... questo esclude la possibilità che abbiano cambiato vita?
Ma cosa siamo tornati nel medioevo? Con la differenza che lì nel villaggio si conoscevano tutti, qui siamo milioni in una città, ci sono un sacco di persone che si somigliano, e te magari le aggredisci sulla base di uno stupido video messo su instagram da una bestia?.... non ho parole...

Il film che sono andava a vedere per fortuna mi ha rincuorata. Dopo una fila infinita, a film quasi iniziato, entro.
Una storia strampalatissima, surreale, tutti matti - A letto con Sartre.
In pratica ci sono delle spece di mafiosetti, che trasportano merci, ogni tanto gambizzano o ammazzano i rivali e il capo di questi che vuole diventare un poeta per conquistare una cassiera del supermercato. Un altro suo scagnozzo che dovrebbe andare a recuperare dei prestiti a strozzo, ma poi si innamora della moglie del debitore, che nel frattempo era morto in maniera assurda durante una lite domestica. Quindi nasconde il cadavere. Ma poi altri rivali - attori che recitavano in coppia con la sua bella - insidiano la sua amata. E lui se ne libera a suo modo.
Altri due scagnozzi organizzano la festa per il diciottesimo della figlia del boss, ma per farlo usano i metodi soliti della mala, perché le ragazzine non sono dell'idea, oppure offrono soldi - uno dei due legge libri di crescita spirituale sul pensiero positivo che interpreta a modo suo, tra uno strozzamento e l'altro...

Alla fine sto film scapestrato finisce a suo modo bene. Gli angoletti da Grand Guignol sono caricaturali, di plastilina...
E tutti trovano il loro lieto fine.
E ballano.

Il boss impara a scrivere una poesie decente e comprensibile, ma non le scrive più per la cassiera. Lo scagnozzo conquista la sua amata.
La festa si fa.

E questa cosa m'ha fatto pensare che si può sempre cambiare nella vita, che niente ti obbliga a ripetere le stesse cose.
Il ché forse è in generale il senso del cinema.

Tornata a casa, ho scritto un pezzetto di racconto:

"nella mia famiglia i problemi si risolvevano con l'isteria. a esser precisi questo avveniva nella famiglia di mia madre.

in quella di mio padre si risolvevano con una furia marziale da vichinghi.

mio padre giocando a fare il bucaniere tirò giù la credenza del soggiorno, sul tavolo buono, rischiando di ammazzare i presenti e mettendosi in salvo con un salto al grido di "si salvi chi puòòòò!!!"...

ero sempre molto fiera di questo racconto, mi fa morire dal ridere tuttora. ogni volta che lo sentivo pensavo: è proprio il mio papà!
purtroppo però giunse implacabile la vendetta del nonno dio thor, che lo rincorse attorno ad un tavolino fino a quando il babbo cadde, si ruppe una gamba e il dio Thor si disse soddisfatto. era severo e implacabile, ma non sanguinario e spietato. era cmq un dio thor siculo, ossia africa del nord, e il caldo, si sa, tende a rammollire e intenerire.
per fortuna!

a casa di mia madre la più piccola cosa diventava una tragedia: "miiiiiiizica! 'a tuvagghia lurdaaaasti! na malapianta cuttivai!...' e giù botte! niente fratture, ma abboffate di ceffoni a piene mani (tra parentesi: per futili motivi), quelle sì."



Adesso voglio uno sviluppo più lieto e surreale...

sabato 15 luglio 2023

basta con la questione "gender" e le relative polemiche... pietà! :'(


 La nuova "appassionante" querelle di fb - che spero stia scemando - è quella sulla nuova miss Olanda (seguità, ahimé a ruota da quella delle atlete trans...).

