Cantante, insegnante di canto, autrice di canzoni, poesie e racconti. Diplomatasi nel 2002 in Scrittura Drammaturgica presso la Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, accede al corso di Canto Jazz della Civica Scuola di Musica Jazz di Milano lo stesso anno e si diploma nel 2006. Tra il 2006 e il 2009 frequenta il corso di Laurea in Jazz presso il Conservatorio verdi di milano dove si laurea il 1° Marzo 2010.
bella la sera dopo il pranzo natalizio: ti senti come un pitone.
come un pitone aspetto di digerire i manicaretti della nonna (con
aggiunta torta salata mia... panettone... caffé... ammazzacaffé...)...
ovviamente, volente o nolente, ogni volta che sto da mia nonna
approfitto per proseguire lo studio sullo stato (increscioso) della
televisione itaGliana d'oggi...
ci sono un mare di canali che fanno praticamente solo pubblicità tutto il giorno.
e sono alternati: su alcuni fanno pubblicità di tutte le varie porcate
che puoi strafogarti per le feste (ma anche l'altri ggiorni): panna, con
mascarpone, con fragole, con pancake strafritti, sciroppo d'acero,
meringa... e una spolveratina di zucchero a velo...;
nel canale seguente invece invece pubblicizzano: le guaine. guaine contenitive di tutti i tipi.
che se ci pensi, gegniale! ti strafoghi e poi ti comprimi le trippe!
oramai hanno abbandonato la politica della macchinetta che manda gli
impulsi, perché non ci casca più nessuno - manco mi madre...
basta co' gli strani aggeggi improbabili per fare addominali, etc...
strizzare, nascondere, comprimere!
c'è la majetta per il finto-culturista, che ti nasconde le "odiose maniglie dell'amore!"
che poi... ma perché odiose? ma se le chiamano maniglie dell'amore?...bo...
e poi ti fa sembrare i pettorali più tonici (co' l'ausilio daa sagasce pressione graduata!)... la tontee (che si legge "tonti"... la maglietta per ton... (^_____^)... )
dopo c'era una tizia che sfilava prima e dopo aver indossato la sua
stupenda pancera-guaina-super-secshy... sotto la sua maglietta tigrata
bianco e nera... - che secondo me il vero problema era la majetta
tigrata, per il resto trippona pareva senza la pancera, trippona tonica
pareva con...
ma comunque è davvero esilarante l'idea in sé!
l'ammissione della sconfitta:
tripponi sete e tripponi rimanete... oh, almeno comprimete, va!...
buon nakele amiciui della tivvù (^_^)
1) le mie capacità attentive sono ai minimi storici, sappiatelo!
quindi se non capisco quello che dite... riprovate settimana prossima e
cmq ricordatemi che non devo mettermi alla guida, ché "la discontinuità
attentiva" è tra le prime cause d'incidenti d'auto... e se lo faccio lo
stesso: baricateve 'n casa! @.@
2) quest'oggi lancio una nuova festività il "women drivers pride", a causa di un tizio, 60enne, che stasera berciava inacidito contro la moglie che tentava di parcheggiare:
—sterza! ma steeerza! diocristo! ma non ci entrerai mai così!...
e io che passavo di lì con la mia biciclettina non ho potuto fare a
meno di tifare per lei contro sto stereotipo odioso della donna che nn
sa guidare: parcheggiare è un'attività irritante e fastidiosa,
inutilmente complicata dalle amministrazioni cittadine! (che di solito
son quasi tutti maschi, in maggioranza)
basterebbe metter SOLO
parcheggi a lisca di pesce e il problema sarebbe bello ché risolto!
invece no... un machismo strisciante insiste su sti parcheggi paralleli
(o a S) o sui parcheggi a pettine, ma fatti in retro però, che fa più
figo...
"ah, uau! sei un vero uomo! come parcheggi magistralmente!... acciuidenti, che mmoscoli!"*
e così ho detto —controsterza....
lei ha controsterzato ed è entrata!
al ché ho esultato: ce l'ha fatta! ah! ah-ah!
e poi ho preso a sghignazzare senza ritegno e l'ho sorpassati...
marito inacidito: 0
women drivers: set, partita, INCONTRO!!!!! EEEEHHHHHHHHH!!!!!
3) le masse rovinano le cose! il mio vegano preferito, quello che
costava meno di tutti, quello che era buonissimo, da quando è stato
preso d'assalto dalle masse, nn solo ha aumentato i prezzi di ben 3 euri
al kg... ma le melanzane erano pure troppo salate!
per fortuna sono ancora gentili e ospitali... ma se ricapita 'sta cosa delle melanzane ce lo dico!
4) -quasi me ne dimenticavo- sta diventando una sorta di piccolo giallo
per me sta cosa dei filippini (credo, o indiani.. nn so, so ccicata e
dopo il crepuscolo i miopi nn vedon più una fava -altro motivo per
mettersi in salvo se per caso mi metto alla guida... - ma perché so' io,
no perché so' femmina, eh?)
insomma, i filippini che fanno le coreografie nelle piazzette o parchi.
perché lo fanno? è una sorta di linguaggio in codice? so' in combutta coll'aGlieni? stanno girando un film?
candid camera?
saranno famosi?
bah!...
se qualcuno lo sa, è pregato di dirmelo. la cosa comincia ad
angustiarmi... cioè... nn lo so perché... però... bo?... umh... nt!...
mettono della musica abbastanza brutta, credo che parte del problema sia questo...
Bene, cari amici e
care amiche dell'ammore, eccoci alla terza puntata della trilogia...
ci siam fatte sospirare un po' in effetti, con questa puntata... -
come d'altronde sono soliti fare i passivi-aggressivi...
