lunedì 2 luglio 2012

Il Destino.



Non è una roba originale quella di cui voglio parlare, credo cioè che se ne sia già parlato altrove. Ma è una cosa a cui penso da anni e volevo esporla qui, con parole semplici.
A parte l'intro umoristica presa da Frankestein l'esempio cui volevo far riferimento è quello dell'Edipo.
Frankentein Junior è un esempio virtuoso di felice superamento degli oscuri presagi.
Frankestein Junior va incontro al suo destino e scopre che non è poi così male essere un Frankestein e che il mostro in fondo è un buontempone.

Nell'Edipo abbiamo l'esempio opposto -certo, è 'na traggedia, chiaro....
Il padre di Edipo riceve un vaticinio (o profezia) nefasto: il figlio lo ucciderà e ne prenderà il posto.
Decide quindi, per sfuggire al suo Destino, di allontanare il figlio e di farlo assassinare da un servo.
In questo modo pone le condizioni perché il suo destino si avveri, perché il servo non ha il cuore di uccidere un infante e lo lascia lì. Il neonato viene trovato dal servo di un altro re e quindi adottato e cresciuto in un altra famiglia.
Il padre di Edipo non pensa nemmeno per un'istante di cercare di affrontare il suo destino, di crescere il figlio secondo sani principi morali, di educarlo, di stabilire un buon rapporto con lui.
Non ha fiducia in se stesso e nemmeno nella sua progenie e nella fondamentale bontà dell'essere umano.
Ma non ha nemmeno il coraggio di prendersi la responsabilità della sua scelta crudele, e quindi non uccide con le sue mani il figlio.

Edipo cresce lontano dal suo regno, senza conoscere il vero padre, convinto di esser figlio dei regnanti che l'hanno adottato.
Anche lui, ansioso di conoscere il proprio destino, si reca dall'Oracolo. L'Oracolo gli predice che ucciderà il padre e giacerà con la madre.
Edipo decide di fuggire da quella che crede essere la casa paterna.
Non prova a fidarsi di se stesso, della propria bontà, dei propri buoni sentimenti nei confronti di quelli che crede essere i suoi genitori.
Ma se non fosse mai partito non avrebbe mai incontrato il vero padre e non l'avrebbe ucciso durante una stupida lite.
Non ne avrebbe poi preso il posto al fianco della madre e non sarebbe diventato il padre dei propri fratelli.

E quindi?

E quindi credo si possa dire che è la paura in sé il vero problema e che basterebbe aspettare un po', resistere, adagiarsi emotivamente in questa condizione di incertezza pur rimanendo pronti all'azione, per scongiurare il peggio.
Se poi le cose devono andare a rotoli... lo faranno comunque.
E finché c'è vita... c'è speranza.

Have a nice day, everybody :)

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