L'orgoglio è la rovina delle relazioni umane.
Dove c'è orgoglio non può esserci né affetto né nient'altro di buono, perché dietro l'orgoglio, credo, c'è la paura, di piegarsi, di esser piegati e schiacciati.
Di fondo è tutto qui. Ci sono due persone che si divertono a scherzare assieme, poi interviene l'orgoglio e il gioco finisce.
Succede per mille motivi diversi, comincia una delle due, va avanti l'altro, ferisce l'uno, si vendica l'altra.
Ma la sostanza è che si smette di giocare allegramente.
E allora non ci sono battaglie che abbiano un senso o una giustificazione, guerre vinte o perse, c'è solo: questo mare di cocci rotti, che non servono a niente.
È come quando due stupidi giocano al tiro alla fune e la corda si spezza, e finiscono tutti e due col culo per terra.
Basta mollarla la corda, e se deve cadere cade l'altro. Poi se la si mollasse entrambi, sarebbe meglio ancora.
Lasciare andare, mollare quando il gioco non è più divertente.
La prossima volta.
(e poi perdonarsi da sé, ché da lì nasce il vero perdono.
io mi perdono, fallo anche tu. -perdonare, però, non significa negare-
e non condanniamoci.
si sbaglia, è la vita.
basta non prenderci troppo gusto e farne anche qualcuna giusta, quando si può.)
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