Ma eccoci a Sir Mr
Justin The Manfrin.
Fortunatamente
dopo anni e anni di studi di psicologia, meditazione, sessuologia e
filosofie orientali sono lontana anni luce da quel comportamento
umano che tanta sofferenza provoca a ciascuno di noi e che ci porta a
giudicare... giudicare, amici, che brutta cosa! E ad accumulare
magari del livore... magari pure dell'aggressività – più o meno
repressa.
Per fortuna! No,
davvero... perché sennò altrimenti potrei principiare col dire che
Justin The Manfrin era, bo, chessò?... umh... qualcosa come UN
OPPORTUNISTA, SFIGATO, VISCIDO SORCIO DEMMERDA C'AA FACCETTA DA
BELLOCCIO SANTARELLINO!... Ma, ovviamente, non lo farò, perché sono
lontana anni e anni luce... come dicevo...
No, perché la
cosa che mi colpiva di lui... erano gli sguardi. Che cambiavano
repentinamente e nel giro di pochi minuti lo potevi vedere: cucciolo
indifeso, uomo di mondo sprezzante e cinico, fine e acuto
ironizzatore, uomo in crisi sul punto di commettere un gesto
sconsiderato, languido seduttore ammaliato dai tuoi begli occhi, le
tue belle mani, ah!, la voce... e subito dopo un allupato in cerca di
prede a do' cojo cojo... ma alle volte anche quel non so ché del
gran paraculo...
Insomma era come
un caleidoscopio di immagini d'omini de m...
Ma insomma, finché
una persona non la conosci bene... non puoi mai dire... (non con
cognizione di causa... so' solo sensazioni... poi dopo capisci!)...
Vediamo, da dove
cominciamo?
Mr Manfrin
apparteneva alla categoria “no caro amico, non sono convinto, parli
da uomo ferito...”
E cioè la quarta
regola esposta nella puntata precedente alla voce: uomini da evitare
come la peste!
Cioè quelli che
escono da una storia finita male... che fanno le vittime e ti
raccontano come la ex fosse isterica, arida, crudele, ingrata, da
dimenticare!... epperò te ne parlano ad intervalli regolari di 5
minuti per 20-30 minuti buoni...
Negli intervalli
fanno i piacioni...
E tu non
capisci... punto primo: ma per essere uno che sta voltando pagina...
non è un filino ossessionato...? e poi ti dici: oddio, ma che arpia
sarà stata? Ma cosa gli avrà fatto mai?
Vedete, quello che
ci frega a noi è che non abbiamo mai abbastanza stima nel nostro
genere: pensiamo sempre di essere più sveglie, più in gamba, più
ragionevoli delle altre... mentre il più delle volte se una tenta di
avere una relazione per ben 12 mesi con uno e non ci riesce... potrà
mai essere colpa di una sola dei due?
Quello che Justin
teneva a farmi credere era esattamente questo... salvo poi, l'ultima
sera che ci siam visti, una sera importante per me – in teoria
avremmo dovuto festeggiare il mio primo incarico importante, per uno
studio affermato – lui me l'ha devastata solennemente.
Immaginate il
contrario di un festeggiamento. Fatto? Ecco, è esattamente quello
che mi ha offerto quella sera Sir Mr Justin The Manfrin, condito da
racconti inquietanti sulle sue abitudini, apprezzamenti sbracati
rivolti ad una tizia seduta al tavolo di fianco al nostro – che poi
è scappata – e racconti più dettagliati delle sue liti con le sue
ex in cui appariva un po' meno innocente del solito...
Mister Justin The
Manfrin, in questa trilogia rappresenta un importante snodo della mia
evoluzione di donna e sessuologa, amiche e amici.
Perché questa
volta: ...non gliel'ho data!
E non potete
capire quanta soddisfazione mi ha dato non cascarci! - cioè non del
tutto, ci ho perso un sacco di tempo e di pazienza, ma alla fine...
È un happy ending
un po' curioso e sui generis, me ne rendo conto... ma è pur sempre
un happy ending!
E la chiudo qui
per non infierire sul povero Manfrin e gli strani discorsi che mi
fece quando si rese conto che stava arrivando il 2 di picche... i
tripli carpiati pindarici che non ha fatto per far sembrare che fosse
lui a scaricare me e non viceversa... ah!
Commoventi...
Un diamante è per
sempre... ma pure un 2 di picche ben assestato alla persona giusta,
lo è...
Ciao care,
buonanotte e... fate le cattive! ;-*
vostra affezionatissima Dr. Pamelah Urzulah Andress
Mie care (e miei
cari amici gay) quest'oggi mi dedicherò ad un tema più generico, in
attesa della terza puntata della trilogia “Il passivo-aggressivo”.
Quest'oggi
parleremo di: consigli sugli uomini!
Allora,
uno: come avrete
potuto evincere, è fondamentale che sia lui a prendere l'iniziativa,
perché si responsabilizzi un po'.
Uno#bis:
più dovrà darsi da fare per avervi più penserà che in effetti vi
desiderava tanto e quindi mollerà meno facilmente l'osso... e poi in
questi casi è tutta una questione di vasi comunicanti: se siete voi
a fare le difficili non può farlo lui. Viceversa è facile che dopo
un primo periodo di gentilezza cominci a fare il cafone.
Uno#doppiobisbarrato:
se fate le difficili e non attacca, state tranquille: avete scampato
una megasòla!
Due:
dovete sempre credere a quello che un uomo dice di se stesso,
soprattutto a quello che dice circa il suo... carattere e.... ;)
...eccetera! Perché proprio quando vi sembra che scherzi, che
esageri, che non sia possibile... vi sta dicendo delle preziose
verità che in seguito vi torneranno in mente e vi troverete a dire:
ma cazzo! Mi aveva pure avvertita...
