domenica 27 dicembre 2020

Soul - l'oceano è fatto d'acqua...

Il Natale l'ho sempre odiato, perché il natale alla fin fine è la festa della famiglia mulino bianco o giù di lì, e io non avevo una famiglia mulino bianco. Non si poteva manco definire famiglia. Quindi prima l'ho subito. Poi c'ho combattuto. Poi siccome ho capito che non era possibile perché a natale tutti ti augurano buon natale e sei circondato e non puoi farci niente... Ho iniziato a inventarmi dei modi. Ho scelto e scritto dei racconti di natale alternativi. Ho inventato un presepe pop-art demenziale, popolato di pupazzetti, preferibilmente dell'ikea. E un paio di natali sono anche stata invitata a festeggiare in famiglie che mi hanno adottata per un giorno e mi sono goduta l'esperimento, che fa un po' film ammerigano, dato che da noi non si usa tanto invitare persone che non facciano parte della famiglia. D'altra parte ho anche passato diversi natali da sola, orgogliosamente incazzata perché i battibecchi di natale sono quanto di più banale, insulso e fastidioso... E questo natale ero piuttosto seccata, perché pensavo che non avrei fatto niente. Non mi andava di sciropparmi le ansie e visioni altrui sul covid, le regole deliranti (questo sì, questo no ...e non si capisce mai perché!), i discorsi sulle regole (“le regole vanno rispettate...” - ma magari dipende anche dalle regole...). Alla fine ho fatto un natale quasi normale e mi sono beccata qualche urticante battibecco, anzi, a tratti ho anche partecipato - con gli occhi al cielo (°_°)... Ma in fondo non è stato male. Perché le lucette colorate sono belle anche in questo periodo demme'. Mi hanno messo di buon umore lo stesso, dopo natale, prima vedevo tutto a tinte fosche... soprattutto questo giochetto tra “v'oo faccio fa 'r natale, non v'oo faccio fa, v'oo faccio fa a metà...” Quand'è che si deciderà quel tizio ad andare da un logopedista bravo? Ha una voce tremenda, soffiata, da serpente – tipica delle persone di cui non ci si può fidare! E poi ho visto un film-cartone, genere sul quale ho tolto il veto qualche anno fa, quando un amico molto simpatico e delicato nel modo di porre i suoi ragionamenti, mi ha convinta che era un peccato privarsi del piacere di vedere una storia scritta bene solo perché è un cartone e i cartoni sono cose da bambini. A parte che ce ne sono alcuni che si potrebbero rivedere all'infinito (tipo Nightmare Before Christmas -che è più un'animazione coi pupazzi, ma siam lì), cosa c'è di male a conservare una parte di bambino o bambina dentro di sé? L'importante è non farle prendere il timone del comando – cosa che è più facile rischiare se la si reprime. Ma se invece lo sfoghi, gli dai spazio, gli riconosci i suoi diritti, i suoi spazi, i suoi gusti... Quindi ho visto questo film, Soul, molto toccante e bello – e anche divertente. È la storia di un pianista jazz che non è riuscito a sfondare neanche un po' e che insegna alle media e si vede proporre un impiego fisso nella scuola in cui i suoi ragazzetti suonano in maniera terrificante e inascoltabile. Ma proprio un ex-allievo, ormai cresciuto, gli propone l'opportunità di un ingaggio serio, con una sassofonista famosa. E lì però, a un passo da questo fantastico evento, un piccolo incidente scombina i suoi piani e si ritrova all'altro mondo, sfugge al suo destino e fa un sacco di disastri, avventure, conosce dei saggi fattoni che vivono a metà tra i due mondi e capisce delle cose che erano da sempre sotto i suoi occhi e che non aveva visto mai. Il concerto della sua vita se lo immaginava diverso, la sassofonista importante gli racconta la storia del piccolo pesce che voleva vedere l'oceano e chiede come arrivarci, si sente rispondere “ehy, amico, ci sei già!” e il pescetto obietta “ehy, ma questa è solo acqua! Io voglio l'oceano...” Ma l'oceano è fatto d'acqua. P.S. Sembra uno spoiler ma non lo è, perché c'è molto altro.

martedì 22 dicembre 2020

Old armors

Time of distruction is coming! 
 My dear friends. 
 Everything we had attendend and tended for 
 Is near to explode! 
 Just like our bowels, 
 greedy and gory. 
 Do not be shy, 
 stop sighing, 
 stop to sprout your castle of lies! 
 Be naked and destroy your useless armor. 
 Then you could build your... 

 whatever you love to.

mercoledì 2 dicembre 2020

Alcune piccole cose che si possono fare per l'ambiente, in casa...

