Cantante, insegnante di canto, autrice di canzoni, poesie e racconti. Diplomatasi nel 2002 in Scrittura Drammaturgica presso la Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, accede al corso di Canto Jazz della Civica Scuola di Musica Jazz di Milano lo stesso anno e si diploma nel 2006. Tra il 2006 e il 2009 frequenta il corso di Laurea in Jazz presso il Conservatorio verdi di milano dove si laurea il 1° Marzo 2010.
Ci dovrebbe essere un modo per abbandonare una famiglia che non va.
La verità è che non è una famiglia disastrata: non è una famiglia.
Una famiglia non è fatta di circoletti esclusivi, di alleanze inossidabili opposte ad equilibri di vetro di zucchero, che non fai in tempo a cercare di metterli su, che si frantumano o si sciolgono.
Una vera famiglia non è fatta di costanti giudizi e sentenze, di punizioni, confronti, differenze e graduatorie. Ovvio che alcuni legami saranno più profondi e altri meno. Ma nessun legame deve diventare un cilicio, imposto da un clima inquisitorio privo della possibilità di comprendere e accettare.
Non parliamo dei timori di rappresaglie immaginarie, che rasentano la paranoia.
La verità è che ci dovrebbe essere un modo per divorziare da una famiglia che non è una famiglia e di darsi pace, in un modo o nell'altro.
E il vivi e lascia vivere appare un miraggio sempre più lontano con persone che non conoscono la pace, ma solo le proprie ragioni indiscutibili, ragioni che si arrogano la facoltà di leggere nell'altrui pensiero e intenzioni.
"Ragioni" che si arrogano il diritto di dire agli altri cosa devono fare, come lo devono fare, cosa devono pensare, perché "hanno un orecchio migliore del tuo!" e anche "una memoria migliore della tua!" E si lagnano del fatto che l'essere umano non sia interamente razionale. Come se questo pensiero potesse risultare in qualche modo razionale... e come se la razionalità valesse di più:
dei sentimenti,
delle emozioni,
dell'umorismo
e della creatività - che poi entra nelle nostre vite ogni giorno, in tanti piccoli modi diversi, anche solo per risolvere i più piccoli problemi.
Per fortuna l'essere umano non è soltanto razionale! Grazie a dio, non lo è!
E per fortuna non esiste un solo modo giusto di ragionare e un solo modo giusto di vedere le cose.
MA esiste un solo modo giusto di voler bene: lasciando gli altri liberi di essere se stessi, senza finzioni e con fiducia e lealtà.
Ah, e magari contemplando l'ipotesi che la perfezione non è di questo mondo, e tu non fai eccezione, e poi non sarebbe nemmeno auspicabile.
È più facile e appagante additare ogni piccola pecca altrui senza notare minimamente le proprie, la famosa pagliuzza nell'occhio altrui...
Ma non corrisponde al vero e soddisfa solo i fan sfegatati, quelli che amano i pregiudizi e le fazioni. Quelli che trovano grave un comportamento scorretto o irrispettoso solo se lo compie il membro di una squadra avversaria, perché ai compagni di schieramento si perdona tutto, così come agli avversari non si perdona niente.
Tenetevi il vostro pallone e giocate tra di voi.
E tenetevi pure le vostre etichette e giudizi superficiali e di parte.
Ma veniamo a temi seri, concreti e attuali: ossia la riforma della scuola pubblica.