Tre:
non fate mai nessun sacrificio per esso, ma al contrario
pretendentene a iosa.
Quattro:
“no caro amico, non sono sicuro parli da uomo ferito...” state
alla larga da quelli che si sono appena mollati!
Cinque:
ad esser sincere con quelli che ne valgono un'anticchia la pena non
servono strategie, ma questi di solito vi cercano loro e non vi
lasciano mai il dubbio su quanto e se siano interessati.
Cinquebis:
fanno eccezione i noiosi che sono certamente perseveranti...
prevedibilmente e noiosamente perseveranti. Mostratevi cortesi e
gelide, funziona sempre! ;)
Bene cari amici! Ed eccoci alla puntata speciale per la festa della mamma! Quindi eccoci alla seconda puntata della trilogia: passivi-aggressivi.
Johnny Bothleft.
Bene, ma veniamo –
a fatica e grazie a strani utensili come manette di pelo, cinghie e
cose così, che tanto lui amava...- a Johnny Bothleft... il nostro
amico ambidestro... in inglese ambidestro non si dice così, ma mi
piaceva maccheronizzarlo perché era di origini italiane...
Bothleft era un
tipo veramente brillante, lo avevo conosciuto in un'agenzia finanziaria, lo vedevo
sempre dietro lo sportello: veramente un tipo brillante, mi faceva
morire dal ridere e mi scriveva spesso delle mail molto divertenti,
che esulavano l'argomento lavorativo... finché... ecco... sì... mi
ha fatto capire di essere interessato... però non prendeva mai
l'iniziativa. Non capivo: sarà riservato? Insicuro? Eppure è così
brillante! Magari non gli piaccio abbastanza oppure è impegnato...
No, mi ero informata, con una collega, era libero da più di un anno.
Ah! Ci sono! - mi
dico – Ehssì! Sarà ancora ferito per come è finita... avrà il cuoricino spezzato poverino...
Però aspetta un
momento!... ci sono già cascata in una cosa così ed è finita
male... no, no!
Cercai di fare la
preziosa, ma quello continuava a provocare, scherzosamente, ma senza
prendere l'iniziativa e a un certo punto mi disse cose come: bisogna
avere il coraggio di prendersi quello che si vuole, se lo si desidera
veramente! Bisogna saper rischiare...
E io... sì,
cioè... non mi sentivo una vera cuor di leone, anche se a volte
secondo me mi ero esposta troppo e avrei fatto meglio a fare a
meno... e poi mi dissi: sì, ok... ha ragione... e perché non lo fa
lui? Perché non lo mostra lui tutto 'sto coraggio?
Ma poi alla fine
mi lasciai prendere dallo spirito della sfida! Evidentemente, lui era stato più
bravo di me a giocar le sue carte...
E quindi gli
chiesi distrattamente se fosse impegnato nel week end.
Mi disse di sì,
accidenti! Il sabato... ma magari poteva liberarsi... No, risposi, ho un
invito ad una festa, per sabato...
E quindi ci
vedemmo di domenica.
Una domenica
uggiosa e umida.
Mi vestii un po'
carina... un po' troppo. Lui invece, che di solito era elegante pure
più del dovuto, era abbigliato in maniera sportiva... Vabbé, feci finta di nulla.
Vabbé, non
facciamola lunga, Bothleft, fondamentalmente era ambidestro e me lo
confessò subito, ma solo dopo il primo bacio.
Il ché non fu la
prima sorpresa, la prima sorpresa fu la sua bassezza (quella fisica...) dall'alto del bancone
dello sportello, non l'avrei detto... ecco perché non si alzava mai
e faceva di tutto per non spostarsi e farsi passare le carte e il
resto dai colleghi...
Bothleft ci teneva
tanto al corteggiamento... cioè ad essere corteggiato: lui: sempre!
Inoltre non voleva
legami – eh sai, dopo tutti quegli anni di relazione simbiotica
soffocante con quella donna così poco alla sua altezza, così
insicura, così... donna, credo fosse quello il problema principale...
Voleva solo
emozioni, era schiavo delle emozioni – come un novello eroino del
decadentismo.
Comunque provai
quest'esperimento della frequentazione senza legami, perché in fondo
nella vita è giusto provare un po' tutto...
Una vera ciofeca! Una schifezza al cubo! Detto tra noi la sconsiglio alquanto, poi ognuno...
Johnny faceva cose delicate
come dirmi nei momenti clou, o alla stazione, quando tornava a casa
-risiedeva fuori città, aveva una graziosa villetta... che
lui detestava, non so bene perché – ecco, in quei momenti carichi di
pathos, con un tono altrettanto carico di pathos: dov'eri prima?
Io ero così presa
dal suo umorismo, intelligenza, cultura, i trascorsi esistenziali
difficili, etc... che manco gli ridevo in faccia quando diceva cose
così.
Eh sì, perché...
- me ne resi conto solo dopo – mi aveva trasformata nella
comprimaria, no, in una delle comprimarie e comprimari, della sua
telenovela personale.
Con lo stesso
pathos mi diceva che gli ero mancata e quanto crudele fossi stata a
non cercarlo (lo cercavo sempre io a dire il vero, ma va be'...) e qui mi diventava a metà tra
il casanovesco, dannunziano e... sì, impreziosiva il tutto con una punta di raffinato
sadismo...
Beh... non
potevamo andare avanti molto a lungo in questo modo, no?
No.
Quindi trovò il
modo di aver una buona scusa per scaricarmi (o forse dovrei dire riqualificarmi)... mi tirò un pacco... e
poi mi scaricò... voi la cogliete la logica in questa sequenza?
