...anche perché del lavoro così com'è
si può dire solo una cosa: andrebbe semplicemente ABOLITO!!!
Il fatto... è che... il lavoro che ti
piace non te lo lasciano fare.
Se vuoi lavorare in un ufficio,
call-center, supermercati, e simili... non c'è problema (a livello
fiscale).
Vuoi fare: il fotografo, musicista,
attore, ballerino, artista, libero professionista sprovvisto di albo
protetto e riconosciuto?
Lo stato ha bisogno dei tre quarti di
quello che guadagni... Oh, ma solo se superi i 5500 lordi annui...
ah, certo, solo se...
e cosa ci fai con meno di 5500 lordi
annui?
N'altro po' e non è manco una paghetta
da adolescente...
Poi spesso cambiano le regole, a
sorpresa. Laurea triennale? Non serve più a niente. Non la puoi
usare per insegnare nelle scuole pubbliche: niente concorsi.
Vedi come viene valorizzato il lavoro (e lo stidio)
in itaGlia?
Vabbé, ma che sarà mai lavorare in un
call-center?
E quando non immaginavo ci ho provato,
più volte. La prima a 27 anni, prima avevo fatto solo la
baby-sitter, imbustato stampe per un'associazione culturale, custode
di una piccola mostra...
Ma cose saltuarie.
Del call-center la cosa peggiore non è
tanto il fatto di dover rompere i coglioni alla gente a casa sua,
magari all'ora di cena, sempre col più o meno chiaro intento di
vendergli qualcosa, truffarli, fotterli, tenerli a forza nell'elenco
abbonati di una rivista... anche quello, ma il problema vero è
l'ambiente di “lavoro” (se si può chiamare lavoro telefonare
ripetendo a macchinetta una serie di proposte e domande).
I capò, nello specifico, sono il
problema! Gente tendenzialmente gretta e ignorante, altre, invece,
semplicemente dei gran frustrati. Una volta m'è capitato un laureato
a pieni voti in matematica, che godeva sadicamente nel farti
subodorare il possibile “non rinnovo” del contratto... e il
piacere con cui me lo disse “non sei nei turni e non sarai nemmeno
nei prossimi perché il contratto è in scadenza e non abbiamo più
bisogno di te!”.
Non gli avevo fatto niente, ma ero
un'altra tacchetta sul suo personale libretto degli operatori che era
riuscito a far mandare a casa convincendo la Cinghialona, ché le
decisioni non le prendeva mica lui, le prendeva questa tizia che era
solita fare irruzione coi suoi zoccoloni (scarpe aperte, mentre noi
eravamo obbligati a mettere scarpe chiuse pure con 40 gradi
all'ombra) e quel tono da SS tragicomica dei poveri “Ragazzi,
però... l'acqua! Ogni tanto, usatela! che non vi fa male!”...
Si divertivano poi a mettere a mille il
riscaldamento in inverno e poi aprire la finestra non appena toglievi
il maglione. Tu rimettevi il maglione e loro richiudevano la
finestra.
In estate idem: aria condizionata in
modalità polo-nord – e tu, sprovveduta, priva di sciarpa e piumino
da montagna!...
Me ne sono lamentata una volta: un mese
dopo, finita l'estate, hanno iniziato a nn darmi più turni...
In un altro call-center decidevano loro
dove dovevi sederti. Se si accorgevano che scambiavi due parole col
vicino/a di posto da quel momento in poi non ti ci lasciavano più
sedere accanto.
In molti call-center non rispettavano
le pause 626 e guai a lamentarsi – difatti fu per quello che il
matematico frustrato mi prese di mira...
E l'arroganza con la quale alcuni
insistevano nel dire che non ce l'avevi il diritto a questa pausa!
Il call-center più civile in cui ho
lavorato era un call-center che rifilava truffe ai poveretti che si
erano già indebitati spropositatamente per fare un acquisto di uno o
più migliaia di euro. Mettiamo che sottoscrivessero una revolving
rateale da 100 euro al mese? Il debito di 1000 euro diventava, alla
fine un debito di 1400, se ben ricordo, perché pagavano tutti i
santi mesi un interesse di una 20-30 euro... ma se sceglievano
rate da 50 il debito poteva direttamente raddoppiare!
Bene, a questi qui proponevamo
un'assicurazione che avrebbe dovuto tutelarli in caso di infortuni,
perdita del lavoro, morte... a me e diverse altre operatrici sono
capitate signore che hanno risposto, magari anche cortesemente, di
non essere interessate perché il marito era morto e l'assicurazione
non aveva coperto un bel niente!
Lì quando non mi hanno rinnovato il
contratto sono stata felice, perché, come dicevo sempre: quel lavoro
mi stava rovinando il karma.
Non parliamo delle selezioni nelle
interinali coi giochini di ruolo... tu cerchi un lavoro e loro ti
chiedono di umiliarti facendo l'imbecille in uno stupido giochino
tramite il quale ti esaminano.
E i test psicologici in generale?
Sempre per lavorare in un
call-center...
Per lavorare in una reception,
soprattutto nelle banche, invece, devi premunirti di paresi facciale,
perché se non sorridi h24 prima o poi qualcuno si lamenterà di te.
E l'abbigliamento richiesto? Mi tieni
in ostaggio 8 preziosissime ore della mia vita ogni giorno... e poi
pretendi pure di dirmi come mi devo vestire?
Di fronte a queste violenze basilari le
molestie sessuali sul lavoro mi paiono pure il meno... o più che
altro: un ovvietà!
Arbeit Macht Frei......
ps ...no, oggi non
ci sono andata a cercare lavoro... facciamo lunedì... o giovedì...
Nessun commento:
Posta un commento