Fantastico argomento divisivo e distrattivo da problemi ben più importanti e di sostanza.
Da una parte non capisco perché stare a discutere su una cosa inutile, superficiale e abbastanza maschilista come un concorso di bellezza... Poi se ai giudici piacciono più i trans che le donne, saranno anche affari loro, no? Buona a sapersi per chi li frequenta, una se fa du' conti e poi...
Ovviamente è una forzatura, ed è stata creata appositamente per far discutere. Così si riporta l'attenzione su una cosa prescindibile come i concorsi di bellezza e si rilancia la diatriba (pointless & endless) sulla faccenda gender.
In ogni caso l'orientamento sessuale non è contagioso e rispetto ai bambini può giusto portare a non vergognarsi della propria scelta i futuri lgbtq che cmq un giorno o l'altro diventeranno tali - come in fondo è sempre successo, ci sono un sacco di esempi di gay, travestiti, etc nella storia passata, donne che indossando abiti maschili hanno sposato altre donne, etc...

D'altra parte la famiglia tradizionale continuerà sempre e comunque ad esistere, perché ci saranno sempre persone attratte dal sesso opposto. Magari, più che altro, potrebbe essere un'occasione per migliorarla e far in modo che sia fondata esclusivamente sul rispetto e sull'amore, più che sulla convenzione, la facciata rispettabile, o magari, tristemente, la gerarchia oppure una sorta di rifugio.

E poi magari si potrebbero fare dei concorsi appositi, a parte, e anche delle gare sportive specifiche per trans, per evitare paragoni inutili, competizioni (sfasate), o discussioni spiacevoli. Anche perché nessuno troverebbe normale che un atleta normodotato, anche non molto prestante, gareggiasse tra gli atleti paralimpici, no?

Insomma, perché si deve sempre trasformare tutto in una questione di fazioni e di competizione tra chi è nel giusto e chi no?

Trovo spiacevoli alcune foto che qualcuno ha messo per schernire la nuova miss Olanda e i trans in generale, mostrando uomini attempati che non hanno nemmeno fatto nessuna operazione o cura ormonale e semplicemente indossavano bikini, producendo un effetto estetico abbastanza sgradevole. Ci sono ex-uomini che sembrano veramente donne, e magari non hanno né i denti sporgenti, né le orecchie a sventola - che però alcune donne, cmq, hanno... vedi la Wendy di Shining (vedi foto)...

Non vedo la ragione di mostrare tutto questo disprezzo mascherato da umorismo (discutibile e di basso livello).
Un genio mi ha levata dai contatti fb per un commento in cui mi limitavo dire che non condividevo l'atteggiamento di disprezzo, senza fargli nessuna critica personale... (codetta di paglia, eh?... ma soprattutto evviva la tolleranza e la capacità dialettica!...)

Per altro la condizione dei trans non è certo una passeggiata di piacere, quindi magari un po' di umana comprensione...

L'orientamento sessuale non è una scelta razionale: ti piace quello che ti piace. Non ci si può forzare in un verso o nell'altro, non si può cambiare l'attrazione a piacimento e non si fa da esempio, positivo o negativo, a nessuno.

Difatti tutti gli lgbtq+ sono nati da una coppia etero, eppure...

mercoledì 28 giugno 2023

Nessuno può toglierti il dolore che ti sei scelto.


Ognuno è responsabile, in prima persona, senza deleghe, della scelta tra luce, tenebra o penombra. 

Tutti abbiamo le gambette metafisiche per spostarci da una situazione all’altra.


I vampiri, secondo tutti i racconti, non entrano mai nella casa delle loro vittime (e non vi affondano i denti nel collo) senza il permesso (attraverso seduzione o inganno o impietosimento). Chiaramente i vampiri sono una metafora, sono parassiti energetici - a volte parassiti avvoltoi, quando aspettano che qualcuno (magari un coniuge) muoia per poter ereditare.


Aiutati che il ciel t’aiuta.


Chi ha qualcosa da offrire non ha bisogno di usare stratagemmi di alcun tipo, ha qualcosa di valore da offrire e non ci sono fregature dietro, quindi può proporsi apertamente.


Se non ci si aiuta da sé, continuando invece a procrastinare il giorno del cambiamento (che mai verrà, perché intrapreso per finta, per paura di vivere altrimenti), nessuno può essere d'aiuto, nemmeno con tutta la buona volontà.