Manco io, ma lui era così bravo a parlare!
Talché rimanemmo amici, per un po'...
Nell'ultimo atto
di questo tetro minuetto arrivammo dove probabilmente voleva arrivare
fin dall'inizio: al suo tentativo di trasformarmi in confidente e
consulente dei suoi problemi sentimentali. Voleva che fossi per lui
una sorta di mamma (involontariamente) adottiva...
Tesoro mio,
pensai, forse, se era questo che volevi, avresti fatto meglio a dirlo
dall'inizio, no? Non credi? Certo, meno appagante per il tuo ego,
meno sicuro per il tuo timore di essere giudicato, e meno divertente
per il lato sadico della tua perturbata personalità... ma almeno
avresti ottenuto quello che desideravi.
Sicché così come
lui mi conquistò con modalità da passivo-aggressivo con modalità
parimenti passivo-aggressive feci in modi di scaricarlo e di farlo
uscire dal mio orizzonte per sempre.
Ah, buona festa
della mamma a tutti!
Ps ah, mamme... se
poteste essere meno stronze o psicopatiche coi vostri figli maschi...
magari... così, giusto per non andare incontro all'estinzione della
specie... o non so per solidarietà femminile... vabbé,
macchevvodicaffà?...
Buona sera a tutti, amici e amiche dell'ammore e ben ritrovati! Stasera mi sento molto presentatore di una di quelle trasmissioni imponenti della Rai, di quelle di una volta, in bianco e nero... sarà perché stavolta ci fa da testimonial la Mina, chissà?... Ad ogni modo... è chiaro che come in ogni terapia che si rispetti si procede per associazioni lasciando che il racconto vaghi in maniera libera e non cronologica. Stasera la Dott.ssa Pamelah Urzulah ha deciso di concentrarsi su un tema specifico. Ma... eccola a voi...
Un'altra delle
piaghe dalle quali mi sento di mettere in guardia le giuovani e
insperte fanciulle è:
il passivo-aggressivo.
Sono quelli che ve
la buttano lì, vi stuzzicano, vi cercano, vi tirano le treccine, vi sfruculiano... ma poi non fanno mai la prima mossa
per primi.
E perchémmai?, ti
domandi tu, piccola crocerossina in erba: sarà troppo timido? Sarà
insicuro, oppure contorto... avrà avuto un trauma da piccolo, il ba-bao nell'armadio, oppure qualcosa con
la sua prima fidanzatina alle medie... perché?
Perché è un
paraculo, bimbe belle, oppure un vigliacco... paraculo.
Ma non precorriamo
e diamo avvio alla trilogia: Softballs, Bothleft e Justin.
Softballs, alias
Palle Mosce, apre un doppio capitolo. Lui costituisce un fulgido
esempio di passivo-aggressivo, nel corteggiamento, ma anche nella
relazione in generale, ma è anche la dimostrazione di un postulato
che finalizzai svariati anni or sono, ed è:
non bisogna mai dare una
seconda chance ad un ex... perché non si meritava nemmeno la prima.
Ovviamente fanno
eccezione le storie intense e travagliate interrotte a malincuore di
comune accordo...
Ma Sofballs era
troppo superficiale e, diciamocelo senza ipocrisie, pavido, per una
storia intensa.
Ma tralasciando il
fatto che dopo avermela buttata un po' lì per tutta una vacanza al mare fece
in modo di lasciare a me l'iniziativa dello scambio dei numeri e
della prima chiamata e della prima proposta di far qualcosa – che
colse abbastanza al volo e alla fine della serata non mancò di
prodursi in approccio seduttivo con tanto di bacio alla francese... -
veniamo al sodo.
Softballs era tale
di nome e di fatto.
Continuava a fare
pressione perché consumassimo e io, che per una volta volevo
prendermi un po' di tempo per conoscerlo meglio cercavo di eludere e
rimandare... ma nulla! Alla fine mi arresi.
E lo facemmo.
A casa di un suo
amico, avuta in prestito.
E quando mi fu
sopra dovetti mordermi le labbra, vigorosamente... per l'incredibile
piacere? Vi domanderete voi... No! Non era malaccio, meglio di Bob,
di certo, ma non era difficile...
Per non ridere.
Ehssì, perché un
platch, patlch platch... mi deconcentrava e sconcertava... non mi era
mai capitato... insomma... ecco... che cos'era questo plach?
Come dirlo con
tatto... andate d'intuito...
Ok, erano le palle
di Softballs che penzolavano e nulla... quando stava sopra... e poi
sbattevano... capito come?
Ecco.
Nulla, per il
resto diede mostra di grandissima sensibilità! Penso che solo uno
sciacallo o una carogna potessero vantare più sensibilità di lui,
in ogni sua espressione (passaggi che non starò a menzionare che
manco ne val la pena...) e di fatto mi disse che... avevo fatto tutto
io... e che quindi... cosa mi aspettavo da lui?
Credo fu per
questo (perché lui mica era interessato, eh?), che si ripropose un altro paio di volte negli anni a seguire e
lì fui abbastanza brava da resistergli, salvo poi... lasciarmi
convincere... al terzo tentativo... che era TANTO cambiato...
Però chissà
com'è la frase decisiva: ah, ma allora ci si vede se ti va, fece
sempre in modo che la dicessi io (ma allora sei de coccio, direte voi?
Sì, non posso negarlo...) e nulla... fu la solita pasqua con l'uovo con
dentro la sorpresa di stoppa... - in compenso però deve aver fatto
qualcosa alle palle perché non facevano più plach, non so com'è o
come non è... ad ogni modo... ah! E poi voleva pure che restassimo
amici... a-ah! Ah! Ah! Ah!
