Ci sono voluti un po' di tentativi, ma alla fine ce l'ho fatta!
Le ricette che avevo trovato eccedevano nel limone, è bastato dosare quello e poi...
È semplicissima da fare, ci vuole solo un frullatore a immersione (minipimer).
ingredienti:
latte di soia
olio di semi di mais
senape
curcuma
limone
sale
Usando un bicchiere come misurino lo riempite per un terzo di latte di soia e poi versate il contenuto nel contenitore che usate come mixer. Poi riempite lo stesso bicchiere per intero di olio di semi di mais, fermandovi un po' prima dell'orlo e lo versate nel mixer. Poi aggiungete la puntina di un cucchiaino di senape, ce ne vuole molto poca, per dare un po' di sapore. Una spruzzata di curcuma, per il colore giallognolo, e poi circa un quarto di limone, cioè circa la metà del succo di mezzo limone (e non un limone intero come avevo trovato in diverse ricette -questo per quanto riguarda le dosi per un barattolo di maionese, se ne fate 4 ne potete usare di più. La maionese di soia, comunque, tende ad andare a male più in fretta della maionese normale, però la finirete più velocemente, perché è molto più leggera).
Per finire un po' di sale.
Dopo aver versato tutti gli ingredienti immergete il minipimer, salendo e scendendo, aiuta a dare consistenza.
Assaggiate, come sempre, prima di considerare l'esperimento riuscito, cosi potete decidere se aggiungere un po' di sale o di limone.
Bon, e buona maionese con poco colesterolo :)
Cantante, insegnante di canto, autrice di canzoni, poesie e racconti. Diplomatasi nel 2002 in Scrittura Drammaturgica presso la Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, accede al corso di Canto Jazz della Civica Scuola di Musica Jazz di Milano lo stesso anno e si diploma nel 2006. Tra il 2006 e il 2009 frequenta il corso di Laurea in Jazz presso il Conservatorio verdi di milano dove si laurea il 1° Marzo 2010.
martedì 11 marzo 2014
sabato 1 marzo 2014
La ragazza che camminava nuda, di notte, a Londra.
Alle
volte penso che sarebbe bello togliere tutta questa fuffa di dosso.
Maschere,
orpelli, finzioni...
E
camminare nudi di notte, come quella ragazza, a Londra, che aveva
appena fatto una telefonata.
Avete
presente com'è quando vi prende una strana, sottile, sensazione
spiacevole. Come un brivido dietro al collo, tra le spalle?
Non
sai bene cosa sia, poi piano piano si fa sempre più frequente, poi
ad un certo punto diventa una cosa che non vedi perché non la vuoi
vedere, hai iniziato a cercare mille piccole giustificazioni, per
mille piccoli atti mancati -altrui- e non riesci a smettere.
Oramai
è diventato come un incontro di arti marziali, perenne ed
estenuante. Colpo, parata, colpo, parata.
Ma
perché non ha...? beh, è
chiaro, sarà perché in questo periodo... scrivigli ancora e vedrai
che...
No,
certo.
Ma
non ha risposto... ma lo
sai che odia i messaggi, risponderà...
E
quella faccia?
È
stanco, su! Perché tutte queste paure?
È
lui, il nostro amore, siamo assieme da nove anni e più, oramai, vuoi
che non ce lo dica se c'è qualcosa che non va?
E se
gli dispiacesse... ma ce
lo direbbe! Dai!
Ma
ad un certo punto la sensazione si fa insopportabile e gli strani segni, da giustificare, sono oramai veramente troppi e...
E
glielo chiede!
Hai
idea di che cosa abbia significato tutto quel tempo di dubbi e
illusioni?
Più
o meno come accorgersi che la vita sta lasciando il tuo corpo, poco
per volta, centimetro per centimetro.
Sarà
la distanza, tutto qui, appena torno... non telefonare! Cosa telefoni
a fare, ci siamo sentiti ieri, smettila!
BASTA!
Basta stai zitta, io adesso telefono e tu stai zitta!...
No,
nulla... cos'ho? ...niente, amore... è che... alle volte mi chiedo
se sta andando tutto bene... e se per caso non staresti... insomma...
mi chiedevo: se vuoi continuare...?
Te
lo avevo detto di non chiederglielo...
STAI
ZITTA!!!...
Segue
un brusio frenetico e concitato, le manca il fiato e non riesce più
a stare ferma.
Scende
in strada e inizia a camminare, non ha neanche chiuso la porta di
casa... e, chiaramente, non ha una meta.
Soffoca,
non può respirare.
Si
leva il fuolard, fa un po' freddo, è sempre un po' umido, a Londra,
soprattutto la sera...
Lo
getta nell'acqua, yaup! Accidenti come ondeggia e poi: affonda. E lo trascina la corrente...
Poi
la giacca, una di quelle sue giacche vintage, che a lui non piacevano
per niente.
Via!
Gli
anelli, la collanina, la camicetta...
Le
scarpe: vuole sentire la terra sotto i piedi, ne ha bisogno... è
quel vuoto nella pancia che...
e
le toglie il fiato!
E
poi le calze...
La
gonna...
Tutto
il resto!
E
non ha niente che tagli con sé -non ha più niente- se no getterebbe via anche i capelli!
E
poi passeggia per un po' così, nuda, come una regina, ché ai londinesi
piacciono le stranezze e ci mettono un po' prima di chiamare
qualcuno: la polizia... un'ambulanza!
Hi,
I'm
the naked maiden,
walking
down
by the London river.
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