Ci si può dispiacere - e ci si dispiace - enormemente, si può dolersi del dolore altrui. Ma non è, e non sarà mai, un buon motivo per farsi tirare giù nelle paludi mefitiche e marcescenti del malessere scelto da un altro come unica possibilità.


Non esistono delle uniche scelte possibili. Se così fosse non esisterebbe nessuna forma di libero arbitrio e in pratica non esisterebbe nessuna dimensione spirituale, saremmo bestie da soma costrette a ripetere.


L’albero genealogico offre sia risorse, o sfide, che trappole e tranelli.


Crescere ritrovando se stessi - liberi da condizionamenti e ruoli imposti dall’albero genealogico - è la sola via d’uscita (che per altro apre a un sacco di possibilità diverse e più appaganti).


Uscire dal regno del giudizio arido e superficiale (improntato su valori altrettanto aridi ed esteriori), che porta alcuni a mentire o a nascondersi dietro maschere, potrebbe essere un buon inizio: smettere di recitare e di cercare di ottenere tutto in cambio di nulla (nulla di buono, di cattivo ce n'è, a iosa...).

mercoledì 21 giugno 2023

Ronsenkranz e Guildenstern… SOLO SANA VERITA’!

 Quando studiavo all’università - esperimento azzardato, iscrivermi a lettere dopo il liceo artistico, in aggiunta al periodo più incasinato della mia vita - mi colpivano molto le lezioni di Estatica*, di un docente che si chiamava Scaramuzza, era molto magro, vecchio stile e vecchio stampo, coi baffetti e il pizzetto, gli mancavano solo il pince-nez e l’orologio da taschino. Diceva cose molto interessanti e ci aveva dato dei testi molto belli da leggere, come “L’estetica del brutto”, di Rosenkranz, che diceva cose bislacche, ma divertenti, sul piacere che può dare il brutto sotto forma di rudere, vedere un rudere di un brutto palazzo ci dà piacere perché possiamo vedere una cosa brutta distrutta. Allo stesso tempo in quanto rudere la brutta costruzione acquisisce fascino, e nello stesso tempo, una costruzione che anticamente fosse stata bella, sarebbe risultata sia affascinante che brutta, perché mutilata. Etc…


Ad ogni modo di questo corso - per il quale, manco a dirlo, non ho mai dato l’esame, ero troppo in panico da prestazione, volevo fare il meglio, non credevo che sarei riuscita a farlo e finì che diedi un solo esame, storia medievale, con un insoddisfacente (per le mie brame di gloria, di allora) 26… non era la mia facoltà, in effetti, un po’ non avevo le basi, un po’ non avevo la disciplina e un po’ non era esattamente il mio talento, non ero fatta per fare la ricercatrice, lavoro troppo rigoroso (scientista, bleah!) e costrittivo per me. Probabilmente l’avrei fatto solo spinta dall’ammirazione che avevo per le mie zie e in particolare della zia tuttologa, che quest’ammirazione (che era anche affetto, in realtà) non l’ha apprezzata mai, e l’ha presa, anzi, per competizione. Poveretta, quanta scarsa autostima e quanto inutile livore… 

Comunque, dicevo, dell’estetica m’è rimasta quest’idea, che non so se sia stata espressa da qualche studioso, e nel caso da chi, ma che rappresenta una mia convinzione - che poi è anche una convinzione filosofica in generale e pure spirituale - e quest’idea è che la forma, il contenuto e il tramite, non sono cose separate. Sono strettamente interdipendenti - mi riaffiora il ricordo di un corso di scrittura in cui mi dicevano una cosa in qualche modo affine, circa il tramite, il medium usato per proporre un messaggio.

Perciò una forma effimera, rispecchia un contenuto effimero ed entrambi vengono veicolati attraverso un tramite effimero. 

Per esempio.


Tornando alla mia antica ammirazione per la Tuttologa che evidentemente questa ammirazione non la meritava - era nata accidentalmente, in estate, principalmente perché mi raccontava le trame delle opere. Amavo smodatamente chi mi raccontava storie di ogni genere, volevo sposare mio cugino solo perché mi leggeva i fumetti - per fortuna i molti anni di differenza hanno impedito che la questione si ponesse e lui sposò una vicina di casa, in un’altra città, quando io avevo 11 anni.