Stocazzo! ( >_>)
Ok, dai... per
stasera può bastare.
P.S. Secondo recenti studi psico-statistici pare che, se una s'impegna, a una
certa... impara anche a non cascarci più, però non è facile, è
impegnativo, ma dai e dai...
Pps... oh, poi... io maligno... ma forse, Softballs, quando diceva che era TANTO cambiato... si riferiva solo... alle palle... (*.*) ....
Ma rieccoci, amici dell'ammore e
amiche dell'ammore!!!
Con una nuova rubrica “Ho un
sassolino nella scarpa, ahi!”
a cura della Dott.ssa Pamelah Urzulah Andress... non più Kowalsky.
Ebbene sì, amici dell'ammore, l'ammore, anche nelle migliori
famiglie, prima o poi finisce, tra avvocati sanguisughe, ossa rotte,
auto sfregiate e cose così...
Difatti
questa è una delle prime cose che è importante saper accettare e
metabolizzare: il distacco, il lutto, tesori cari, il lutto.
O
l'eventuale lutto, sì, perché, non ci crederete, ma per cause
misteriose — un pestaggio di notte, in una vietta buia — il Dr Kowalsky
è di nuovo lì che lotta tra la vita e la morte, ma noi del team di
Palo Alto siamo ottimisti... in fondo è successo diverse altre
volte, se supera questa...
Ad
ogni modo, in cosa consiste questa nuova rubrica?
Ebbene,
si tratta semplicemente di una delle nostre avanzate terapie e
tecniche di cura per cuori infranti, quali, in questo momento, è la
stessa Dott.ssa Pamelah Urzulah... (invece il Dr. Kowalsky ha
infranto tutto il resto...)
E
come funziona?
Beh,
possiamo dire che si tratta, di una tecnica catartica, ecco diciamo,
depurativa...
In
pratica si tratta di esternare ed elaborare quei passaggi che non
sono riusciti proprio del tutto digesti... sì, insomma... i
sassolini nella scarpa – ahi!
E
va fatto con tutti gli ex, dal primo all'ultimo.
È
importante per noi che anche i nostri terapeuti sperimentino le
nostre tecniche, all'occorrenza, perché un buon terapeuta deve
conoscere la cura meglio del suo paziente – tipo Freud quando si
faceva le piste di coca o quell'altro che si faceva le pere...
Ma
diamo la parola dalla nostra leggiuadra...
Mah,
allora, da che parte cominciare? Dal principio... ero al college. Per
tutta la scuola primaria mi ero sentita una sorta di brutto
anatroccolo, fino a quando, giunta al college, cambiato taglio di
capelli, messe le lenti a contatto, tolto l'apparecchio per i
denti... mi sono accorta che gli uomini mi guardavano... e che ce
provavano pure!
Ahpperò...
beh, allora... tanto malaccio non debbo essere, mi son detta.
Però
sentivo ancora un po' il bisogno di sentirmi come protetta e
rassicurata... e così mi sono messa con Bob, che era un po' più
grande, io ero al primo anno, lui all'ultimo.
Che
dire... Bob era... alto, aveva gli occhi azzurri, era muscoloso,
forte, il primo negli sports...
Ma
aveva un cervello che pareva una nocciolina. Non avevamo mai molto da
dirci. Io volevo andare alle mostre, alle presentazioni di libri,
caffé letterari, concerti, ballare...
Lui
voleva fare solo una cosa...
E
la faceva pure male.
Dio
bono, io non ero mai stata con nessuno prima... ma sentivo che non
era così che andava fatto!
Per
prima cosa Bob intendeva i preliminari come un qualcosa di rivolto,
solo e unicamente, alla sua persona. La prima volta che cercò di
infilarmi... no, infilarmi non è delicato, diciamo “propinarmi”
quel robone enorme – cercando di convincermi che era perfettamente
normale e che tutti ce l'avevano così... non è affatto vero! Una
delle più vergognose menzogne che mi abbiano rifilato... ne sa
qualcosa il Dr. Kowalsky, tsé! - comunque, fu costretto a praticarmi
del cumnilingus, perché io lo sentivo avvicinarmi e strillavo. Alla
fine non trovando alternative cominciò ad adoprarsi lui per me non
prima di aver bofonchiato qualcosa come: “questo lo dovresti fare
tu a me...”
Ecco,
credo che fu lì che iniziai a pensare che mi sarei dovuta occupare
di sessualità e relazioni sentimentali... perché a nessun altra
giovine sprovveduta, e inesperta come me, capitasse mai più nulla di simile!
Per
il resto lui si inseriva nell'alloggiamento e cominciava con un ritmo
abbastanza lento: tu-tum......... tu-tum..........
Poi
accelerava un po: tu-tum, tu-tum...... tu-tum, tu-tum.....
E
poi sempre di più: tutum-tutum... tutum-tutum...
tutumtutum-tutumtutum-tutumtutum-tutumtutum-tutumtutum-tutumtutum-tutumtutum-tutumtutum...
CIUFF! CIUFF!!!!!
Bob
il treno, io lo chiamavo così con le amiche.
Fu
una storia lunga, tutto sommato, visti i presupposti.
E
durò circa il doppio del suo tempo fisiologico anche perché era il
primo e io non avevo idea di come fare a lasciarlo.
Per
fortuna ad un certo punto capì da sé...
Bob
era un bravo ragazzo, di certo. Ma lasciava molto a desiderare nelle
conversazioni e temo non abbia mai acquisito il basilare concetto di
“variazione di ritmo”.