La sintesi di questa riforma è che la scuola di fatto è stata trasformata in un fortino inespugnabile. Perché per fare il concorso ci vogliono 30cfa, che però sono a numero chiuso e per avere la cattedra ce ne vogliono altri 30, che però non sono garantiti, li vinci solo se vinci il concorso. I 60 sarebbero quelli auspicabili e sarebbero aperti anche agli studenti interni al conservatorio, però hanno un numero limitatissimo (almeno così è scritto sul sito del Conservatorio di Milano). Chi ha fatto i 24, del previgente ordinamento e magari li ha anche certificati, in linea di massima se la prende in der post, perché varranno solo se vincerà il concorso e solo fino alla fine di quest'anno... Ma veniamo ai costi: per i 60 cfa 2500 per gli esterni, 1750 per gli interni (SENZA FASCE DI REDDITO), per i 36 2000 schei, e per i 30, sempre 2000 schei. Quindi per avere tutti i crediti bisogna spendere circa 4000 schei tra posto da fortunato estratto che potrà fare il concorso e posto per il fortunato vincitore del concorso che, mentre farà il suo primo anno di servizio in prova, dovrà completare gli altri 30. In molte città questi percorsi non sono stati attivati, quindi magari lo devi fare in un'altra città. Mentre lavori...
A Bologna gli studenti, protestando, hanno ottenuto almeno le fasce di reddito.
Ora io mi chiedo perché tutti gli altri studenti di tutte le altre città e regioni non si lamentano contro una riforma senza senso che di fatto rende inutili le lauree, o meglio, le subordina al posto come fortunato estratto per i 30cfa, etc...
Perché in questo paese la maggioranza è sempre pronta a subire qualsiasi cosa? Perché non si cerca mai una soluzione equa e accettabile per tutti, ma solo una soluzione personale? Probabilmente perché ognuno si sente tanto speciale e in competizione col prossimo, non vedo altra spiegazione, il ché va un pelino oltre il semplice individualismo.
E così ce la pigliamo tutti in der post.
Magari pensavate che la formazione necessaria per insegnare la si potesse conseguire durante i 5 anni di studio universitario interpuntati da due lauree... E invece no! Si impara tutto durante il conseguimento dei 60cfa - previo pizzo di 4000, se hai fortuna per i primi 30cfa e di vincita del concorso (a base di burocrazia, ma in termini di quale comma di quale regola disciplina la materia X, ma non serve specificare cosa dica, finiresti per ragionare sui contenuti).
Tre anni di studio, con laurea, test di ammissione sotto condizione, per il biennio, più seconda laurea... non servono a niente in termini lavorativi! Da soli non danno accesso a nessun impiego nel pubblico - e nemmeno nelle scuole parificate, che richiederanno gli stessi requisiti.
Eh, ma i posti sono pochi...
Umh, sì, certo... i posti sono pochi. Ma conseguire i crediti non significa avere diritto alla cattedra, significa solo avere i prerequisiti per insegnare, e poi un giorno, quando si riuscirà a vincere il concorso e ci sarà il posto, ad avere una cattedra. Il numero limitato per le assunzioni può essere comprensibile - anche se ci sono le famose classi pollaio, le nomine di molte docenze tutti gli anni, etc... Ma il numero di posti limitati per la formazione dopo aver superato due test di ammissione al triennio e al biennio? Veramente non vi sa un pochino di vessazione? A me fa l'effetto di una scarpa schiacciata sul muso da qualcuno che ti strilla: "vattente! vattene! non ci puoi entrare nella scuola pubblica, non puoiiiii!!!!!! Vai a lavorare al McDonald!"
Ah, dettaglio che continua a tornarmi in mente: non molto tempo fa ho letto un articolo, pubblicato su orizzonte scuola, che preannunciava la svolta del futuro: L'intelligenza artificiale sostituirà gli insegnanti nelle scuole.
Mi raccomando, obbediamo senza creare problemi, zittini, diligenti, ossequiosi, solerti e zelanti...
Che tanto era solo un articolo, eh? Mica bisogna credere alle cose che ti dicono alcuni anni prima, che poi, di solito, si realizzano puntualmente...
Vai tra', bro'! 😎
PS per non parlare di tutti quelli che vendono corsi on-line e del modo in cui ci stanno lucrando sopra, a quanto pare con corsi truffa che poi non hanno nessuna validità, ma intanto li paghi...
La settimana scorsa sono andata a vedere questo film, di cui si parla molto, dopo aver visto questa recensione, molto interessante, bella e approfondita e direi, una delle poche che ha colto il senso di questo film - e di parecchi altri, che ho visto prima o dopo aver ascoltato la recensione di Giovanni Covini.
