Quindi eccoci alla seconda puntata della trilogia: passivi-aggressivi.
Johnny Bothleft.
Bene, ma veniamo –
a fatica e grazie a strani utensili come manette di pelo, cinghie e
cose così, che tanto lui amava...- a Johnny Bothleft... il nostro
amico ambidestro... in inglese ambidestro non si dice così, ma mi
piaceva maccheronizzarlo perché era di origini italiane...
Bothleft era un
tipo veramente brillante, lo avevo conosciuto in un'agenzia finanziaria, lo vedevo
sempre dietro lo sportello: veramente un tipo brillante, mi faceva
morire dal ridere e mi scriveva spesso delle mail molto divertenti,
che esulavano l'argomento lavorativo... finché... ecco... sì... mi
ha fatto capire di essere interessato... però non prendeva mai
l'iniziativa. Non capivo: sarà riservato? Insicuro? Eppure è così
brillante! Magari non gli piaccio abbastanza oppure è impegnato...
No, mi ero informata, con una collega, era libero da più di un anno.
Ah! Ci sono! - mi
dico – Ehssì! Sarà ancora ferito per come è finita... avrà il cuoricino spezzato poverino...
Però aspetta un
momento!... ci sono già cascata in una cosa così ed è finita
male... no, no!
Cercai di fare la
preziosa, ma quello continuava a provocare, scherzosamente, ma senza
prendere l'iniziativa e a un certo punto mi disse cose come: bisogna
avere il coraggio di prendersi quello che si vuole, se lo si desidera
veramente! Bisogna saper rischiare...
E io... sì,
cioè... non mi sentivo una vera cuor di leone, anche se a volte
secondo me mi ero esposta troppo e avrei fatto meglio a fare a
meno... e poi mi dissi: sì, ok... ha ragione... e perché non lo fa
lui? Perché non lo mostra lui tutto 'sto coraggio?
Ma poi alla fine
mi lasciai prendere dallo spirito della sfida! Evidentemente, lui era stato più
bravo di me a giocar le sue carte...
E quindi gli
chiesi distrattamente se fosse impegnato nel week end.
Mi disse di sì,
accidenti! Il sabato... ma magari poteva liberarsi... No, risposi, ho un
invito ad una festa, per sabato...
E quindi ci
vedemmo di domenica.
Una domenica
uggiosa e umida.
Mi vestii un po'
carina... un po' troppo. Lui invece, che di solito era elegante pure
più del dovuto, era abbigliato in maniera sportiva... Vabbé, feci finta di nulla.
Vabbé, non
facciamola lunga, Bothleft, fondamentalmente era ambidestro e me lo
confessò subito, ma solo dopo il primo bacio.
Il ché non fu la
prima sorpresa, la prima sorpresa fu la sua bassezza (quella fisica...) dall'alto del bancone
dello sportello, non l'avrei detto... ecco perché non si alzava mai
e faceva di tutto per non spostarsi e farsi passare le carte e il
resto dai colleghi...
Bothleft ci teneva
tanto al corteggiamento... cioè ad essere corteggiato: lui: sempre!
Inoltre non voleva
legami – eh sai, dopo tutti quegli anni di relazione simbiotica
soffocante con quella donna così poco alla sua altezza, così
insicura, così... donna, credo fosse quello il problema principale...
Voleva solo
emozioni, era schiavo delle emozioni – come un novello eroino del
decadentismo.
Comunque provai
quest'esperimento della frequentazione senza legami, perché in fondo
nella vita è giusto provare un po' tutto...
Una vera ciofeca! Una schifezza al cubo! Detto tra noi la sconsiglio alquanto, poi ognuno...
Johnny faceva cose delicate
come dirmi nei momenti clou, o alla stazione, quando tornava a casa
-risiedeva fuori città, aveva una graziosa villetta... che
lui detestava, non so bene perché – ecco, in quei momenti carichi di
pathos, con un tono altrettanto carico di pathos: dov'eri prima?
Io ero così presa
dal suo umorismo, intelligenza, cultura, i trascorsi esistenziali
difficili, etc... che manco gli ridevo in faccia quando diceva cose
così.
Eh sì, perché...
- me ne resi conto solo dopo – mi aveva trasformata nella
comprimaria, no, in una delle comprimarie e comprimari, della sua
telenovela personale.
Con lo stesso
pathos mi diceva che gli ero mancata e quanto crudele fossi stata a
non cercarlo (lo cercavo sempre io a dire il vero, ma va be'...) e qui mi diventava a metà tra
il casanovesco, dannunziano e... sì, impreziosiva il tutto con una punta di raffinato
sadismo...
Beh... non
potevamo andare avanti molto a lungo in questo modo, no?
No.
Quindi trovò il
modo di aver una buona scusa per scaricarmi (o forse dovrei dire riqualificarmi)... mi tirò un pacco... e
poi mi scaricò... voi la cogliete la logica in questa sequenza?
Manco io, ma lui era così bravo a parlare!
Talché rimanemmo amici, per un po'...
Talché rimanemmo amici, per un po'...
Nell'ultimo atto
di questo tetro minuetto arrivammo dove probabilmente voleva arrivare
fin dall'inizio: al suo tentativo di trasformarmi in confidente e
consulente dei suoi problemi sentimentali. Voleva che fossi per lui
una sorta di mamma (involontariamente) adottiva...
Tesoro mio,
pensai, forse, se era questo che volevi, avresti fatto meglio a dirlo
dall'inizio, no? Non credi? Certo, meno appagante per il tuo ego,
meno sicuro per il tuo timore di essere giudicato, e meno divertente
per il lato sadico della tua perturbata personalità... ma almeno
avresti ottenuto quello che desideravi.
Sicché così come
lui mi conquistò con modalità da passivo-aggressivo con modalità
parimenti passivo-aggressive feci in modi di scaricarlo e di farlo
uscire dal mio orizzonte per sempre.
Ah, buona festa
della mamma a tutti!
Ps ah, mamme... se
poteste essere meno stronze o psicopatiche coi vostri figli maschi...
magari... così, giusto per non andare incontro all'estinzione della
specie... o non so per solidarietà femminile... vabbé,
macchevvodicaffà?...