giovedì 30 aprile 2020

This is not a record, and this is not a record that you already know...



You do not know me
because you don't even see me
You project on me the image
of everything you want most 
and everything you fear most;
the image - not the substance -of everything you admire and everything you despise
and it depends on: whim, mood and desires of the moment.

You see me as mannequin, a handyman robot.
A robot that must give caresses, kisses, courage, comfort ...But this is a robot that does not do all its duty!
Cannot be used as it should be:
for releasing:
unpleasent emotions and body fluids and all kind of stresses...
A robot that rebels and claims to have a soul and who wants you to respect this soul! 

What an impudent robot!
A robot that wants to be equal ... AH AH AH!
Equal to you, you who are so superior and who already know everything.
Everything about what you care about 

and you certainly don't care about the feelings of a stupid robot!
Disobedient and useless robot!
Now it's time to take a stick and break it, 

this stupid little robot, 
hit, hit! harder, and harder! like this! 
KILL IT!!!

So, now... you need another robot to be amused...


And this, 
unfortunatly, 
is the quality of your heart when it is dominated by demons.


I vagiti degli adulti.




Le facoltà di pensiero e le capacità cognitive in generale cosa sono? Strumenti che ti consentono di riordinare i pensieri e di comprendere meglio quello che succede dentro di noi e attorno a noi.
Le conoscenze di altri, che prima di noi si sono interessati agli stessi temi, possono essere utili.
Secondo l'Ayurveda la conoscenza dei testi classici è una terapia e in generale la conoscenza è fonte di felicità.
Poco più che 22enne ero in psicoterapia da un paio di anni e ad un certo punto ho avuto un moto di ribellione (si chiama resistenza) verso il processo analitico e dicevo quindi (e lo pensavo) che “non volevo capire tutto quello che facevo, come e perché lo facevo, perché farlo avrebbe ridotto la mia spontaneità e la mia capacità di essere creativa” – e ne ero veramente convinta.
Ma sono andata avanti con la psicoterapia e poco tempo dopo ho scoperto che era vero esattamente il contrario, perché quella che io credevo fosse spontaneità era solo un insieme di condizionamenti che si erano automatizzati e di cui non ero consapevole.

Un paio di anni dopo, finito il percorso di psicoterapia, mi sono trovata a fare l'esame di ammissione in civica di teatro, con una prova piuttosto creativa, ideata e realizzata in un'oretta, che fu piuttosto apprezzata.
E qualche anno dopo aver iniziato a studiare la musica un po' più seriamente, finalmente... sono riuscita a fare qualcosa che desideravo da quanto ero alta poco più di un metro, avevo 6 anni e volevo fare la pianista: sono riuscita a scrivere i primi pezzi.

La conoscenza e la consapevolezza sono grandi risorse, ma finché non ne possiedi nemmeno un po' non lo sai, e quando incominci ad averne un po' ti rendi conto di quanta altra conoscenza e consapevolezza ti servirebbero, e magari ti senti un po' smarrito... Ma è normale all'inizio di un viaggio – ma anche ad un quarto, tre quarti e metà - succede sempre, e non è un male. È come quando non ci si piace più musicalmente: è un momento di crescita – o almeno offre una spinta per cambiare. Perché le cose vive cambiano.

Perché temevo di capirmi “troppo”? Perché avevo paura di essere me stessa per davvero, responsabile di quello che facevo e che a quel punto tutto dipendesse da me, non da qualcosa che era più forte di me.

Le fisime, i difetti caratteriali, i capricci, sono come copertine di Linus da cui non ci va di separarci.
Vivremmo meglio senza, ma ci toccherebbe riscoprire chi siamo veramente e di vedere meglio chi sono e come sono gli altri, soprattutto quelli a cui ci avviciniamo di più, che altrimenti vedremmo attraverso la lente deformante del pregiudizio, ossia: mi ricorda mia madre, mio padre, mi sorella, mi cusci', 'r fijo daa portinara, etc...

E tu chi sei veramente?
Secondo R.D.Laing la comunicazione in famiglia ha potere ipnotico, soprattutto nelle famiglie disfunzionali, e quindi noi diventiamo quello che ci hanno detto di essere: dei disastri, dei teppisti, dei pigri, degli incapaci oppure dei disonesti, etc... etc...

I modi in cui si esprimono gli attaccamenti ai nostri difetti sono i vagiti degli adulti.

Per esempio lamentarsi – pratica molto diffusa, chi ne è esente? Non io, anche se conto di cambiare metodica espressiva, con me stessa e con gli altri e di solito quando mi pongo seriamente un obiettivo che riguarda me stessa, ciò che io posso fare, lo raggiungo, o almeno mi ci avvicino. 
Anche far le vittime è un modo di lamentarsi, ma più contenuto e laconico (basta che gli altri non sappiano bene cos'è successo veramente).
Un altro vagito può essere prendersela con gli altri quando qualcosa va storto e non voler vedere le proprie responsabilità.

