Cantante, insegnante di canto, autrice di canzoni, poesie e racconti. Diplomatasi nel 2002 in Scrittura Drammaturgica presso la Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, accede al corso di Canto Jazz della Civica Scuola di Musica Jazz di Milano lo stesso anno e si diploma nel 2006. Tra il 2006 e il 2009 frequenta il corso di Laurea in Jazz presso il Conservatorio verdi di milano dove si laurea il 1° Marzo 2010.
because
you don't even see me You
project on me the image of
everything you want most and
everything you fear most; the
image - not the substance -of everything you admire and everything
you despise
and it depends on: whim, mood and desires of the moment.
You
see me as mannequin, a handyman robot. A
robot that must give caresses, kisses, courage, comfort ...But this
is a robot that does not do all its duty! Cannot
be used as it should be: for
releasing: unpleasent
emotions and body fluids and all kind of stresses... A
robot that rebels and claims to have a soul and who wants you to
respect this soul! What an
impudent robot! A robot that wants to be equal ... AH AH
AH! Equal
to you, you who are so superior and who already know
everything. Everything
about what you care about and you certainly don't care about the
feelings of a stupid robot! Disobedient
and useless robot! Now
it's time to take a stick and break it, this stupid little robot, hit, hit! harder, and harder! like this! KILL IT!!! So,
now... you need another robot to be amused...
And this, unfortunatly, is the quality of your heart when it is dominated by demons.
Le facoltà di pensiero e le capacità
cognitive in generale cosa sono? Strumenti che ti consentono di
riordinare i pensieri e di comprendere meglio quello che succede
dentro di noi e attorno a noi.
Le conoscenze di altri, che prima di
noi si sono interessati agli stessi temi, possono essere utili.
Secondo l'Ayurveda la conoscenza dei
testi classici è una terapia e in generale la conoscenza è fonte di
felicità.
Poco più che 22enne ero in
psicoterapia da un paio di anni e ad un certo punto ho avuto un moto
di ribellione (si chiama resistenza) verso il processo analitico e
dicevo quindi (e lo pensavo) che “non volevo capire tutto quello
che facevo, come e perché lo facevo, perché farlo avrebbe ridotto
la mia spontaneità e la mia capacità di essere creativa” – e ne
ero veramente convinta.
Ma sono andata avanti con la
psicoterapia e poco tempo dopo ho scoperto che era vero esattamente
il contrario, perché quella che io credevo fosse spontaneità era
solo un insieme di condizionamenti che si
erano automatizzati e di cui non ero consapevole.
Un paio di anni dopo, finito il
percorso di psicoterapia, mi sono trovata a fare l'esame di ammissione
in civica di teatro, con una prova piuttosto creativa, ideata e realizzata in un'oretta, che fu
piuttosto apprezzata.
E qualche anno dopo aver iniziato a studiare la
musica un po' più seriamente, finalmente... sono riuscita a fare
qualcosa che desideravo da quanto ero alta poco più di un metro, avevo 6 anni e volevo fare la pianista: sono riuscita a scrivere i
primi pezzi.
La conoscenza e la consapevolezza sono
grandi risorse, ma finché non ne possiedi nemmeno un po' non lo sai,
e quando incominci ad averne un po' ti rendi conto di quanta altra
conoscenza e consapevolezza ti servirebbero, e magari ti senti un po'
smarrito... Ma è normale all'inizio di un viaggio – ma anche ad un
quarto, tre quarti e metà - succede sempre, e non
è un male. È come quando non ci si piace più
musicalmente: è un momento di crescita – o almeno offre una spinta
per cambiare. Perché le cose vive cambiano.
Perché temevo di capirmi “troppo”?
Perché avevo paura di essere me stessa per davvero,
responsabile di quello che facevo e che a quel punto tutto dipendesse
da me, non da qualcosa che era più forte di me.
Le fisime, i difetti caratteriali, i
capricci, sono come copertine di Linus da cui non ci va di separarci.
Vivremmo meglio senza, ma ci
toccherebbe riscoprire chi siamo veramente e di vedere meglio chi
sono e come sono gli altri, soprattutto quelli a cui ci avviciniamo
di più, che altrimenti vedremmo attraverso la lente deformante del
pregiudizio, ossia: mi ricorda mia madre, mio padre, mi sorella, mi
cusci', 'r fijo daa portinara, etc...
E tu chi sei veramente?
Secondo R.D.Laing la comunicazione in
famiglia ha potere ipnotico, soprattutto nelle famiglie
disfunzionali, e quindi noi diventiamo quello che ci hanno detto di
essere: dei disastri, dei teppisti, dei pigri, degli incapaci oppure
dei disonesti, etc... etc...
I modi in cui si esprimono gli
attaccamenti ai nostri difetti sono i vagiti degli adulti.