Ad
ogni modo, tuttoggi, ogni volta che mi trovo in prossimità di una
stazione ferroviaria... ho come uno strano tremito... un brivido
lungo il collo e... e... CIUFF! CIUFF!!!!!
Uò-AHAHAHAHAHAHAHA....
Cavoli,
è vero, fa bene questa roba... ;D AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...
Bene,
cari amici e care amiche dell'ammore, alla prossima con il prossimo
sassolino! ;)
e rieccoci con la tradizionale rubrica (anarchica) di cucina... che un mese c'è e uno può darsi...
con una ricetta nata per caso - magari esiste già e qualcun altro l'ha già brevettata... bo?, io cmq... l'ho scoperta da poco per caso...
crêpes vegane, senza latte, burro... e senza glutine!!!!
allora... le porzioni sono per una persona, poi moltiplicate... cmq fate esperimenti prima, se nn morite avvelenati potete diffondere :)
in un bicchietino mettete metà farina di riso e metà maizena.
poi versate in una ciotolina, aggiungete un paio di cucchiaini di fruttosio, o uno e mezzo,
e riempite il bicchierino per 2/3 (o 3/4 se volete le crêpes belle sottili)
io aggiungo il limone l'arancia grattugiata e a volte l'uvetta perché non le ricopro di nutella, ma potete fare a gusto vostro.
una volta mescolato il tutto lo versate sulla padella molto calda, fate spargere il liquido sulla padella, o usate il cazzillo appositoper le crêpes e alé... uno paio di minuti o poco più da una parte, un paio di minuti dall'altra... vengono un po' gommosine, quindi ricordano la consistenza delle crêpes normali, sono pure più resistenti e un filino più spesse, ma un ottima alternativa.
bon appétit etbonne collation a tout le mond!!! vive la france!!!....
...anche perché del lavoro così com'è
si può dire solo una cosa: andrebbe semplicemente ABOLITO!!!
Il fatto... è che... il lavoro che ti
piace non te lo lasciano fare.
Se vuoi lavorare in un ufficio,
call-center, supermercati, e simili... non c'è problema (a livello
fiscale).
Vuoi fare: il fotografo, musicista,
attore, ballerino, artista, libero professionista sprovvisto di albo
protetto e riconosciuto?
Lo stato ha bisogno dei tre quarti di
quello che guadagni... Oh, ma solo se superi i 5500 lordi annui...
ah, certo, solo se...
e cosa ci fai con meno di 5500 lordi
annui?
N'altro po' e non è manco una paghetta
da adolescente...
Poi spesso cambiano le regole, a
sorpresa. Laurea triennale? Non serve più a niente. Non la puoi
usare per insegnare nelle scuole pubbliche: niente concorsi.
Vedi come viene valorizzato il lavoro (e lo stidio)
in itaGlia?
Vabbé, ma che sarà mai lavorare in un
call-center?
E quando non immaginavo ci ho provato,
più volte. La prima a 27 anni, prima avevo fatto solo la
baby-sitter, imbustato stampe per un'associazione culturale, custode
di una piccola mostra...
Ma cose saltuarie.
Del call-center la cosa peggiore non è
tanto il fatto di dover rompere i coglioni alla gente a casa sua,
magari all'ora di cena, sempre col più o meno chiaro intento di
vendergli qualcosa, truffarli, fotterli, tenerli a forza nell'elenco
abbonati di una rivista... anche quello, ma il problema vero è
l'ambiente di “lavoro” (se si può chiamare lavoro telefonare
ripetendo a macchinetta una serie di proposte e domande).
I capò, nello specifico, sono il
problema! Gente tendenzialmente gretta e ignorante, altre, invece,
semplicemente dei gran frustrati. Una volta m'è capitato un laureato
a pieni voti in matematica, che godeva sadicamente nel farti
subodorare il possibile “non rinnovo” del contratto... e il
piacere con cui me lo disse “non sei nei turni e non sarai nemmeno
nei prossimi perché il contratto è in scadenza e non abbiamo più
bisogno di te!”.
Non gli avevo fatto niente, ma ero
un'altra tacchetta sul suo personale libretto degli operatori che era
riuscito a far mandare a casa convincendo la Cinghialona, ché le
decisioni non le prendeva mica lui, le prendeva questa tizia che era
solita fare irruzione coi suoi zoccoloni (scarpe aperte, mentre noi
eravamo obbligati a mettere scarpe chiuse pure con 40 gradi
all'ombra) e quel tono da SS tragicomica dei poveri “Ragazzi,
però... l'acqua! Ogni tanto, usatela! che non vi fa male!”...
Si divertivano poi a mettere a mille il
riscaldamento in inverno e poi aprire la finestra non appena toglievi
il maglione. Tu rimettevi il maglione e loro richiudevano la
finestra.
In estate idem: aria condizionata in
modalità polo-nord – e tu, sprovveduta, priva di sciarpa e piumino
da montagna!...
Me ne sono lamentata una volta: un mese
dopo, finita l'estate, hanno iniziato a nn darmi più turni...
In un altro call-center decidevano loro
dove dovevi sederti. Se si accorgevano che scambiavi due parole col
vicino/a di posto da quel momento in poi non ti ci lasciavano più
sedere accanto.
In molti call-center non rispettavano
le pause 626 e guai a lamentarsi – difatti fu per quello che il
matematico frustrato mi prese di mira...
E l'arroganza con la quale alcuni
insistevano nel dire che non ce l'avevi il diritto a questa pausa!