Dicevo, circa questa ammirazione… mi sono recentemente resa conto di come mi abbia plagiata coltivarla quasi inconsciamente. La Tuttologa era sempre molto critica, inacidita, sarcastica, snob, concentratissima sul far capire agli altri che aveva un gusto superiore, raffinato, anche perché aveva un intelletto superiore e quindi nessuno doveva osare metterla in discussione - manco per dire che la Pausini non è un granché, e nemmeno per dire cose come “ma no, io non ho detto questo e non volevo dire, intendere o fare quello che hai capito te…” perché lei ne sapeva sempre di più!

Ora, non sono mai arrivata ai suoi livelli - per fortuna! - ma la cosa buffa, ironica, quasi tragicomica direi, è che qualche anno fa (non tantissimi) mi scrisse delle mail di fuoco per sostenere che io l’avessi imitata in tutto e che lei non ne poteva più del mio spirito di competizione!

Ora, a parte i complimentoni per l’ego spropositato, non posso fare a meno di notare come lei abbia scelto il liceo linguistico e io quello artistico. Uguali, no? Lei il violino e io (tardi e per pochi anni, purtroppo) il pianoforte. Ma era pur sempre uno strumento musicale, no? Come ho osato?!

E comunque poi ho anche osato cantare, come lei. Che, sì, cantava in un coro classico e per pochi anni, mentre io mi sono dedicata al jazz e continuo. Jazz che all’inizio le piaceva, e a me quindicenne, ancora no. Poi non le piaceva più, più o meno quando ho iniziato a dire che mi piaceva - e non ho mai cambiato idea. Poi mi ha scoraggiata dal tentare di studiarlo seriamente, perché la sua amica X (quasi afona, con evidenti problemi di maladduzione) non l’avevano presa per canto - e te credo! Poi dopo di nuovo il jazz ha ricominciato a piacerle (ultimamente)… così come la carne e magnà (per fortuna, che quando non mangiava era davvero inacidita all’ennesima potenza! Tum! Cor botto proprio!…)

Poi lei s’è laureata in lingue dell’est, io ho osato seguire un corso di lingua e letteratura della seconda lingua che aveva studiato in università, più per la letteratura che per la lingua, ma la prova è schiacciante, volevo farle competizione, ed etc blablablà…

E in realtà, l’unica cosa in cui l’ho veramente, purtroppo, imitata - e penso proprio che mi impegnerò per smettere il più possibile di farlo - è quel cazzo di snobismo, di sfoggio di gusto raffinato, e ‘ste cazzate qua, che poi, fatalmente, si traducono in una scomoda, e pure un po’ scheggiata, scopetta su per il cu’… insomma, un atteggiamento piuttosto rigido e scarsamente friendly.


Ma sarà poi sto male guardarsi le cose mainstream che si guardano tutti? Non dover per forza rimarcare che quella cantante commerciale non è all’altezza del mio gusto? 

E a seguire le varie idiosincrasie che ne conseguono.


E così sto portando alla coscienza qualcosa che ho già iniziato a fare da un po’ - come per esempio quando mi sono decisa a guardarmi tutta la serie di Harry Potter, che avevo snobbato per anni, perché tutti ne parlavano ed era una cazzatella per bambini (tsé!…) l’anno in cui è uscito l’ultimo film al cinema. AHHHHH!!!! Che bello! FA’ NA COSA NORMALE! COME LA FANNO TUTTI!

Ma sai quante volte m’è rimbombata sta frase del cazzo che mi sentivo sempre dire in famiglia:


“Ma se tutti si buttano a mare, che ti butti a mare pure tu?”


Sì! Sì!!! CAZZO, Sì!!!!!!


Basta co’ sta cazzata dell’originalità, che poi non è altro che spirito di disadattamento.