Per esempio lamentarsi – pratica
molto diffusa, chi ne è esente? Non io, anche se conto di cambiare
metodica espressiva, con me stessa e con gli altri e di solito quando
mi pongo seriamente un obiettivo che riguarda me stessa, ciò che io
posso fare, lo raggiungo, o almeno mi ci avvicino.
Anche far le vittime è un modo di lamentarsi, ma più contenuto e laconico (basta che gli altri non sappiano bene cos'è successo veramente).
Un altro vagito può
essere prendersela con gli altri quando qualcosa va storto e non
voler vedere le proprie responsabilità.
Oppure... tentare di usare la
manipolazione, attraverso comportamenti passivo-aggressivi, spesso
tramite le provocazioni.
La manipolazione, le provocazioni, la comunicazioni trasversali, sono tutte delle modalità di non-relazione, perché: il dialogo diretto, aperto, rispettoso e onesto è il centro della relazione.
Se non c'è quello non c'è la relazione, ma solo una persona che cerca di raggirarne un'altra e va avanti fino a quando le viene consentito di farlo o fino a quando recita abbastanza bene da risultare credibile. Quando non riesce più, al limite, cerca di affondare la lama - pensando che non ci sia più niente da perdere, ma c'è sempre qualcosa da perdere.
Per esempio l'anima.
Ci sono cose che possiamo ottenere, perché
sono lecite e sono in nostro potere (come cambiare noi stessi) e cose
che non lo sono e tocca accettarlo.
Questo è un momento in cui imparare ad
accettare, oltre che cambiare, è fondamentale.
Ho cominciato ad accettare per prima
cosa il virus, in questo periodo. Mi sono detta: dato che l'80% dei
casi è asintomatico e i pipistrelli lo ospitano senza problemi,
perché non posso farlo anche io?
Virus, io ti ospito e ti chiedo di
ricambiarmi il favore evitando di nuocermi.
E il virus mi ha ricambiato il favore - ed è molto più di quanto possa dire di qualcun altro.
Ma per essere onesti è necessario
saper dire la verità a se stessi.
“Sii la rivoluzione che vuoi vedere
nel mondo”, era Gandhi a dirlo, no?
Poi lo diceva anche Terzani, mi pare.
La felicità è un diritto e io mi
auguro che tutte le creature senzienti possano godere della felicità
e delle cause della felicità, che stanno nel rispetto dei diritti
naturali propri e degli altri.
Accettare i maltrattamenti equivale a dire “io non mi merito di essere felice e di
essere amato”, così come calpestare i diritti di un altro
significa la stessa cosa con l'aggiunta della frase “e se vuoi
stare vicino a me, devi lasciarti calpestare”.
Accetto che io posso cambiare solo me
stessa e che ognuno cambierà quando e se lo riterrà. Ma spero che
un giorno il cambiamento costruttivo avvenga, per tutti.
Desidero che i maltrattamenti
finiscano, ogni genere di maltrattamento.
E vorrei che finissero adesso.
E mi auguro che tutte le creature
senzienti possano godere della felicità e delle cause della
felicità.
Ho riordinato alla mia maniera
disordinata, ma... ognuno ha il suo ordine.
Ognuno di noi ha dei diritti naturali di nascita. Molto spesso però questi diritti vengono
calpestati con motivi o scuse diverse, fin dal primo vagito, e questo ci
predispone a lasciare che in seguito i nostri diritti vengano
calpestati.
Il primo diritto è quello di
essere felici, di stare bene, ma molto spesso ce ne priviamo
da soli.
Il secondo diritto è il diritto
alla verità, ma molti mentono perché si sentono deboli o mentono a sé stessi per non vedere quello che gli fa paura, perché non l'hanno provato mai. (Come sarà vivere senza bugie, senza ferire e senza essere
feriti?)
Il terzo diritto è l'amore,
poterlo dare e poterlo ricevere – darlo e basta è troppo; prenderlo e basta fa sì che sia sempre troppo poco.
Il quarto diritto è il rispetto
della propria salute e delle proprie emozioni, e non si dovrebbe mai
essere costretti a lottare per ottenerlo da chi sostiene di volere il
tuo bene (che sia uno stato o qualcuno che dovrebbe amarti, per legame naturale o acquisito).
Il quinto diritto è il diritto
all'ascolto e al dialogo, senza quel diritto non esistono le
relazioni umane, esistono solo persone che credono di essere furbe e
di fartela alle spalle (o addirittura convinte che mentire sia la cosa più saggia da fare).
Questi diritti sono altrettanti doveri.
Il diritto di stare bene viene
violato dallo stato, in questo momento, perché per “curarci” ci
ha levato la libertà (e quindi la felicità e il benessere) e tutto
per non cambiare niente.
Ci mettono davanti un nemico, il virus,
e sulla base di questo ci trattano come soldatini.
Il virus non è un vero problema, il vero
problema è il non voler cambiare.
Ma la vita è costante cambiamento e opporsi al cambiamento è come opporsi
al calare e al sorgere del sole.