Il call-center più civile in cui ho
lavorato era un call-center che rifilava truffe ai poveretti che si
erano già indebitati spropositatamente per fare un acquisto di uno o
più migliaia di euro. Mettiamo che sottoscrivessero una revolving
rateale da 100 euro al mese? Il debito di 1000 euro diventava, alla
fine un debito di 1400, se ben ricordo, perché pagavano tutti i
santi mesi un interesse di una 20-30 euro... ma se sceglievano
rate da 50 il debito poteva direttamente raddoppiare!
Bene, a questi qui proponevamo
un'assicurazione che avrebbe dovuto tutelarli in caso di infortuni,
perdita del lavoro, morte... a me e diverse altre operatrici sono
capitate signore che hanno risposto, magari anche cortesemente, di
non essere interessate perché il marito era morto e l'assicurazione
non aveva coperto un bel niente!
Lì quando non mi hanno rinnovato il
contratto sono stata felice, perché, come dicevo sempre: quel lavoro
mi stava rovinando il karma.
Non parliamo delle selezioni nelle
interinali coi giochini di ruolo... tu cerchi un lavoro e loro ti
chiedono di umiliarti facendo l'imbecille in uno stupido giochino
tramite il quale ti esaminano.
E i test psicologici in generale?
Sempre per lavorare in un
call-center...
Per lavorare in una reception,
soprattutto nelle banche, invece, devi premunirti di paresi facciale,
perché se non sorridi h24 prima o poi qualcuno si lamenterà di te.
E l'abbigliamento richiesto? Mi tieni
in ostaggio 8 preziosissime ore della mia vita ogni giorno... e poi
pretendi pure di dirmi come mi devo vestire?
Di fronte a queste violenze basilari le
molestie sessuali sul lavoro mi paiono pure il meno... o più che
altro: un ovvietà!
Arbeit Macht Frei......
ps ...no, oggi non
ci sono andata a cercare lavoro... facciamo lunedì... o giovedì...
Sul lavoro a
grandi linee sono d'accordo con quello che dice Agosti... non è un
valore, è un disvalore, per come funziona, in questo sistema
capitalistico deprimente e inutilmente stressante.
Non si può
ringraziare chi ti toglie preziose ore di vita, per fare cose
tendenzialmente inutili (basti pensare ai call-center – sì, poi
dipende... ma relavitamente – oppure dannose: gli assicuratori... i
banchieri... la maggior parte degli psichiatri nelle strutture
pubbliche! diobono!... etc...)
Ma è addirittura
demenziale darsi da fare e sperare e tormentarsi (in questi tempi di
crisi) per avere un lavoro: che significa, di norma, dalle 4-5 alle
7-8 ore di cattività caratterizzate da noia, quando va bene, stress
e noia, quando va male...
Ora non è certo
il dolce far niente l'alternativa.
L'alternativa sarebbe fare qualcosa di utile e bello che migliori il mondo, anziché
lasciarlo così com'è o, spesso, concorrere a peggiorarlo.
È che non coltiviamo
"l'umanità", come dote, è questo il problema fondamentale, mi sa...
Quando lavori in
un call-center, o in una reception o in un ufficio, non è che
direttamente tu faccia del male a qualcuno – al massimo gli rompi i
coglioni o non gli offri il servizio che sarebbe previsto o glielo
offri di qualità scadente, con rare eccezioni... - è che fai
qualcosa con l'unico scopo di poterti pagare un affitto e del cibo e
molto poco altro (oramai).
E certo non è
colpa tua.
Ma non puoi manco
metterti a considerare quest'attività un valore e un ideale da
portare avanti e tramutarla in una colpa, nel caso di chi vi si
sottrae (in un modo o nell'altro) o cerca di lavorare il meno
possibile...
Perché non è niente di ché.
Insomma... se qualcuno trova un altro
modo di campare: buon per lui/lei.
Ovvio, purché non sia: uccidere, rubare,
stuprare, spacciare (però anche lì: dipende da cosa...)
Arrivati da una 15ina d'anni nel terzo
millennio d.C., bo?... forse potremmo iniziare a pensare ad altre
forme di attività, di lavoro e di economia.
Le risorse e le tecnologie ci sono, il
cibo non manca (basterebbe distrubuirlo e condividerlo). Sono i carburanti (inquinanti, per di più) che
cominciano a scarseggiare...
Per quello basterebbe investire nelle
fonti rinnovabili, ma non si sa perché non vien fatto seriamente...
(si sa... ma non si sa...)
E il lavoro potrebbe essere qualcosa di
veramente utile, qualcosa che serve a rendere il pianeta meno:
nevrotico, meno disumano, meno violento e guerrafondaio, meno
ingiusto e indegno.
Ma pare che questo non si possa fare.
Non si sa per quale ragione la gente va avanti sul sentiero
esemplificato tanto bene dalla frase di Gino&Michele:
“mangiate merda: milioni di mosche
non possono essersi sbagliate”...
I topolini/cricetini continuano a correre nella ruota e inveiscono contro chi non fa altrettanto!
Le faine ti snobbano, perché sono più abili di te a barcamenarsi (sì, è vero... hai ragione).
Gli squali non guardano in faccia a nessuno - me cojoni...
Aò, a me me piasce 'a scicala... che se poi si fa furba, non è detto che faccia una brutta fine d'inverno...
La scicala accessoriata...
ps cmq domani mi sa che vado a cercare lavoro :'( ...forse... beh, cmq nei prossimi giorni...