Una tra le tante cose molto acute che dice è che questo film non ha l'intento di essere un film femminista.
Bella fondamentalmente è un simbolo: una donna adulta col cervello di un bimbo (non si sa se maschio o femmina) che non sa niente del mondo, che sta imparando a parlare e camminare e che nello stesso tempo ha l'aspetto e le pulsioni di una donna adulta. E proprio in virtù di questa improbabile e straordinaria condizione si muove nel mondo senza il fardello dei condizionamenti psicologici, famigliari, sociali e culturali. E quindi reagisce alla realtà in maniera autonoma, straniata, totalmente libera, senza tabù e in armonia tra pensiero, corpo e sentimenti.
Il tema dei condizionamenti e delle storture nelle interazioni sociali, e personali, è un tema che Lanthimos ha molto a cuore, lo tratta in modo particolarmente riuscito in questo film, perché questa creatura straniata e distante dalle paure, le dinamiche umane convenzionali, è perfetta per svelare le assurdità del mondo, attraverso i suoi occhi, il modo in cui agisce, parla e si muove.
La cosa più divertente che mi è capitata ed è successa attorno a questo film, è stata che entrando al cinema, un cinema in cui cercherò di non rimettere più piede, perché è il peggiore dell'universo, l'arcobaleno, con una cassiera misantropa e astiosa, che tra le altre carinerie, quando ti fa il biglietto non solo non ti fa vedere i posti, ma non ti chiede neanche sommariamente la fila e il punto in cui vuoi sederti, mi sono trovata al centro di una querelle legata giusto giusto ai condizionamenti sociali.
Ho sempre considerato una stronzata questa idiozia dei posti numerati al cinema, ma se te li lasciano scegliere ha almeno un vago senso.
Invece sta tizia "diversamente simpatica" ti dà un posto a caso e non gliene frega niente delle tue preferenze.
Quindi io mi sono seduta dove volevo.*
Ne è scaturita una polemica che pareva preludere al tafferuglio, con minacce di chiamare la maschera (manco si trattasse dei gendarmi) e accuse di aver rubato il posto e i "si alzi ed esca dal cinema" alla "lei non sa chi sono io!"...
Non mi sono mossa, perché come ho argomentato: non avevo potuto scegliere il posto e non eravamo a teatro.
Dietro commentavano che neanche loro avevano scelto, quasi vantandosi di essere stati, tutti, pronti a subire e sedersi, obbedienti, nel posto assegnato a caso.
Gente che va a vedere un film così particolare, anticonvenzionale, di un regista che addita i condizionamenti sociali, per poi subirli con piena convinzione e sudditanza, aspettandosi pure che gli altri facciano altrettanto, senza se e senza ma.
Nei primi minuti del film, la mia scelta è stata un po' stressante: tutti quegli strepiti e minacce...
Ma era abbastanza ovvio che persone che non sanno ribellarsi a delle stupide imposizioni, non avrebbero fatto altro che abbaiare senza mordere.
E alla fine mi son goduta il film da una posto centrale alla facciaccia dei condizionamenti sociali e dell'obbedienza cieca e ottusa da primi della classe.
Bella Baxter non è né vittima del patriarcato, né degli stereotipi femministoidi odierni, che vorrebbero che gli uomini fossero fatti in un certo modo, le donne in un altro, e soprattutto che le eroine delle storie femministe non debbano essere belle.