No, per forza. Se quella cosa non mi va di farla, non la faccio. Ma manco può esse’ il contrario, che in fondo vorrei farla, oppure ancora manco lo so, ma la debbo scarta’ a priori perché sennò divento… banale… non di classe ed esclusiva! Non più l’unica che sceglie quella roba di nicchia - tipo una lingua che in pochi si sognano di studiare, per esempio… - per primeggiare più facilmente.


Ma che cazz’è primeggiare? A che cazzo serve?

Te lo scrivono sulla lapide con un encomio del podestà e dei notabili? “Primeggiava, era snob e abbastanza asociale, tanto tanto esclusiva e selettiva…”


Se ne po’ ffa’ a meno?

A ME ME SA DE Sì!


Mi piace scriverlo in quasi “romanesco” perché è il dialetto del “parla come magni”.


YES, WE CAN! I REALLY THINK SO! (Vai ch’inglese, ancora più mainstream! Tiè!)


Ringrazio tanto la Metagenealogia del mio adorato Jodo e le costellazioni per avermi portata a fare queste riflessioni.


E, soprattutto, mi riprometto di restare affascinata dai teatranti, gli originali e dai personaggi bislacchi, SOLO quando entro in un cinema o in un teatro, quando guardo un film… E non nella vita vera.


La vita vera ha bisogno di cose vere e di semplicità.


Il ché per me significa: né snobismo, né conformismo. 


(Né individualismo a tutti i costi, né fare tutto assieme allo stesso modo a tutti i costi).


SOLO SANA VERITA’.


*volevo scrivere "estetica e non estatica, ma lascio il refuso, perché è molto carino. sarebbe bello se esistesse una materia che studia e insegna l'estasi, oppure può trattarsi della disciplina che studia l'estate...

mercoledì 10 maggio 2023

8 SEGNALI DEL FATTO CHE TUA MADRE È NARCISISTA


 Premessa: in generale non sanno cosa sia l'empatia, quelli di seguito sono gli 8 segnali del fatto che tua madre è narcisista:


1) NON LASCIA CHE I FIGLI FACCIANO QUELLO CHE VOGLIONO, vuole che tu faccia quello che vuole lei (e usa anche la manipolazione per ottenerlo) oppure vuole che tu faccia quello che avrebbe voluto fare al tuo posto PERCHE' PER LEI SEI UN'ESTENSIONE DELLA SUA PERSONA E QUELLO CHE FAI DEVE FARLE FARE BELLA FIGURA - salvo poi tenersi per sé i risultati positivi che ottieni in quello che desideri fare veramente. 

2) INDOSSA UNA MASCHERA dà moltissima importanza all'immagine e ha un comportamento diverso in pubblico e in privato coi figli, inoltre è molto incline a criticare gli altri, ma non sé stessa, molto difficilmente si mette in discussione - anche quando commette dei palesi errori.

3) condivide con altri le tue informazioni personali senza il tuo permesso - se le confidi qualcosa nel giro di poco tempo lo dirà proprio a chi desideravi non lo sapesse - in particolar modo se si tratta di qualcosa di intrigante che può farle fare bella figura o renderla interessante agli occhi di chi riceve questa "confessione" o meglio: delazione! in pratica un tradimento totale della tua fiducia... NON RISPETTANO I CONFINI DI RISERVATEZZA DEI FIGLI

4) RINFACCIANO QUELLO CHE HANNO FATTO PER TE PER FARTI SENTIRE IN COLPA - nessuno le ha costrette e soprattutto spesso non era niente di straordinario, oppure era qualcosa da cui hanno magari tratto vantaggio... tipo metterti al mondo, per esempio!...

5) (c.s.) NON RISPETTANO LA PRIVACY (leggono i tuoi diari personali, per esempio) SCELGONO AL TUO POSTO E IN GENERALE NON HANNO RISPETTO

6) TI DICONO CHE TI RICORDI MALE LE COSE O CHE NON RICORDANO quando il contenuto non fa fare loro bella figura e le richiamano a delle responsabilità. In pratica MENTONO E CERCANO DI CONVINCERTI CHE TI RICORDI MALE, oppure forniscono numerose versioni diverse dello stesso fatto.

