giovedì 17 luglio 2014

Sono contenta.

Sono contenta del fatto
di non sentire più la tua voce chiamare il mio nome,
di non poterla nemmeno immaginare,
leggendo un tuo messaggio,
di sapere che non pensi a me
e che il ricordo di me, in te, non più persista.
Sono contenta perché...
era un peso, il fatto che tu pensassi a me,
e non sapessi fare altro che chiedere e chiedere
e io dare
senza che mai potesse bastare...
Quando mi sono ritrovata senza più midollo nelle ossa mi son detta:
"ecco, forse... adesso è veramente un po' troppo!..."
E ho smesso di essere condiscendente
che non c'era più niente da discendere,
assieme,
e che già si scavava
e si scavava
-da un po'-
e m'ero rotta...

li cojò.

Kon'nichiwa.

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