mercoledì 12 ottobre 2022

Fluire, accettare gli svantaggi e la fatica, evolversi. "Sei sulla strada giusta quando ti ascolti."


 

Trovo molto bello e utile questo contributo di Giorgia Sitta, come sempre. Aggiungerei una cosa che facciamo molta fatica a fare: accettare la nostra esperienza primaria. Accettare di aver avuto dei genitori inadeguati che non ci hanno aiutato a crescere ed evolverci e il dover fare ancora più fatica. Anche di questo Giorgia ha parlato, in un altro video o forse nel suo libro, dice che noi scegliamo quei genitori lì, con quelle difficoltà lì e che dobbiamo ringraziare, perché ci danno modo di svolgere il nostro compito - che sia rimediare a un karma cattivo o altro - e che i loro limiti, che spesso corrispondono a nostri limiti, a volte auto-imposti, sono un modo per renderci più pazienti, più tenaci, più forti e meno immaturi, anche se loro stessi sono immaturi.

Accettare significa non arrabbiarsi, ma nello stesso tempo non significa arrendersi a questo destino di incompiutezza, di inabilità a superare certi limiti. È solo questione di dare importanza al proprio percorso: vale la pena di fare fatica per andare oltre la collina? Val la pena provarci e dai e dai, di solito ci si riesce. Almeno per il tratto di percorso che possiamo fare in questa vita. Più facciamo in questa vita, meno dovremo fare nella prossima. Perché l'anima, il karma, etc... non si accontentano di un no. Continuano a sottoporti un determinato tema fino a quando non lo affronti e lo superi.

martedì 4 ottobre 2022

Music is internal and external listening...


 Dopo due anni di emergenza sanitaria - o più che altro di grave crisi del sistema sanitario e dell'istituzione democratica - ci troviamo alle prese con il pericolo concreto della guerra nucleare, che nel frattempo viene affiancato dal pericolo della distruzione dello stato di diritto civile e dei diritti naturali dell'essere umano.

Quando si è in emergenza i bisogni passano da un livello più elevato, spirituale o intellettuale, a un livello più basso, basilare: mangiare, dormire, respirare - anzi, sopravvivere, al respirare molti hanno rinunciato per 2 anni e alcuni continuano a rinunciarci.
Quindi si va verso l'ipersensibilità a tutto quello che metta in discussione quelle tre cose e a una desensibilizzazione rispetto ad altre necessità, meno materiali, e soprattutto rispetto all'empatia.
Si perde l'ascolto, interno ed esterno.
Non ascolto e non guardo il nemico per quello che è - un altro essere umano come me, che come me cerca di evitare il dolore - lo vedo solo come una minaccia e non vedo e non ascolto altro.
Quindi molti ridono di chi brucia le bollette e non li ascolta: gente che già prima faceva fatica ad arrivare alla fine del mese e che si ritrova 300 euro di bolletta del gas solo per aver usato i fornelli e aver fatto la doccia tiepida, senza aver mai acceso i riscaldamenti. Ma se a me arrivano bollette meno esagerate, magari me ne frego. Penso solo che fanno teatro. Insinuo che magari, visto che sono meridionali, fanno un sacco di lavoro in nero o anche peggio.
Bisognerebbe ricordarsi di Brecht, già citato più volte, tanto da svuotarlo quasi di contenuto, ma non c'è niente di più vero: quello che succede a chi mi sta attorno mi riguarda, perché prima o poi succederà a me. Se sono indifferente, non ascolto il dolore e la difficoltà dell'altro, nessuno ascolterà il mio dolore e la mia difficoltà.
In questo momento non c'è nulla di cui abbiamo più bisogno se non di ascolto ed empatia.
Altrimenti non ne usciremo.
O più che altro: non ne usciremo bene.
La musica è ascolto: interno ed esterno.
L'arte in generale si occupa di questo - ossia l'attività più calpestata dai lockdown, dalla guerra e/o dai regimi autoritari, guarda caso...
L'ascolto è un'arte.

Ps La mancanza di ascolto caratterizza tutte le famiglie e le relazioni disfunzionali. Imparando ad ascoltare e ascoltarci di più saremmo molto più felici...