7) SI METTONO IN COMPETIZIONE CON LE FIGLIE E SI COMPORTANO COME SE FOSSERO RAGAZZINE (o bambine)

8) NON SI PRENDONO RESPONSABILITA', LA COLPA è SEMPRE TUA, SE QUALCUNO TI FA TORTO DIFENDONO CHI TI HA FATTO TORTO PER NON DIFENDERTI, SOPRATTUTTO CON LE FIGLIE FEMMINE (per via della competizione).


CARATTERISTICHE AGGIUNTIVE:

TI SVALUTA O RIDICOLIZZA IN PUBBLICO
SEMBRA CHE GODA A CREARTI SOFFERENZA
EGOISTA E OSTINATA
MANIPOLATORIA
NON ACCETTA UN NO
USA LA FORZA PER INCUTERE TERRORE E OBBEDIENZA
È INFANTILE E VENDICATIVA







domenica 16 aprile 2023

Fare paragoni non è naturale e non serve a niente.


                       
Rothko, esponente della Colorfield painting


Qualche settimana fa una persona che conosco mi ha detto che non era d’accordo sul fatto che fare paragoni con gli altri fosse poco utile, perché fare i paragoni è normale, lo fanno tutti, etc…


Il giorno del sesto compleanno dell’altra figlia di mia madre, ad una festa insolitamente affollata, l’angusta genitrice se n’è venuta fuori dicendo che iniziando ad andare a scuola “la piccola ‘avrebbe bagnato il naso’ alla grande” (che ero io).

Bagnare il naso era un’espressione che lei usava per dire che mi avrebbe surclassata, o meglio ancora, umiliata, prendendo voti molto migliori.

Non è mai successo, nemmeno una volta, in nessuna materia. 

È stata bocciata in prima liceo e allora ha cambiato indirizzo, dopo 2 o 3 anni era di nuovo sotto di 3-4 materie e avrebbero dovuto bocciarla, perché quell’anno erano stati tolti gli esami di riparazione. L’hanno convocata a scuola per cercare una soluzione. La soluzione proposta era di promuoverla a patto che studiasse in estate per fare poi a settembre un piccolo esame informale. 

Non ha voluto.

L'hanno bocciata.

D'altra parte la genitrice le aveva detto una decina di anni prima che lei era migliore a prescindere, quindi… perché impegnarsi?

Io invece non ho mai ripetuto un anno e ho avuto sempre voti abbastanza alti.


L’angusta genitrice diceva di aver fatto quell’affermazione per far sì che ci impegnassimo di più entrambe. Questo perché purtroppo appartiene a quella (troppo) folta schiera di persone che credono che la competizione serva a fare meglio. Quella frase non mi era affatto sembrata uno sprone, ma solo un’offesa in pubblico e la dichiarazione plateale che per lei l’altra sua figlia era migliore e che la preferiva e la lodava a scatola chiusa.

Sull’altro lato del ring genitoriale, per fortuna, mio padre voleva solo che facessi quello che mi piaceva e i voti non gli interessavano molto, non ha mai fatto osservazioni a riguardo, né paragoni - grazie al cielo!

Quindi non ho mai studiato per fare piacere a lei, ma solo per fare piacere a me stessa e solo le materie che mi interessavano veramente, cercando di avere voti decenti anche in quelle che non mi piacevano, solo per non rovinarmi la media. Anche perché al di là dei voti c’erano delle cose per me nuove da conoscere e imparare e mi pareva che quelle fossero più importanti di una serie di numeri o giudizi.

Difatti non credo che siano i voti a renderti migliore, se non mi fosse piaciuto studiare, non sarei riuscita ad avere buoni risultati e mi sarei dedicata ad altro.


Avevo un enorme bisogno di cose belle, cose edificanti, cose che servissero a farmi capire meglio il mondo. Ne avevo bisogno perché la vita famigliare era abbastanza sconfortante e grigia, e le cose belle mi consolavano.


Non credo affatto che fare confronti sia naturale, credo che sia una cosa indotta e che le persone lo facciano, ma soprattutto che diano tanta importanza a questi confronti, perché a suo tempo qualcuno è passato di lì a farle sentire come se avessero qualcosa che non va o qualcosa che manca.

