La
cosa su cui volevo riflettere oggi è questa: le piccole malattie, i
disturbi cosiddetti cronici, che non ti uccidono, a meno di
trascurarli gravemente.
Mi
va di fare alcune premesse:
non
è importantissima, ma: mio padre era un cardiochirurgo e negli
ultimi anni aveva preso a studiare i rapporti tra alimentazione e
cardiopatie, quindi il modo di migliorare l'efficienza cardiaca
attraverso l'alimentazione (molto saggiamente, a mio avviso). Un'acquisizione non del tutto scontata per
la medicina allopatica e non del tutto condivisa, perché molti
continuano a suggerire (e/o molti pazienti a credere) che l'importante sia prendere le pilloline e che il
corpo sia costruito a compartimenti stagni: apparato digerente,
apparato escretore, apparato respiratorio... etc...
pare
che nell'antica cina i medici venissero pagati un tanto al mese o
all'anno fintanto che i loro pazienti erano in salute, quando si
ammalavano, andavano dal medico e questi li curava. Se la malattia
persisteva la famiglia in questione era esentata dal versare il
contributo-salute, diciamo... da noi funziona al contrario: se ti
ammali, spendi un sacco di soldi. Se muori finiscono le spese per la
malattia e la tua famiglia spende per sotterrarti. Ergo: un medico
cinese aveva interesse a tenere i suoi pazienti in buona salute, un
medico occidentale di fatto guadagna quando ti ammali, ma perde il
suo guadagno quando muori. Ari-ergo: l'interesse di un medico
allopatico sarebbe dover curare un disturbo cronico che non porta alla
morte.
Spesso
pare che nella medicina occidentale il corpo e l'emotività sian considerate
due cose separate e distinte...
salvo
nel caso delle malattie psicosomatiche... che spesso corrispondono a
tutte quelle malattie che la “scienza” medica, non sa spiegare
e, soprattutto, non sa curare.. è un po' come se fossero
una sorta di piccole malattie mentali...
la
scienza medica occidentale (in realtà, come dovrebbe esser noto, la
medicina è una pseudoscienza, perché non dà risultati certi e
immutabili: allo stesso farmaco due diversi pazienti possono reagire
in modi molto differenti e questo a prescindere dall'età) dicevo,
questa pseduscienza ha fatto grandi progressi nel campo della
chirurgia, ma non altrettanti nel campo dei disturbi che andrebbero
curati migliorando l'alimentazione e rinforzando il sistema
immunitario, perché praticamente tutti i farmaci che propone hanno
un sacco di effetti collaterali alcuni dei quali assurdi quali:
l'insonnia, che i sonniferi possono indurre; la depressione, che gli
antidepressivi possono causare... solo io mi accorgo dell'assurdità
della cosa? (spero di no...)
molto
spesso un medico allopatico (ma non sempre, per fortuna) ti cura
manuale alla mano: dimenticando che le persone non sono tutte uguali
e non hanno lo stesso tipo di risposta immunitaria, a prescindere da
allergie, intolleranze, etc...
non
tutti i medici occidentali tengono a mente il giuramento di
ippocrate e gli insegnamenti di ippocrate e finiscono col
dimenticare che la “scienza” medica è nata sperimentando sul
campo, quindi in maniera empirica, e che andrebbe, lo ribadisco ma
in forma più esplicita, adattata di volta in volta da paziente a
paziente.
Le
case farmaceutiche non guadagnano molto sui rimedi naturali, per una
questione di brevetti: si posson brevettare solo farmaci creati in
laboratorio, non, che ne so?, il bicarbonato, la camomilla,
l'arnica... etc...
spesso
chi non crede alle medicine alternative dice: i test di laboratorio
non l'hanno dimostrato, etc... ma è pur vero che non tutti i rimedi
naturali sono stati testati, e che le ricerche qualcuno le deve
finanziare, e quanto interesse può avere una casa farmaceutica a
testare le proprietà di un rimedio naturale non potendolo
brevettare? Zero. Le percentuali poi tenute buone per dimostrare che
un farmaco funzioni sono bassissime, basta che risulti di poco più
efficace del placebo (il placebo è acqua fresca, un finto farmaco).
Il
principio del placebo, però, per come la vedo io dimostra quello
che è il principio delle medicine alternative: che il corpo
umano ha in se le risorse per guarire e se il sistema immunitario viene depresso da farmaci aggressivi che lavorano su un sintomo,
ma portano molti effetti collaterali, quali l'immunodepressione, la
guarigione diventa più difficile.
Se
vuoi guarire devi occuparti, in prima persona, della tua malattia.
È
come se a volte una malattia potesse essere qualcosa che serve ad
attrarre l'attenzione propria (il tuo corpo ti costringe a fare caso
a lui) e quella degli altri, in più riempie le conversazioni... in
altri termini una piccola malattia più o meno cronica: fa compagnia.