Ho pensato di scrivere un post che mi sembra importante in questo momento storico specifico. Ossia: cosa si può fare per l'ambiente?
In casa si possono fare diverse cose: comperare stracci e strofinacci in microfibra. Comportano un doppio vantaggio: economico, perché sono riciclabili ed ecologico, per lo stesso motivo ;) Si possono lavare a 60°, sono colorati e quindi comportano una minore produzione di rifiuti. Un'altra cosa che si può fare è usare detersivi Bio. Non costano molto e funzionano allo stesso modo, alcuni pure meglio. Esempio: Winni's per i piatti - dura mesi. Non irrita le mani, non inquina, è perfetto! Per la lavatrice il sapone di marsiglia liquido, o qualsiasi detergente bio e soprattutto l'ammorbidente Bio. Per i pavimenti alcuni supermercati hanno delle ottime linee ecologiche, per esempio con detergenti per il pavimento al sapone di marsiglia - che sgrassa e non inquina. Poi si possono raccogliere gli avanzi di olio, per esempio per le verdure sottolio, in una bottiglia di plastica e andarle a lasciare presso diversi supermercati, tra i quali Conad e mi pare anche Coop. Poi possiamo risparmiare la luce, spegnere nelle stanze vuote, spegnere il router di notte - così si evitano anche gli scherzi telefonici notturni... Concentrare il numero di lavatrici (spendi meno, inquini meno). Etc... Questo è il bello, di solito quello che è ecologico è anche economico, nonostante i prodotti ecologici possano costare un pochino di più - se ne trovano comunque anche di molto economici nei supermercati e discount. Try it :)

sabato 14 novembre 2020

Ricetta dell'ogni allorquando... "TORTA AL CIOCCOLATO E BANANA VEG"

Allora, questo blogghettino di nicchia piccina picciò, non riproponeva da molto le ricette improvvisate. Eccone un'altra: TORTA AL CIOCCOLATO E BANANA VEG INGREDIENTI: FARINA DI AVENA INTEGRALE LATTE DI RISO (in questo caso ho usato latte di riso un po' passato, stava iniziando a fermantare, ma gli ha dato quel certo non so ché...) CACAO UN POCHINO DI MAIZENA BANANE FRUTTOSIO UNA PUNTICINA DI CUCCHIAINO DI BICARBONATO (COME LIEVITANTE) UN PIZZICHINO DI SALE ROSA DELL'HIMALAYA E nulla, le proporzioni come sempre sono un po' a caso. Dovete ottenere un composto denso, ma non troppo. Mettete prima il cacao, la farina, il fruttosio, schiacciate i grumi con la forchetta e iniziate a versare il latte di riso (orientativamente un bicchierone, più o meno, per una terrina da 22 cm circa, piena solo nel fondo, tipo 3 cm). Poi unite il maizena, aggiungete farina, un pizzichino di sale, la punticina del cucchiaino di bicarbonato e infine unite le banane a pezzi. Assaggiate di tanto in tanto e poi in forno a 200° et voilà! le jeux son fait! (^_^) cottura una mezz'oretta o poco più...

lunedì 7 settembre 2020

Recensione di 3 libri utili per la crescita personale che non ho ancora finito di leggere... Ma sono a buon punto ;)

