Ultimamente mi angustia questo problema: cosa c'è dopo la morte?
Sarà perché si parla dell'apocalisse maya, sarà perché dei registi sadici fanno film in cui ci marciano sopra, un po' per curarsi la depressione, un po' per vendetta col mondo, un po' per rimpinzare il conto in banca (il che da una parte di per sé gli cura un po' di depressione, ma gli serve anche per pagare il conto degli strizzacervelli...che in alcuni casi, uno in particolare, un certo Lars, non si può dire stian facendo un gran lavoro...)... ma, insomma, vorrei risolvere questo problema... prima di morire.
È
che ho sempre come sentito, più che pensato, che qualcosa dovesse
esserci: reincarnazione, paradiso, purgatorio (l'inferno ero più
incline a escluderlo, salvo casi particolari quali Hitler e alcuni
dentisti macellai che lavorano in quelle catene che lucrano sulla
salute della gente non particolarmente benestante..) oppure non so...
un nirvana, bo? Contemplavo l'ipotesi del nulla, ma in definitiva
propendevo più per paradiso o reincarnazione, fondamentalmente
quelle che mi piacevano di più.
Anche
se... a pensarci bene entrambe avevano dei difetti:
Il
paradiso:
È
un posto meraviglioso, bel clima, bellissimo paesaggio, un posto
diciamo perfetto, ecco, diciamo: paradisiaco...
E tutti sono buoni. E tutto va bene. E cheppalle!, non succede niente!
E tutti sono buoni. E tutto va bene. E cheppalle!, non succede niente!
La
reincarnazione:
Ti
fai il tuo bel percorso di vita che ti serve ad apprendere delle cose
e se impari bene e ti migliori, migliora il tuo karma e poi la
prossima vita sarà migliore, oppure salirai di livello di
difficoltà, come nei video games, ma a fin di bene, oppure avrai una
vita miserrima e ti reincarnerai in uno stercorario!, per
esermpio....
Ma
diavolo ci pensate allo stress di rinascere?!? Di imparare di nuovo
tutto da capo? A parlare, possibilmente pure un'altra lingua, avevi
appena finito di imparare per filo e per segno la lingua precedente e
te ne tocca subito un'altra... e poi camminare, scegliere degli
sport, le prime cotte, le prime delusioni e due di picche vari...
TUTTO DA CAPO!!!
E
siccome c'è la furbata (un po' sospetta, in verità) che delle vite
precedenti non hai memoria (secondo alcuni filosofi o santoni etc..
la perderesti intorno ai primi anni di vita, quando cioè impari a
parlare... diabolico!) insomma, siccome non ti ricordi... con
ogni probabilità rifarai gli stessi errori!
Spaventoso...
Ma
poi, se nella vita successiva dovessi avere un carattere
completamente diverso?... cosa resterebbe a dimostrare che saresti
proprio tu? Cioè se cambi faccia, nazionalità, altezza, peso e
anche carattere... bah!
E
poi mi viene in mente il ciclo naturale, in cui tutto si ricicla, non
si butta via gnonte! (come col maiale) E il verme viene
mangiato da un insetto che viene mangiato da un animale che viene
mangiato da un uomo che quando muore viene mangiato a sua volta dai
vermi e il cerchio si chiude. (...che al mercato mio padre comprò...)
Quindi
forse potremmo essere rondelline di un enorme ingranaggio che
continua ad andare avanti e ci consente di esistere, ma noi non siamo
in realtà. Non abbiamo una vera e propria anima individuale, ne
abbiamo una collettiva -e questa cosa mi sembra di averla sentita
dire da qualche parte.
In
realtà la teoria che mi convince di più -a parte quella del: una
sola possibilità, se la centri bene, se no amen!- quella che mi
convince di più è questa, e armonizza un po' i miei dubbi sul
paradiso e quelli sulla reincarnazione. Ecco, per tornare all'idea
del video gioco: entri nella sala giochi, la vita, nascendo -ovvio-,
inizi a giocare, vai avanti per un pezzo, poi inevitabilmente perdi,
cioè crepi. Se quel gioco non ti ha insegnato abbastanza e sei
rimasto con la voglia di giocare, rinasci, ma ricominci da capo, non
hai mica l'esperienza della volta prima con te. E così fino a che
non cresci e capisci che giocare coi video giochi... è una cosa da
alienati!