Emma Stone è alta, magra, ma non è una bomba sexy e più che bella la definirei brava: ha dato una prova attoriale veramente notevole! Vederla solo come lo stereotipo dell'eroina che vive una grande avventura perché è bella, significa svilirla, in maniera molto poco rispettosa per i suoi talenti di donna attrice e per la sua forza come personaggio. Bella vive queste grandi avventure perché non ha paura e non si tira indietro, non perché è bella. Il tizio che se la porta in portogallo per spupazzarsela, non la sceglie perché l'ha vista e l'ha trovata affascinante. La sceglie perché, visto il contratto di matrimonio vincolante che aveva dovuto redigere per lei, che implicava un controllo molto forte sui suoi movimenti, ne deduce che si tratti di una donna speciale, tanto da tenerla sottochiave e difficile da conquistare, alla quale l'offerta dell'avventura farà un grande effetto e magari finirà per pendere dalle sue labbra. Però le cose non andranno come lui sperava, ma all'esatto opposto.
Bella vive tutte le avventure che attraversa nel racconto perché non ha paura, non perché è bella o speciale, e non ha paura nemmeno di liberarsi del marito pazzo della donna che lei stessa era prima dell'intervento del suo God, colui che le aveva lasciato il libero arbitrio, e dal quale, proprio per questa ragione, ritorna.
Non parliamo poi di quanto sia ridicolo, superficiale e anche un po' ignorante paragonarlo a Barbie (vaccata megagalattica) magari per preferire il secondo.
Il mondo ha bisogno di più profondità e di più capacità di accedere ai contenuti simbolici, leggendoli in maniera autonoma e non condizionata dagli stereotipi e tormentoni dettati dalla moda del momento...
Altro film di grande profondità e bellezza che ho visto pochi giorni dopo è Viaggio in Giappone, con Isabel Huppert - secondo film stupendo ambientato in Giappone, assieme a Perfect Days, che ho visto negli ultimi mesi. Paese affascinante in cui ipermodernità tecnologica e tradizione convivono.
Altro che quella sbobba della cortellesi o quella boiata di barbie!...
Povere Creature è una storia di emancipazione umana, effettivamente, e ci mostra quale immenso potenziale avremmo tutti, se solo avessimo il coraggio di uscire dagli schemi e dai preconcetti. Per questo è un film stupendo, perché non usa formulette e non si appoggia a nessun sistema di pensiero preconfezionato. Né quello del patriarcato, né quello woke del neoneofemminismo che è diventato costrittivo e tossico tanto quanto il patriarcato.
Alla fine Lanthimos vuole suggerire la via per un nuovo umanesimo o "umanismo", che ci consenta di evolverci veramente.
*C'è da dire, che oramai da parecchio tempo (probabilmente da quando c'è sta tizia) la cosa non ha mai creato problemi, perché il cinema è quasi sempre vuoto, ma quella sera non è andata così, la sala era quasi piena.
Ieri sera pioveva a dirotto e non c'era niente da vedere, nessun film interessante... E così un po' per scherzo (per riderne), dopo una vita e dopo non averne guardato neanche 2 minuti, ho iniziato a guardare un po' di Sanremo, poi un pezzo di film sulla mediaset (Animal House) e poi sono tornata lì, un po' perché non avevo sonno, un po' perché ero incuriosita, scioccata e incredula:
le canzoni erano quasi tutte uguali:
1) tonalità minore;
2) abbastanza ritmate con motivi esotici (latini o arabeggianti - e magari con un po' ti trap);
3) storie di amori impossibili, un po' tossici (mi hai lasciato perché ti trattavo male, oppure viceversa, però mi manchi...).
I ricchi e poveri rimasti in due sono stati il picco del trash imbarazzante, con le mossettine di lei e questa voglia di apparire giovani.
Abuso di autotune ovunque.
Mamoud (o come si scrive) vestito in maniera imbarazzante, con una canzone riciclata uguale a cento altre che ha già cantato.
Ghali invece molto simpatico, pareva vestito come l'alieno di Asteroid city, non è che avesse musica molto migliore da offrire, ma pareva più sveglio e intelligente e ha osato dire "stop al genocidio", trovata che evidentemente gli è costata cara: top 5 sì, podio no.
Ho sentito giusto un paio di pezzi che erano un po' diversi dagli altri e giusto un pochino meno sgradevoli.