Mi sono accorta di non aver mai fatto recensioni di libri e dato che sono oberata di libri da leggere e in pratica non ne riesco a finire uno... ho deciso di fare una recensione di libri che non ho finito di leggere - ma sono a buon punto... Il primo è il libro di una simpatica signora inglese, Susan Finden, figlia di un diplomatico (o qualcosa del genere) cresciuta lontana dalla famiglia - che era in india o africa, mentre lei si trovava al college - da cui ha preso il vizio di girovagare di paesino in paesino e col desiderio di avere una famiglia che le desse un senso di accoglimento. E per farlo decide di adottare gatti, un gran numero di gatti. Il libro di intitola "Casper il gatto pendolare" e racconta la storia vera di un gatto ex-randagio che aveva la passione per i viaggi in autobus, su una specifica linea di bus di Plymouth. Da qui la notorietà internazionale e pellegrinaggi di fan smaniosi di conoscerlo. In che modo una storia così buffa, ma tutto sommato semplice - e a quanto pare neanche tanto singolare, dato che l'autrice stessa dedica un capitolo a raccontare le storie di altri gatti viaggiatori, che si erano spinti molto oltre il tour cittadino - insomma perché dovrebbe aiutare la crescita personale? Perché parla di sentimenti puri e onesti, generosi, di solidarietà tra sconosciuti e di cosa sia amare veramente. Susan si reca ogni tot in una colonia felina e raccoglie dei gatti adulti che hanno bisogno di una casa in cui invecchiare o essere curati e se li prende in casa, gli offre le cure mediche, si fa un punto d'onore del restituirli ad eventuali proprietari, caso mai ne spuntassero fuori e gli sta vicino fino all'ultimo. Quindi testimonia un aspetto molto nobile dell'amore: la mancanze di senso del possesso. Secondo libro: Lasciare il passato nel passato, di Francine Shapiro. un libro molto bello che parla di una pratica psicoterapica molto particolare, l'EMDR, che utilizza principi neurobiologici legati ai movimenti oculari e a particolari esercizi per curare i traumi e per modificare le convinzioni negative e perturbanti. Con traumi non si intende solo incidenti o avvenimenti violenti, ma anche traumi emotivi, anche di entità piccola. È un metodo molto profondo e potente, a quanto pare, che aiuta a fare ordine nella mente e a ricollocare ricordi perturbanti per fare in modo che non interferiscano più nella vita presente -e quindi a lasciare il passato nel passato. Pare non sia necessario raccontare i traumi nel dettaglio, ma che ad ogni modo si riesca a superarli e che praticamente tutti i pazienti che hanno seguito fino in fondo il percorso, che richiede da poche sedute a qualche mese o un annetto di terapia, siano riusciti a cominciare una nuova vita non più deformata, costretta e influenzata dalle esperienze passate. Una frase in particolare mi ha colpito di questo saggio: "quanto dolore è necessario prima che si decida di fare qualcosa a riguardo?". L'ultimo libro è un libro di quelle che suonano come ammeriganate esaggerate, tipo "volere è potere" ma parte dallo stesso assunto: cambiando il nostro modo di pensarci e di sentirci possiamo cambiare la nostra vita. Devo dire che spesso mi lascia perplessa, fa veramente effetto "santona ammerigana", ma dice delle cose molto vere. Non è imprescindibile, ma può essere utile. Di Louise Hay: Puoi guarire la tua vita. Contiene veri e propri esercizi e soprattutto degli auto-training. Il messaggio centrale del libro è che se smettiamo di dare la colpa agli altri, o al fatto di non essere abbastanza capaci, etc... ma capiamo che è il nostro atteggiamento mentale e non andar bene e a necessitare di essere cambiato, la nostra vita può migliorare anche radicalmente - in ogni caso anche un miglioramento parziale può avere un gran valore, dopo anni passati a rifare sempre gli stessi errori. Bon, si conclude qui la rubrica improvvisata di recensioni di libri che non ho ancora finito di leggere... ma sono abbastanza a buon punto ;) PS non so se avete notato la maestria nell'impaginazione, eh? È che blogger ha cambiato tutto e io nu lo so usà! nonostante abbia ripristinato (e non so manco come) la vecchia versione... io boh! Cmq.... amen. Questo blogghettino ha sempre fatto dell'irregolarità e della naiffità un vanto! U_u ...e non cambierà certo adesso!... a meno di scoprire un libro che insegna come usare i blog nuovi con un computer vecchio... ( °. °)....

sabato 22 agosto 2020

Poche, semplici, regole...

Allora, mi raccomando, regola numero 1:

Non dovete stringere la mano di nessuno! Perché altrimenti potreste prendere scabbia, lebbra e covid - lo ha detto la tv, il covid è l'unica malattia che dà sintomi respiratori, mal di gola, etc, ma che si prende stringendo le mani altrui!

E dovete lavare ossessivamente le mani con disinfettanti alcolici, abrasivi e urticanti, altrimenti la nonna e il cts chi li sente?!