Cioè
fino a quando non capisci la futilità dell'esistenza, delle
stagioni, dell'apparenza, la bellezza e la forza che si dissipano con
gli anni, prima o dopo, ma sempre, inesorabilmente; le amicizie, gli
amori, gli odi, le rivalità, che vanno e che vengono e poi si
dimenticano. La procreazione o la coltivazione si sé stessi, a volte
ambo le cose.
Comunque:
una volta ho parlato con mio nonno che è morto prima che nascessi.
E
questa cosa mi aveva sollevato, perché mi aveva tolto un sacco di
dubbi, mi ero detta: ma allora esiste davvero qualcosa! Ecco, posso
smettere di dubitare almeno di questo.
Mi
aveva convinto poco che mi chiedesse di recitargli qualche padre
nostro e ave maria... insomma, ok, lui era cattolico... ma sappiamo
tutti che Cristo non sembra sia realmente esistito, insomma, mancano
le testimonianze storiche e ci sono un sacco di miti identici
precedenti, storicamente, all'anno “zero”.
Però,
insomma, era andata così: avevo conosciuto questa strana tipa
durante una selezione per lavorare nel call center della Tim. Non ci
avevano prese, per fortuna!
La
tipa strana dopo un po' mi dice: quando ho guardato le facce lì in
agenzia interinale ho capito subito che tu eri l'unica normale. Che
detto così fa un po' ridere, ma facendo mente locale alle facce cui
si riferiva, capivo esattamente cosa intendesse. Cioè per esempio
che gli altri prendevano sul serio quei demenziali giochi di ruolo
che ci propinavano per selezionarci.
Ma
andiamo oltre, la tipa strana era comunque piuttosto simpatica, mi
faceva morire dal ridere a volte, un umorismo taglientissimo e
spietato -nonché ineccepibile...
Aveva
poi dei problemi alimentari di bulimia e anoressia alternate, mi
aveva fatto vedere un po' di sue foto in cui era la metà di come la
vedevo e altre in cui era il doppio. Mi spiaceva per questa cosa,
alla fin fine, nonostante i suoi gusti bislacchi -trovava angosciante
il jazz e poi si rilassava ascoltando un tale che vomitava versi
satanici in mezzo a un frastuono di chitarre violentate- beh, era
intelligente, simpatica e mi spiaceva si maltrattasse così...
Bon,
comunque una sera mi propone di fare una seduta spiritica con lei e
il suo fidanzato, perché, dice, hanno uno spirito guida, una
ragazzina a cui era successo non so cosa, un po' dispettosa, ma che
li metteva in comunicazione con altri spiriti.
So
bene che una persona sana si sarebbe cautamente alzata, avrebbe detto
“s'è fatta una certa...” e poi avrebbe aggiunto “magari
un'altra volta...”...
ma
io sono sempre stata fottutamente curiosa!
E
quindi abbiamo provato.
Io
ci ho fatto attenzione più volte, ma non mi è proprio sembrato che
la monetina la spingessero loro, magari a turno... e poi è arrivato
lo spirito di mio nonno, così si è presentato. E ha detto il suo
nome, che lei non conosceva. Mi ha parlato di cose di cui non avevo
parlato con lei, e mi ha chiesto di essere più gentile con mia madre
con cui all'epoca ero perennemente in guerra.
Solo
che poi ha fatto delle anticipazioni che non si sono avverate e che
dubito fortemente si avvereranno...
boh...
In
ogni caso devo risolvere questo problema prima del 21/12/12, per
sicurezza.
Qualcuno
ha delle valide teorie o suggerimenti? (che non comportino tentativi
di suicidio per verificare subito... ;-P)
Ora
pro nobis....
Ciao, se non c'è un'altra vita dopo la morte secondo me ci si sente e si è come prima di esistere . Il problema secondo me è che non accettiamo questo perchè abbiamo (chi più chi meno) un cervello nella scatola cranica e non ammettiamo che si spenga (PENSARE che il cervello si spenga vuol dire che è' ACCESO). Quando sarà il momento ci PENSEREMO .
RispondiEliminainteressante e sensato punto di vista. non risolve il problema, ma grazie. in effetti il cervello è il centro del problema...
Eliminabuon primo maggio :)