Ci dovrebbe essere un modo per abbandonare una famiglia che non va.
La verità è che non è una famiglia disastrata: non è una famiglia.
Una famiglia non è fatta di circoletti esclusivi, di alleanze inossidabili opposte ad equilibri di vetro di zucchero, che non fai in tempo a cercare di metterli su, che si frantumano o si sciolgono.
Una vera famiglia non è fatta di costanti giudizi e sentenze, di punizioni, confronti, differenze e graduatorie.
Ovvio che alcuni legami saranno più profondi e altri meno. Ma nessun legame deve diventare un cilicio, imposto da un clima inquisitorio privo della possibilità di comprendere e accettare.
Non parliamo dei timori di rappresaglie immaginarie, che rasentano la paranoia.
La verità è che ci dovrebbe essere un modo per divorziare da una famiglia che non è una famiglia e di darsi pace, in un modo o nell'altro.
E il vivi e lascia vivere appare un miraggio sempre più lontano con persone che non conoscono la pace, ma solo le proprie ragioni indiscutibili, ragioni che si arrogano la facoltà di leggere nell'altrui pensiero e intenzioni.
"Ragioni" che si arrogano il diritto di dire agli altri cosa devono fare, come lo devono fare, cosa devono pensare, perché "hanno un orecchio migliore del tuo!" e anche "una memoria migliore della tua!" E si lagnano del fatto che l'essere umano non sia interamente razionale. Come se questo pensiero potesse risultare in qualche modo razionale... e come se la razionalità valesse di più:
dei sentimenti,
delle emozioni,
dell'umorismo
e della creatività - che poi entra nelle nostre vite ogni giorno, in tanti piccoli modi diversi, anche solo per risolvere i più piccoli problemi.
Per fortuna l'essere umano non è soltanto razionale! Grazie a dio, non lo è!
E per fortuna non esiste un solo modo giusto di ragionare e un solo modo giusto di vedere le cose.
MA esiste un solo modo giusto di voler bene: lasciando gli altri liberi di essere se stessi, senza finzioni e con fiducia e lealtà.
Ah, e magari contemplando l'ipotesi che la perfezione non è di questo mondo, e tu non fai eccezione, e poi non sarebbe nemmeno auspicabile.
È più facile e appagante additare ogni piccola pecca altrui senza notare minimamente le proprie, la famosa pagliuzza nell'occhio altrui...
Ma non corrisponde al vero e soddisfa solo i fan sfegatati, quelli che amano i pregiudizi e le fazioni. Quelli che trovano grave un comportamento scorretto o irrispettoso solo se lo compie il membro di una squadra avversaria, perché ai compagni di schieramento si perdona tutto, così come agli avversari non si perdona niente.
Tenetevi il vostro pallone e giocate tra di voi.
E tenetevi pure le vostre etichette e giudizi superficiali e di parte.
Nessun commento:
Posta un commento