E non dovete dare confidenza agli sconosciuti e nemmeno a quelli che conoscete, perché il virus si prende parlando all'aperto! - difatti la maggioranza dei contagi è avvenuta a casa, tra famigliari...

Parlare è pericoloso e bisogna smettere di farlo! Al limite potrete imparare il linguaggio dei sordomuti, ma escludendo tutte le parole che implicano contatto con bocca, occhi, naso e viso!

Uscire, soprattutto la sera, è pericoloso perché il virus svolazza ed è in agguato pronto a colpirvi! Non uscite per l'amor diddio e se lo fate mettetevi delle mascherine di stoffa o di carta che vi proteggeranno dal virus e probabilmente anche da un eventuale disastro nucleare...

Ricordatevi che i parchi, il verde, e quello sputino di natura che avete a disposizione in città, sono pericolosi! Difatti li hanno chiusi da marzo a maggio...

Ma la cosa più importante di tutte è: avere paura!

Se non avete paura, il vostro livello di ansia, malumore, irritabilità e aggressività (da sfogare su runner, migranti, ggiovani o quant'altro) non salgono... E le vostre difese non si abbassano!

Non date importanza a come mangiare! Non conta nulla! Ok, Ippocrate aveva detto che il cibo era la prima medicina (o qualcosa del genere)... Ma che ne sapeva lui? Non aveva neanche il microscopio, provette, reagenti chimici... Che significa che i medici debbono fare il giuramento di Ippocrate? Sciocchezze...

Mangiate fritti, dolcetti (tutti i giorni! Più volte al giorno!) lasciate stare frutta e verdure e prendete più farmaci che potete...

Andrà tutto bene!

E magari mettete i guantini di plastica, ieri ho visto una vecchina sul bus con le mani fradice di sudore dentro i guantini, dava una tale idea di sicurezza e salubrità!...

Ultima cosa: usate tanto l'auto. L'inquinamento uccide il covid - quello che è entrato o potrebbe entrare nei vostri polmoni.
Assieme a vostri polmoni.

Ah: l'antartide si sta sciogliendo tutta...

sabato 2 maggio 2020

Quella luce lì, che una volta ce l'avevamo tutti.

Conosco alcune persone, una in particolare, che di questi tempi hanno fatto gli spostamenti di cui avevano bisogno, a prescindere dalle assurde restrizioni, e non hanno subito nessun controllo.
C'è una persona in particolare che è stata graziata magicamente. È una persona molto positiva, praticamente sempre di buon umore e ti mette di buon umore quando ci parli, ha una sua luce interiore.
E come fa, mi sono domandata?
Lei vede sempre il lato positivo e quando si prospetta la possibilità di qualcosa di negativo pensa che se ne occuperà se e quando avverrà e nel caso confida di riuscire a trovare la soluzione.
E le cose le vanno sempre piuttosto bene, è l'unica persona ch'io conosca che è riuscita a ritrovare la bici e farsela ridare dai carabinieri – perché aveva fatto la denuncia. Chi di voi si mette a fare la denuncia per una bici rubata? Nessuno, nessuno crede che potrà riaverla, invece lei lo ha fatto, ci ha creduto, e la bici è tornata casualmente a lei, facendo una passeggiata, bella lunga, in martesana, una sera, quando ancora era consentito.
Ma come è successo questo piccolo miracolo? (che qualche altra volta ho incontrato, in alcune altre persone).
Ho immaginato che nessuno le abbia offuscato o spento la sua luce interiore – quella che grosso modo abbiamo tutti quando nasciamo. Quella luce che ci porta a protendere le labbra verso il latte materno e le braccine verso qualcuno che ci culli. Cosa c'è di più dolce?
E poi mi sono chiesta dove può stare la mia luce: che cosa mi fa stare bene?

Potermi rilassare, non essere ingombrata da pensieri spiacevoli; essere serena e non preoccupata, avere fiducia, non aver motivo di vedere tutto buio.