Oppure... tentare di usare la manipolazione, attraverso comportamenti passivo-aggressivi, spesso tramite le provocazioni.
La manipolazione, le provocazioni, la comunicazioni trasversali, sono tutte delle modalità di non-relazione, perché: il dialogo diretto, aperto, rispettoso e onesto è il centro della relazione.
Se non c'è quello non c'è la relazione, ma solo una persona che cerca di raggirarne un'altra e va avanti fino a quando le viene consentito di farlo o fino a quando recita abbastanza bene da risultare credibile. Quando non riesce più, al limite, cerca di affondare la lama - pensando che non ci sia più niente da perdere, ma c'è sempre qualcosa da perdere. 
Per esempio l'anima.

Ci sono cose che possiamo ottenere, perché sono lecite e sono in nostro potere (come cambiare noi stessi) e cose che non lo sono e tocca accettarlo.

Questo è un momento in cui imparare ad accettare, oltre che cambiare, è fondamentale.

Ho cominciato ad accettare per prima cosa il virus, in questo periodo. Mi sono detta: dato che l'80% dei casi è asintomatico e i pipistrelli lo ospitano senza problemi, perché non posso farlo anche io?
Virus, io ti ospito e ti chiedo di ricambiarmi il favore evitando di nuocermi.

E il virus mi ha ricambiato il favore - ed è molto più di quanto possa dire di qualcun altro.


Ma per essere onesti è necessario saper dire la verità a se stessi.

“Sii la rivoluzione che vuoi vedere nel mondo”, era Gandhi a dirlo, no?
Poi lo diceva anche Terzani, mi pare.

La felicità è un diritto e io mi auguro che tutte le creature senzienti possano godere della felicità e delle cause della felicità, che stanno nel rispetto dei diritti naturali propri e degli altri.

Accettare i maltrattamenti equivale a dire “io non mi merito di essere felice e di essere amato”, così come calpestare i diritti di un altro significa la stessa cosa con l'aggiunta della frase “e se vuoi stare vicino a me, devi lasciarti calpestare”.

Accetto che io posso cambiare solo me stessa e che ognuno cambierà quando e se lo riterrà. Ma spero che un giorno il cambiamento costruttivo avvenga, per tutti.

Desidero che i maltrattamenti finiscano, ogni genere di maltrattamento.
E vorrei che finissero adesso.

E mi auguro che tutte le creature senzienti possano godere della felicità e delle cause della felicità.



Ho riordinato alla mia maniera disordinata, ma... ognuno ha il suo ordine.


mercoledì 29 aprile 2020

Being easier





Ognuno di noi ha dei diritti naturali di nascita. Molto spesso però questi diritti vengono calpestati con motivi o scuse diverse, fin dal primo vagito, e questo ci predispone a lasciare che in seguito i nostri diritti vengano calpestati.

Il primo diritto è quello di essere felici, di stare bene, ma molto spesso ce ne priviamo da soli.

Il secondo diritto è il diritto alla verità, ma molti mentono perché si sentono deboli o mentono a sé stessi per non vedere quello che gli fa paura, perché non l'hanno provato mai. (Come sarà vivere senza bugie, senza ferire e senza essere feriti?)

Il terzo diritto è l'amore, poterlo dare e poterlo ricevere – darlo e basta è troppo; prenderlo e basta fa sì che sia sempre troppo poco.

Il quarto diritto è il rispetto della propria salute e delle proprie emozioni, e non si dovrebbe mai essere costretti a lottare per ottenerlo da chi sostiene di volere il tuo bene (che sia uno stato o qualcuno che dovrebbe amarti, per legame naturale o acquisito).

Il quinto diritto è il diritto all'ascolto e al dialogo, senza quel diritto non esistono le relazioni umane, esistono solo persone che credono di essere furbe e di fartela alle spalle (o addirittura convinte che mentire sia la cosa più saggia da fare).

Questi diritti sono altrettanti doveri.


Il diritto di stare bene viene violato dallo stato, in questo momento, perché per “curarci” ci ha levato la libertà (e quindi la felicità e il benessere) e tutto per non cambiare niente.

Ci mettono davanti un nemico, il virus, e sulla base di questo ci trattano come soldatini.

Il virus non è un vero problema, il vero problema è il non voler cambiare. 

Ma la vita è costante cambiamento e opporsi al cambiamento è come opporsi al calare e al sorgere del sole.