Perché in realtà siamo tutti capaci di fare confronti e di dire: Pinco è più bravo di me in questo, ma io sono più capace in quest’altro, ma in quella cosa Pallino è più (o meno) veloce di me, invece Caio è proprio una schiappa, però ha altre qualità che…Tizio invece è un vero pallone gonfiato, pensa di essere il migliore di tutti e blabblà… Però non è uguale per tutti l’importanza data a questi pensieri. E meno spazio gli dai, meno restano lì attorno a ronzare e a ripeterti che così come sei non vai bene, o al contrario che sei migliore di tutti e quindi devi pavoneggiarti e farti valere.

E così magari rischi anche di fare le cose perché ti piacciono e perché ti nutrono e non perché devi dimostrare di essere migliore di qualcun altro.


Chi è in competizione non condivide le sue risorse con potenziali competitor, e così perde l'occasione di apprendere e arricchirsi attraverso lo scambio e la condivisione. 

Chi è in competizione non vuole critiche costruttive, ma solo sentirsi dire che se fa bene il merito è suo e se non viene apprezzato la colpa è degli altri, che ce l’hanno con lui, magari per invidia o per semplice cattiveria.


Penso che ricevere critiche costruttive sia preferibile, perché mi sembra sia l’unico modo per progredire e trovo naturale farne, ma ho capito… che è meglio se mi faccio gli affari miei. Sono poche le persone che apprezzano veramente un parere sincero, non importa quanto circostanziato, ma sincero.


La maggior parte della gente vuole sentirsi dire che ha ragione e basta. La maggior parte della gente dà ragione agli amici fin tanto che vuol tenerseli amici, a prescindere da quello che pensa veramente.


Poi, a dire il vero, una persona molto intelligente e molto bella, che non vedo più da tanto, tanti anni fa, mi ha fatto notare che facevo un po’ così pure io, a suo parere. Non ricordo l'argomento specifico, in ogni caso ho cercato di tenere a mente quello che mi ha detto e di lasciare il più possibile spazio alle critiche costruttive.


Nello stesso tempo non ci si può accollare i problemi degli altri e se qualcuno ti fraintende e dopo che ti sei spiegato meglio e scusato finge di accettare le scuse, ma poi non è così… beh, il problema non è certo di chi ha cercato di spiegarsi e scusarsi. 


Anche perché là fuori ci sono pure persone che offendono malamente e poi fanno finta di niente… Ecché? Me devo accollà pure quelle? Devo sempre sbattermi per capire tutto io?

Anche no.


Comunque, secondo Jodorosky la competizione, l’invidia e le frustrazioni nascono in famiglia, dalle differenze che purtroppo molti genitori fanno tra i figli - e/o peggio ancora dalle competizioni che alcuni genitori mettono in atto con i figli stessi. E non c’è niente di naturale in questo.

In realtà sono stati fatti diversi studi che dimostrano che la natura spontanea dell’essere umano è caratterizzata dall’empatia - come per gli animali ricoperti di pelo, pensa un po’ (specifico “ricoperti di pelo” perché, che ci piaccia o no, siamo animali anche noi).


Quindi la condivisione, la solidarietà, l’amicizia e l’amore, sono le tendenze naturali degli esseri viventi.


Invidia, gelosie, avversione, odio, competizione, cattiverie, tradimenti e vendette… sono tutti frutti di devianze dallo sviluppo naturale dell’essere umano, prodotti dell’ego ammaccato e ferito. 


Quando riesci a smettere di essere invidioso, competitivo, crudele, traditore e vendicativo, inizi a tornare a te stesso per quello che eri veramente prima che ti storpiassero. 

I tuoi occhi si illuminano e quello che fai diventa puro, spirituale e vero.


Questo, secondo la numerologia, è un anno 7 (2+0+2+3=7), e il 7 è un numero spirituale.