Quante volte ho visto buio? Mi capitava da piccina, dopo un po' che mi annoiavo ad aspettare nella palestra della mia scuola elementare che qualcuno mi venisse a prendere per portarmi a casa (non ero in punizione, ma sembrava quasi) ed ero talmente stufa di aspettare e senza niente da fare che mi mettevo ad osservare e studiare le mosche e il modo in cui si pulivano le zampette una contro l'altra e i loro mille occhietti allucinati – e ancora non era uscito La Mosca di Cronenberg e nemmeno Paura e Delirio a Las Vegas.
I pomeriggi silenziosi in cui scappavo dalle penniche e guardavo i granelli di polvere danzare tra i raggi di sole che si affacciavano dalla finestra – poetico... però anche cheppalle, eh?!
A me in effetti, invece, piaceva il movimento. Mi piacevano i giochi dei maschi, le pistole, gli inseguimenti, le macchinine. Anche giocare agli spadaccini settecenteschi. Da piccina, molto piccola, in spiaggia conoscevo tutte le cabine del lido, perché le avevo perlustrate tutte e conoscevo tutti. Quando arrivava la zia “Bigginia”, come la chiamavo io, le correvo incontro a braccia aperte.
Sono alcuni decenni che sto cercando di recuperare questa cosa – e questo periodo non mi è di molto aiuto... (o forse non ancora, bisogna dare tempo al tempo...)

Quindi com'è fatta questa luce, o sorgente interiore?

È confortevole, è mobile, non è statica, non è soggetta a coazione a ripetere, non si preoccupa, si occupa di quello che c'è, quando c'è o ci sarà.

Ah: e non ha pregiudizi, non è prevenuta. Non cerca di incasellare quello che incontra in cose già viste e conosciute.

Ma devo ancora ritrovare la strada per arrivarci.

È come oro liquido, non è stravagante, ma è viva ed è un ponte di collegamento con gli altri, non una manifestazione di ego separatista, un qualcosa che dice “io sono speciale”.

Respirare è una gran cosa e ora come ora c'è poco di cui essere più grati.
La libertà è una gran cosa, e si spera di riaverla tutta presto, per il momento bisogna accontentarsi di quella che c'è.

Avere un tetto, da mangiare, da conoscere e imparare, avere stupendi mici... mica ce ne rendiamo conto di quanto siamo fortunati, tante volte.

giovedì 30 aprile 2020

This is not a record, and this is not a record that you already know...



You do not know me
because you don't even see me
You project on me the image
of everything you want most 
and everything you fear most;
the image - not the substance -of everything you admire and everything you despise
and it depends on: whim, mood and desires of the moment.

You see me as mannequin, a handyman robot.
A robot that must give caresses, kisses, courage, comfort ...But this is a robot that does not do all its duty!
Cannot be used as it should be:
for releasing:
unpleasent emotions and body fluids and all kind of stresses...
A robot that rebels and claims to have a soul and who wants you to respect this soul! 

What an impudent robot!
A robot that wants to be equal ... AH AH AH!
Equal to you, you who are so superior and who already know everything.
Everything about what you care about 

and you certainly don't care about the feelings of a stupid robot!
Disobedient and useless robot!
Now it's time to take a stick and break it, 

this stupid little robot, 
hit, hit! harder, and harder! like this! 
KILL IT!!!

So, now... you need another robot to be amused...


And this, 
unfortunatly, 
is the quality of your heart when it is dominated by demons.


I vagiti degli adulti.




Le facoltà di pensiero e le capacità cognitive in generale cosa sono? Strumenti che ti consentono di riordinare i pensieri e di comprendere meglio quello che succede dentro di noi e attorno a noi.
Le conoscenze di altri, che prima di noi si sono interessati agli stessi temi, possono essere utili.
Secondo l'Ayurveda la conoscenza dei testi classici è una terapia e in generale la conoscenza è fonte di felicità.
Poco più che 22enne ero in psicoterapia da un paio di anni e ad un certo punto ho avuto un moto di ribellione (si chiama resistenza) verso il processo analitico e dicevo quindi (e lo pensavo) che “non volevo capire tutto quello che facevo, come e perché lo facevo, perché farlo avrebbe ridotto la mia spontaneità e la mia capacità di essere creativa” – e ne ero veramente convinta.
Ma sono andata avanti con la psicoterapia e poco tempo dopo ho scoperto che era vero esattamente il contrario, perché quella che io credevo fosse spontaneità era solo un insieme di condizionamenti che si erano automatizzati e di cui non ero consapevole.