Non
parlo delle malattie gravi (sulle quali vale però lo stesso discorso
rispetto al sistema immunitario che andrebbe rinforzato e non
depresso..) parlo di disturbi cronici o prolungati, periodici,
ricorrenti, piccole palle al piede che si ripropongono e che la
medicina allopatica si limita a tamponare.
Io
ho avuto una gastrite, che ultimamente mi pare proprio sia finalmente
regredita. Ho provato a curarla andando dal gastroenterologo e
facendo una orrenda (e sconsigliabilissima, per me) gastroscopia. Che ha
stabilito che non avevo un tumore. Bene... e se lo avessi avuto?
Sarei comunque morta, quindi a che sarebbe servito saperlo?
I
farmaci che mi hanno somministrato hanno peggiorato la situazione,
aggiungendo il sintomo del bruciore di stomaco, che prima non avevo.
Avevo una patolgia da reflusso, la valvola non chiudeva bene e mi
svegliavo col mal di gola, e neanche quello hanno saputo risolvere (gli esercizi di respirazione invece sì...).
Come
ho fatto? Ho iniziato a curare l'alimentazione e quindi le
intolleranze, a utilizzare rimedi omeopatici-antroposofici, quali il
pulvis cum belladonna (sì, il famoso veleno, ma in quantità
omeopatiche, tali che non ci si può morire, penso, manco calandosi
tutta la boccetta in una volta.. di fondo è una solanacea e serve a
rinforzare quindi le funzioni epatiche). Ah, anche il mio fegato non
stava molto bene e il gastroenterologo disse: per il fegato non si
può fare nulla!
No,
certo, perché ogni farmaco allopatico ha effetti collaterali che
gravano sul fegato.
Ma
le cure depurative naturali fanno qualcosa per il fegato, lo fanno
eccome!, e anche ridurre o eliminare il consumo di carne, fa qualcosa.
E,
adesso, sto molto meglio. Non mi capita mai di avere la bocca amara,
tipico sintomo di disturbo epatico. E nemmeno l'alito pesante,
effetto del consumo (costante) di carne.
Il
problema è che molte persone si affezionano alle loro piccole
malattie (non pensando a possibili sviluppi più seri) e quindi non
sono minimamente disposte a modificare la loro alimentazione,
rinunciare ai latticini? No! Piuttosto la morte! Eliminare per un po'
gli alcolici di ogni tipo! Scherzi? E come fai a divertirti?
Per
esempio frequentando persone piacevoli e facendo cose piacevoli?
È
un'idea... magari è sbagliata... bu?...
Le
piccole malattie croniche sono compagni fedeli, tu puoi dimenticarti
momentaneamente di loro, ma loro non si dimenticano mai di te!
Tienlo
presente... mentre ti sfondi di alcol e magari hai un disturbo che lo
sconsiglierebbe o te magni l'impossibile, mentre dovresti nutrirti il
giusto selezionando bene i cibi (no fritti, no insaccati, etc...).
Loro:
non si dimenticano MAI... di te.
Piccola postilla: ovviamente ho smesso di prendere tutti i farmaci che mi avevano dato i medici allopatici, primo fra tutti: l'inibitore di pompa gastrica o pompa protonica, che aveva l'effetto di lasciar passare il cibo per stomaco e intestino senza che ne acquisissi i nutrienti. Lo so perché in quel periodo (sbagliando, certo) mangiavo spesso dei dolcetti che non mi facevan metter su nemmeno un etto e non ho mai avuto un metabolismo particolarmente veloce...
Lo dico perché adesso, con brillante dimostrazione di furbizia, hanno iniziato a chiamarlo gastroprotettore e te lo propinano quando prendi un antibiotico o un antinfiammatorio.
Ma anche se lo chiami gastroprottettore ha sempre la stessa funzione: inibire la naturale produzione di acido necessario per la digestione. E se l'acido non elabora i cibi nel tuo stomaco, tu non ne assumi i nutrienti. Quindi mi sembra tutto fuorché una protezione. Allora sarebbe meglio mangiare in bianco, cibi non acidi, e assumere l'antibiotico sempre a stomaco pieno, senza turbare i naturali equilibri endocrini.
Inoltre quando si inibiscono le secrezioni la risposta naturale dell'organismo è quella di cercare di produrne di più. Risultato: appena smettete di prendere il "gastroprotettore" il vostro stomaco viene aggredito dall'acido normalmente prodotto più l'acido prodotto in surplus, fino a quando non si ristabilisce l'equilibrio.
Ma se uno non lo sa cosa pensa? "Non posso proprio fare a meno dell'inibitore di pompa gastrica, perché se non lo prendo mi viene un gran mal di pancia, ne ho proprio bisogno!"
Ne hai bisogno come una vittima del suo carnefice...