Chiaramente sono arrivati ultimi, perché guai a portare un pezzo un po' diverso dagli altri: NON SI FA!... - così come non bisogna mai dire, fare o pensare cose diverse da quelle consentite dal presunto bonton perbenista, no? Se no sei filo-questo o quello, antisemita, negassionista, etc...
E quindi quelli un po' (molto poco) diversi sono arrivati ultimi, così imparano!
Poi i premi alle cariatidi/istituzioni: la Berté (che cmq è anche simpatica, eh?); la Mannoia (che per fortuna non so cosa abbia cantanto, me la sono scansata). La Amoroso e forse pure la Marrone che da brave obbedienti hanno portato la solita canzone con lo stampino (vedi sopra x le caratteristiche), ma quest'anno non toccava a loro, oramai sono abbastanza stagionate, tra un po' verranno rottamate.
E poi il premio della critica, mi pare, alla figlia "d'arte" o di papà.
Poi la premiazione. Grandissime sorprese, eh? In pratica bastava leggere il toto-sanremo per sapere chi sarebbe salito sul podio.
La bella fanciulla, intonata, con la solita canzone brutta, terzo posto.
Secondo posto il tamarro che ha tutta l'aria di essere un filo-camorrista - e che scopiazzava (forse senza manco saperlo) musica napoletana di livello molto più dignitoso anni '90.
Primo posto la figlia di papà d'arte (per diritto ereditario ribadito dal premio della critica, e non si dica che si fa del nepotismo!).
Oh, intonata era intonata, andare a tempo andava a tempo. Ma dire che abbia un gran talento o che abbia uno stile, e tanto meno un suo particolare gusto, personale sarebbe mentire o essere parecchio ignoranti. Il padre era molto più originale (e manco mi piaceva granché, però), aveva un suo stile.
Quindi:
· si vince per diritto ereditario o di casta;
· ai primi posti ci sono i tamarri aspiranti protagonisti di gomorra e le belle fanciulle;
· ci si piazza dignitosamente uniformandosi.
Mi ricorda qualcosa, direi spaccato antropologico italico - tutto sommato.
Se sei vip, se vuoi puoi partecipare, ti daranno qualche premio alla carriera, quasi alla memoria, e se poi fai qualche buffo balletto meglio ancora.
A CONTI FATTI: DIREI CHE SIAMO PRONTI PER IL PROSSIMO SANREMO IN VERSIONE AI, O IA CHE DIR SI VOGLIA, NESSUNO NOTERA' LA DIFFERENZA...
PS: dimenticavo i testi involontariamente comici e imbarazzanti, di idiozia talmente incredibile da diventare sublime... quelli non so se l'intelligenza artificiale li può replicare efficacemente...
PPS: Come ogni anno la cosa veramente terribile sarà che mi toccherà acconsentire a far fare alcune di queste "canzoni" ad alcuni dei miei allievi. Credo a pochi di loro, per fortuna...
PPPS: Nei giorni successivi sono sorte tantissime polemiche circa il tipo che ha un'aria da malavitoso, i voti che ha preso, per cui doveva vincere, ma la sala stampa e la critica gliel'hanno impedito. Beh, se si ha la stupidità di incentrare un festival sul voto popolare, bisognerebbe anche rispettarlo. Ma, se dall'altra parte, si vuol proporre la musica italiana, cantata in italiano, non si dovrebbe ammettere chi canta solo in dialetto. Quindi o non lo ammettevano al festival - e sarebbe stata la cosa migliore - o una volta ammesso, lo lasci vincere, non importa se i voti sono comprati, estorti o che. Se poi si volesse fare un festival serio: i voti del pubblico non dovrebbero esistere, al massimo potrebbero costituire una classifica parallela, ma il premio dovrebbe essere tributato solo dagli esperti. E soprattutto non dovrebbe esserci questa via d'accesso preferenziale rappresentata dalla scuola di canto di Sancoso, che sforna cantanti omologati, per nulla originali, spesso privi di qualsiasi ombra di talento. Più o meno come tutti i fuoriusciti dai vari talent - altra corsia preferenziale di accesso alla categoria dei nuovi "talenti"...