Un paio di anni dopo, finito il percorso di psicoterapia, mi sono trovata a fare l'esame di ammissione in civica di teatro, con una prova piuttosto creativa, ideata e realizzata in un'oretta, che fu piuttosto apprezzata.
E qualche anno dopo aver iniziato a studiare la musica un po' più seriamente, finalmente... sono riuscita a fare qualcosa che desideravo da quanto ero alta poco più di un metro, avevo 6 anni e volevo fare la pianista: sono riuscita a scrivere i primi pezzi.

La conoscenza e la consapevolezza sono grandi risorse, ma finché non ne possiedi nemmeno un po' non lo sai, e quando incominci ad averne un po' ti rendi conto di quanta altra conoscenza e consapevolezza ti servirebbero, e magari ti senti un po' smarrito... Ma è normale all'inizio di un viaggio – ma anche ad un quarto, tre quarti e metà - succede sempre, e non è un male. È come quando non ci si piace più musicalmente: è un momento di crescita – o almeno offre una spinta per cambiare. Perché le cose vive cambiano.

Perché temevo di capirmi “troppo”? Perché avevo paura di essere me stessa per davvero, responsabile di quello che facevo e che a quel punto tutto dipendesse da me, non da qualcosa che era più forte di me.

Le fisime, i difetti caratteriali, i capricci, sono come copertine di Linus da cui non ci va di separarci.
Vivremmo meglio senza, ma ci toccherebbe riscoprire chi siamo veramente e di vedere meglio chi sono e come sono gli altri, soprattutto quelli a cui ci avviciniamo di più, che altrimenti vedremmo attraverso la lente deformante del pregiudizio, ossia: mi ricorda mia madre, mio padre, mi sorella, mi cusci', 'r fijo daa portinara, etc...

E tu chi sei veramente?
Secondo R.D.Laing la comunicazione in famiglia ha potere ipnotico, soprattutto nelle famiglie disfunzionali, e quindi noi diventiamo quello che ci hanno detto di essere: dei disastri, dei teppisti, dei pigri, degli incapaci oppure dei disonesti, etc... etc...

I modi in cui si esprimono gli attaccamenti ai nostri difetti sono i vagiti degli adulti.

Per esempio lamentarsi – pratica molto diffusa, chi ne è esente? Non io, anche se conto di cambiare metodica espressiva, con me stessa e con gli altri e di solito quando mi pongo seriamente un obiettivo che riguarda me stessa, ciò che io posso fare, lo raggiungo, o almeno mi ci avvicino. 
Anche far le vittime è un modo di lamentarsi, ma più contenuto e laconico (basta che gli altri non sappiano bene cos'è successo veramente).
Un altro vagito può essere prendersela con gli altri quando qualcosa va storto e non voler vedere le proprie responsabilità.

Oppure... tentare di usare la manipolazione, attraverso comportamenti passivo-aggressivi, spesso tramite le provocazioni.
La manipolazione, le provocazioni, la comunicazioni trasversali, sono tutte delle modalità di non-relazione, perché: il dialogo diretto, aperto, rispettoso e onesto è il centro della relazione.
Se non c'è quello non c'è la relazione, ma solo una persona che cerca di raggirarne un'altra e va avanti fino a quando le viene consentito di farlo o fino a quando recita abbastanza bene da risultare credibile. Quando non riesce più, al limite, cerca di affondare la lama - pensando che non ci sia più niente da perdere, ma c'è sempre qualcosa da perdere. 
Per esempio l'anima.

Ci sono cose che possiamo ottenere, perché sono lecite e sono in nostro potere (come cambiare noi stessi) e cose che non lo sono e tocca accettarlo.

Questo è un momento in cui imparare ad accettare, oltre che cambiare, è fondamentale.

Ho cominciato ad accettare per prima cosa il virus, in questo periodo. Mi sono detta: dato che l'80% dei casi è asintomatico e i pipistrelli lo ospitano senza problemi, perché non posso farlo anche io?
Virus, io ti ospito e ti chiedo di ricambiarmi il favore evitando di nuocermi.

E il virus mi ha ricambiato il favore - ed è molto più di quanto possa dire di qualcun altro.


Ma per essere onesti è necessario saper dire la verità a se stessi.

“Sii la rivoluzione che vuoi vedere nel mondo”, era Gandhi a dirlo, no?
Poi lo diceva anche Terzani, mi pare.

La felicità è un diritto e io mi auguro che tutte le creature senzienti possano godere della felicità e delle cause della felicità, che stanno nel rispetto dei diritti naturali propri e degli altri.