Bon! Che dire...? Ma soprattutto: perché dirlo? In fondo tutto è stato già detto e scritto e fatto... noi siamo figli delle stelle figli della luna che ci gira into-o-ornoooo... Vabbé, no, niente... puntata spesciala di San Valentino, a posta per voi, pure se le caselle postali languono - vergognosi cuori infranti e depravati sessuali... non ce l'avete il coraggio di scriverci, eh? E sbagliate U_U ... perché doc l'ove offre un orecchio attento, aperto, disponibile, clinico e scientifico a ognuno di voi, capace di... vabbé... cazzi vostri! Peggio per voi, in pratica... Comunque, un temerario, o meglio il portavoce di un gruppo di coraggiosi amici dell'ammore, ci ha scritto una letterina toccante che abbiamo accolto e commentato con la proverbiale solerzia... poi però è capitata per le mani di Dr. Kowalsky e ha mandato tutto in... va be'... Oh! Io mi occupo solo di scrivere le presentazioni e di riportare, va bene? E qui non è che posso fa' ssempre tutto io, eh? Echecazz'...
Caro Doctor Love,
ti scrivo perché purtroppo ho avuto un
problema con i miei amici del cuore...
Il fatto è che, siccome eravamo un
gruppo di amici molto affiatato, per lo più coppie, e qualche
single, che condividevano tutto, ma proprio tutto... a un certo punto abbiamo deciso: di
fare l'ammore tutti assieme...
Paride ha pensato di filmare l'evento,
per condividere questa nostra esperienza di amore profondo col
mondo... per diffondere quest'ideale di amore totale e libero... e
magari tirar su anche un po' di soldini... perché no?
Però... le cose non sono andate come
pensavamo. Per prima cosa a un certo punto Suellen e Gresia
incominciano a litigare selvaggiamente e a tirarsi i capelli perché
Gresia sostiene che Suellen le frega e le impalla le inquadrature
migliori, perché è invidiosa delle sue tette perfette...
Nel frattempo, approfittando della
confusione, Lucrezio, ne approfitta per possedere Piercarlo e a quel
punto la situazione degenera perché la moglie di Piercarlo, Louis
Veronica, ha una crisi isterica e poi una crisi di panico e poi
inizia a strillare chiamando il marito frocio e dando della troia a
Lucrezio.
E così, mentre Lucrezio continua,
incapace di fermarsi, a penetrare vigorosamente Piercarlo...
Piercarlo matura la risoluzione di mollare quell'isterica della
moglie – anche se poi chiarisce a Lucrezio che lo vede solo come
un'amico... e se per favore può restituirgli il deretano...
Intanto Gresia e Suellen hanno finito
di strapparsi i capelli a vicenda restando completamente calve...
È calato un silenzio di tenebra... che
viene interrotto da un urlo ancestrale di Eupremio che strilla contro
la moglie del vicino: Nooooo! Noooooo!!!! Noooooo!!!!! Sono anni che
ti dico come si fanno i pompini e ancora non hai imparato! Sotchma!
Devi fare più veloce! Più forte! Coi denti, casso, coi denti!!!!
Sei un'essere inutile! Torna al convento dalle orsoline, cretina!...
E quel punto però nel silenzio appena
ripiombato s'ode uno strano mugolio... e a tratti dei versi
striduli...
Dietro al divano, Gualtiero, stava
sverginando il gatto della madre...
Aurora, animalista militante gli si
lancia contro, scagliandogli un candelabro in testa e non centrandolo
solo per puro miracolo... s'è l'è cavata con 20 punti a una
tempia...
E per fortuna non ha fatto caso al
fatto che sua cugina, Guendalina, faceva cose innominabili con
l'alano del padrone di casa e... adesso pare anche che abbia un
ritardo – inteso come ritardo del ciclo, anche se a dir il vero non
che è mai stata una cima, ma comunque...
E in ogni caso la cosa peggiore è
che... tutto il materiale video è andato perduto, perché
quell'imbecille di Paride non è stato capace di schiacciare rec...
A questo punto mi sono ricordato della
vostra rubrica e, insomma, dopo questa incresciosa esperienza, dove
sono emerse tensioni che non immaginavamo affatto, ci chiedevamo...
dove abbiamo sbagliato?
È una questione di posizioni,
prassi... non so? Esiste un galateo dell'orgia?
Attendiamo fiduciosi il vostro
consiglio.
Baci e abbracci,
Prospero.
Ma ecco la pacata, dettagliata e toccante risposta del Doc. Peter Kowalsky:
Guarda... su come potreste recuperare
la vostra intesa... non saprei che dire, sai, è sempre un bel
problema quando si mischia il sesso con l'amicizia...
In ogni caso mi sono fatto un bel
raspone a due mani leggendovi, preceduto, interpuntato e seguito da
grasse risate!
Siete troppo forti!
Dai, non prendetela troppo sul serio...
poi sai, come si dice: si chiude una porta si apre un portone...
questo miniblog autarchico - dove l'unica regola è il capriccio della sottoscritta - ha un solo punto (quasi) fermo: le ricette! (ho saltato pochissimi mesi, devo dire... alla fine pure io sono in qualche modo metodica, ogni tanto...)
e quindi ecco la ricetta di gennaio!
allora, ingredienti:
grano saraceno
acqua
olio
sale
dosi per una persona:
in un bicchierino o tazzina mettete farina di grano saraceno, riempite per metà per una piadina-pancake salato piccola, o tutto per una enorme o due-
versate in una ciolota
poi riempite allo stesso livello il bicchierino con l'acqua.
mettete il sale nel grano e mescolatelo e poi aggiungete l'acqua e un mezzo cucchiaio o un cucchiaio di olio d'oliva extravergine.
mescolate per bene il tutto.
scaldate una padella antiaderente e ci versate il composto, se volete fare un pancake, quindi più spesso, non stendete, se no stendete col cucchiaio o con uno di quegli arnesi che si usano per fare le crêpes
il tutto richiede una decina di minuti. ottima alternativa alle gallette e al pane pieno di glutine e lievito.
il grano saraceno in più a un indice glicemico molto basso.