giovedì 22 novembre 2012

Psicopatologia dell'utente Poste e Telegrafo tipo.


La posta è un microcosmo, soprattutto in questi giorni di pagamento tasse, pedaggi e balzelli.
Arrivo nell'ufficio vicino casa (che fa orario prolungato, tra l'altro) e lo trovo strapieno di gente, anidride carbonica e vapore (diciamo) acqueo.. Provo a giocare la carta utente munito di postamat! La situazione migliora ma di poco - ho davanti 8 persone e il traffico non sembra affatto scorrere... anche perché ogni versamento balzelli comporta il passaggio di 4 fogli nella macchina, timbri e firme.
Allora vado al supermercato a comprare il gelato di soya. (Gelato di soya che è arrivato a casa quasi liquido, ovviamente).
Torno alla posta e trovo che hanno fatto progressi! ...dal 108E sono al 111E...
Poi però salta 3 numeri ed è quasi il mio turno. Sembrerebbe... se non ché una serie di persone che non s'erano svegliate prima pretendono di esser servite dopo il 115 -il numeretto subito prima del mio...!

Ed è qui che il soggetto dello studio della psicopatologia mi si propone volontario.
Appena arrivato incomincia a sgridare una signora che non fa altro che lamentarsi, perché allo sportello 4 c'è una tipa ferma lì da una vita e non si capisce che faccia e poi non era neanche il suo numero e lei è la quarta volta che viene e fa la fila e non riesce a pagare...
Il soggetto dello studio le obietta: cosa ne sa di cosa deve fare la signora, non serve a nulla lamentarsi...
Al che un vecchio signore seduto due posti più in là della signora ne approfitta: ecco, appunto, insomma basta! lei non fa altro che lamentarsi da quando è entrata, ha una critica per tutti, non se ne può più dà fastidio!
La signora punta nel vivo risponde con eleganza da pugliese (ma forse era calabrese a giudicare dalla voce... o sicula, bo?): ma cosa vuole questo qui da me? io non so neanche che lei esiste...

Effettivamente che la signora faticasse a rendersi conto che attorno a lei c'erano altri homo sapiens s'intuiva...

Ma lei dà fastidio, la deve smettere di borbottare e sbraitare...

Io faccio quello che voglio! Io parlo e lei sta zitto!

Io non sto zitto per niente...

Dopo un po' di questi stia zitto lei, no, stia zitta lei, si placano.

Finalmente arriva il mio turno. Il soggetto dello studio, un giovane sui 25, grosso modo, attacca lui, adesso, a lamentarsi!
Ma insomma! Che servizio è? Io ho perso già un appuntamento e adesso tra poco ne perdo un altro! Sono tre quarti d'ora che sono qui!
(a me son sembrati 20 minuti, ma tralasciamo...)
E ogni appuntamento che perdo sono soldi che se ne vanno!
E cosa farà, c'è da chiedersi, l'agente di borsa?
Eccentrico come agente di borsa! Col cappello da ranchero, barba, capelli lunghi e coda di cavallo e gli stivali a punta...
Ce lo rivela lui stesso:
io lavoro in un bar!
Ah... allora vende droga, mi pare evidente!
E sono qui per pagare, perché mi sembra chiaro che siam tutti qui per lasciare un po' di soldini, ci sono 4 sportelli e questi ne usano 3... ma questi fanno a gara di a chi lavora meno fino alla chiusura, ve lo dico io!, poi alle 19 chiudono e ti dicono anche: mi spiace dobbiamo spegnere i terminali, non è colpa nostra...

(quale ingiusta calunnia! -certo le calunnie sono ingiuste... comunque- la posta in questione è proprio una di quelle in cui all'ora x chiudono le porte, ma finiscono di servire i clienti in attesa... ad ogni modo...)

Nel frattempo io termino la mia operazione e me ne vado.

Non so se classificare il caso come schizofrenia cronoindotta -uno speciale tipo di schizofrenia che colpisce il soggetto allo scattare dell'ora X - o se si tratti piuttosto di una forma di amnesia mitomaniaca: il soggetto improvvisamente dimentica chi è, dov'è e cosa sta facendo. Per uscire dall'imbarazzo inscena dei comportamenti tipici per non dare nell'occhio ed evitare gli accertamenti sanitari.

...o stronzaggine italica! Chissà?

Sì, perché tornando a casa a guado tra le pozzanghere, non posso fare a meno di notare che pochi lesinano una scenata durante una coda disumana alle poste. Però... quando invece si tratta di lamentarsi assieme, in maniera organizzata e razionale per condizioni di lavoro indegne... eh, a quel punto quegli stessi "soggetti" diventano tanto più miti e riservati. Insomma, il lavoro è così, se vuoi lavorare, beh... questo è!

Beh... cercherò di portarmi un libro per pagare le tasse e magari di andarci al mattino.

E di non prendere un paio di appuntamenti coi miei piazzisti... :P

Ps ...e se fosse un problema di poco rispetto nei confronti della figura del lavoratore?

2 commenti:

  1. Non so se sia più deprecabile un livello di servizio generalmente al di sotto degli standard minimi stabiliti dall'Unione Francofona Africana o chi, con poco tatto e forse esacerbato dalla supina accettazione del disservizio, sbrocca completamente. Io personalmente non so: vado in posta solo su invito scritto ovvero, se mi annojo, per ammirare il degrado antropologico di gente pettinata male con cagnolini in cappottini di tartan.

    Cordialmente, Y.

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    1. Hai ragione Y., i cagnolini coi cappottini di tartan e la gente mal pettinata sono irresistibili e sono un ottimo motivo per recarsi alle poste. Riuscissi a costruirci uno studio psico-qualcosa lo farei...
      magari in futuro.

      Buona serata :)

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