Accettare i maltrattamenti equivale a dire “io non mi merito di essere felice e di essere amato”, così come calpestare i diritti di un altro significa la stessa cosa con l'aggiunta della frase “e se vuoi stare vicino a me, devi lasciarti calpestare”.

Accetto che io posso cambiare solo me stessa e che ognuno cambierà quando e se lo riterrà. Ma spero che un giorno il cambiamento costruttivo avvenga, per tutti.

Desidero che i maltrattamenti finiscano, ogni genere di maltrattamento.
E vorrei che finissero adesso.

E mi auguro che tutte le creature senzienti possano godere della felicità e delle cause della felicità.



Ho riordinato alla mia maniera disordinata, ma... ognuno ha il suo ordine.


mercoledì 29 aprile 2020

Being easier





Ognuno di noi ha dei diritti naturali di nascita. Molto spesso però questi diritti vengono calpestati con motivi o scuse diverse, fin dal primo vagito, e questo ci predispone a lasciare che in seguito i nostri diritti vengano calpestati.

Il primo diritto è quello di essere felici, di stare bene, ma molto spesso ce ne priviamo da soli.

Il secondo diritto è il diritto alla verità, ma molti mentono perché si sentono deboli o mentono a sé stessi per non vedere quello che gli fa paura, perché non l'hanno provato mai. (Come sarà vivere senza bugie, senza ferire e senza essere feriti?)

Il terzo diritto è l'amore, poterlo dare e poterlo ricevere – darlo e basta è troppo; prenderlo e basta fa sì che sia sempre troppo poco.

Il quarto diritto è il rispetto della propria salute e delle proprie emozioni, e non si dovrebbe mai essere costretti a lottare per ottenerlo da chi sostiene di volere il tuo bene (che sia uno stato o qualcuno che dovrebbe amarti, per legame naturale o acquisito).

Il quinto diritto è il diritto all'ascolto e al dialogo, senza quel diritto non esistono le relazioni umane, esistono solo persone che credono di essere furbe e di fartela alle spalle (o addirittura convinte che mentire sia la cosa più saggia da fare).

Questi diritti sono altrettanti doveri.


Il diritto di stare bene viene violato dallo stato, in questo momento, perché per “curarci” ci ha levato la libertà (e quindi la felicità e il benessere) e tutto per non cambiare niente.

Ci mettono davanti un nemico, il virus, e sulla base di questo ci trattano come soldatini.

Il virus non è un vero problema, il vero problema è il non voler cambiare. 

Ma la vita è costante cambiamento e opporsi al cambiamento è come opporsi al calare e al sorgere del sole.




sabato 22 febbraio 2020

Quasi tutti danno per scontato quello che hanno...

Pranzo nella pizzeria del paesello in cui insegno. Mi metto fuori per godermi il sole e a intervalli regolari mi becco: gente che fuma, gente che fa telefonate incazzate, e gente che fuma facendo telefonate incazzate.
Uno in particolare, quello che fuma, fa discorsi da invischiato coi mafiosetti di zona, chiede a uno il pin della sua carta... :O e poi però dice "ci ho provato" e tipo sembra che chieda tempo... O qualcosa del genere, al che non capisco se è.debitore o se è.uno scagnozzo e sta facendo le prove al telefono col boss... Boh?
Cose belle cmq...
Poi esce una buzzica ingrugnata, con lo sguardo torvo, per fumare in compagnia della figlioletta bellissima, che manco chiama per nome, a meno che non l'abbia battezzata col nome: Gioia. Il che mi pare delirante. La sgrida ogni 5 minuti e la minaccia di riportarla a casa per punizione molto prima che finisca la festa dell'amichetto Mattia. Poi rientra e riesce con altre amiche ciospe come lei e dice ad un cognato (o qualcosa del genere) "non dirlo ad alta voce, se no quella torna" riferendosi alla bimba che gioca con altri bambini (l'ha appena richiamata Gioia, mi sa che l'ha chiamata proprio cosi, 'sta criminale!!!)... E niente, cmq... La gente non si pone mai il problema di meritarsi quello che ha. Sei orrenda e hai una bimba bellissima, ma minchia, ma trattala come si deve, no?
No.
Quasi tutti danno per scontato quello che hanno...