Auguro a tutti un buon e reale ritrovamento del sé - al di là delle belle parole e delle buone intenzioni (che, si sa, lastricano la via per l’inferno e) servono a farci sentire buoni e bravi, ma  contano meno di niente di fronte alla sostanza di ciò che alla fine facciamo.


Anche perché tutto quello che facciamo, dal tessere al coltivare, costruire o riparare, cantare, ballare, suonare, meditare, scrivere, etc… vien bene solo se vien fatto col cuore in accordo con la propria anima.

Se no ci somiglia, ma non è. 

Ci somiglia, ma gli manca qualcosa.




venerdì 17 febbraio 2023

CARDIOPALM FITNESS, lo sport nato dalla dimenticanza... o rintronamento... ( °. °)

Oggi ho inventato una nuova disciplina sportiva: la cardiopalm fitness.

Si fa così: prima cosa bisogna equipaggiarsi nella corretta maniera: niente legghins, scarpe tecniche, fasce per i capelli...
Maglione
Cappotto
Sciarpa e
Borsa.
Poi si decide di fare una passeggiata perché c'è una bella giornata di sole e quindi bisogna sfruttarla: giro in bici e poi parco, quello con la montagnetta da scalare.
Obiettivo finale: panchina su cui leggere al sole, stile intellettuale/anziano/a.
La prima fase della passeggiata in bici viene ultimata.
Però poi, siccome trascinarsi la bici sulla montagnola è una sbatta immane, non trattandosi di mountain-city-bike... La si lascia in una via principale più frequentata (a 2 isolati di distanza più la montagnola e la passeggiata) onde sventare eventuali furti.
Ci si inoltra nel parco.
Si scala la montagnola.
Si trova la panchina.
Ci si siede e... e PORCAVACCA! Il libro è rimasto nello shopper di stoffa nel cestello della bici!
Corsa disperata...






Lungo la corsa disperata si rincrocia l'amena famigliola di nomadi italici in cui il figlio mediano ruggisce garrulo jastime in napoletano al fratello "test'emmerd! figl'e zocc'" - che è sempre carino da fare tra fratelli... - tirandogli manate selvagge a remo col braccio teso. ...il padre invece cerca di attaccare bottone per chiedere offerte di danaro ai passanti, raccontando storie strazianti a chi si ferma...
Ma tu corri, corri, perché adesso al timore che possano comunque farti la bicicletta si unisce il timore che possano fotterti pure il librone arancione di Jodorosky del valore di quasi 20 euri... tanto bello e interessante...
CARDIOPALM INVOLUNTARY FITNESS - 250 bpm @__@
La bici c'è, il libro pure.
Fai un altro giro, più lungo, per tornare a fare la salamandra vespertina evitando l'amena famigliola jastimante.

Conto di farla diventare disciplina olimpionica entro l'anno...

mercoledì 15 febbraio 2023

La vera bellezza è anche spiritualità. E il (finto) green è qualcosa a cui un essere raziocinante e acculturato non dovrebbe abboccare...


 

Le cose belle sono espressioni del divino, sono amore, e senza non si potrebbe vivere.
Basta questo per dare senso alla specie umana.
Se dall'altra parte poteste accannarla con guerre inutili (tutte quelle promosse da avidi mercanti di morte a stelle e strisce col beneplacito delle stelline europee), inquinamento industriale, da una parte e dall'altra mobbing a base di colpevolizzazione sulla Co2 prodotta respirando e vivendo dai comuni cittadini che non dispongono dei miliardi. I miliardi che santificano non solo la Co2, ma anche i Pm10, Pm2.5, ossido e biossido di azoto, monossido di carbonio (che è pure velenoso, oltre che inodore e insapore), ozono (O3), benzene, COV (composti organici volatili); mercurio, metalli pesanti, diossine e furani policlorurati, etc...

E la stanno a menà per la Co2?

Che è ineliminabile - non possiamo smettere di respirare - ma soprattutto è facile da smaltire piantando nuovi alberi e allargando le zone verdi, anziché ridurle.

E c'è chi crede alla balla del green... che, se non è ancora chiaro, è solo un business e un ulteriore strumento di controllo e sanzione dei comportamenti della popolazione meno abbiente.