Ribattezzatelo il festival del mercato del pesce canoro, che fate prima!
E non dico nulla sulla oscena figura fatta dalla venier con i suoi comunicati ufficiali...
Quelli riportati qui sopra sono i marchi da boicottare per sostenere le lotte degli agricoltori contro l'esproprio delle terre e la conversione dei campi agricoli o in campi fotovoltaici - cosa che si potrebbe fare tranquillamente nelle città, sui tetti, senza danneggiare l'agricoltura - o in zone di produzione di cibo non adatto alla specie umana come: carne sintetica, latte sintetico, farine di insetti e altre porcherie che non possiamo digerire e metabolizzare bene, perché non possediamo gli enzimi necessari, non siamo volatili e nessuna specie possiede gli enzimi adatti per "alimenti" sintetici. Queste porcherie, molto probabilmente, come ogni alimento che non riusciamo a metabolizzare, eliminandone correttamente le scorie, causeranno malattie, tra le quali, molto probabilmente, i tumori, che sono causati da infiammazione. Ogni tossina presente nell'organismo causa infiammazione e l'infiammazione è la causa di tutte le malattie.
A questo aggiungiamo i sieri sperimentati inizialmente per un paio di mesi su altri esseri umani, poi solo su 8 topi, poi basta, che secondo una serie, sempre più cospicua, di studi, causano malattie di ogni genere, tra le quali le principali sono: nervose, cardiovascolari e tumori improvvisi, velocissimi e fulminanti.
Nel mentre procedono le FALSE campagne green, che invitano a utilizzare mezzi elettrici che prendono fuoco per un nonnulla, a volte veramente senza apparente motivo, e sono in grado di incendiare tutto quello che c'è attorno, perché non si spengono. È peggio che dar fuoco a un magazzino di fuochi d'artificio. Vicino casa di mia madre una palazzina è stata sfollata a causa di un monopattino elettrico che ha preso fuoco durante la ricarica. Ripeto e sottolineo: non un appartamento! Una serie di appartamenti attorno all'appartamento in cui il monopattino ha preso fuoco.
Inoltre queste batterie inquinano pesantemente sia in fase di estrazione dei materiali necessari per comporle - non a caso vengono estratte e prodotte nei paesi del cosiddetto terzo mondo (che ci somigliano sempre di più, per via di quel caratteristico divario spropositato tra classi abbienti e non...) - e allo stesso modo inquinano nella fase di smaltimento.
Quindi non inquinano l'aria. Però inquinano acqua e terreni. Acqua e terreni sono meno importanti dell'aria?
A parte che quando prendono fuoco inquinano anche l'aria...
Offrono in più prestazioni ridicole.
Non parliamo poi di quanto sarebbe ecologico rottamare i miliardi di auto, autobus, camion, moto, etc, sparsi per il mondo!
Si smaltiscono senza creare inquinamento?
LA VERA CAUSA DELL'INQUINAMENTO È IL SISTEMA CAPITALISTICO, UN SISTEMA FATTO DI IPERPRODUZIONE, DI FALSI BISOGNI INDOTTI, DI SPRECHI E DI:
OBSOLESCENZA PROGRAMMATA!
Ma contro questi, che sono i VERI problemi, nessuna associazione ambientalista - per quel che ne so - dice o fa nulla. Ho anche provato a rispondere ad una mail di una di queste associazioni presunte ambientaliste, facendo presente il problema.. NON HO RICEVUTO NESSUNA RISPOSTA! I VERI PROBLEMI, SECONDO QUESTE ASSOCIAZIONI FARLOCCHE, CHE NON SOLLEVANO I VERI PROBLEMI PER NON SUBIRE BOICOTTAGGI ISTITUZIONALI, BISOGNA LAMENTARSI DELLA CANCELLAZIONE DELLA DICITURA "BURGER" O "COTOLETTA" DAI MEDAGLIONI DI SOIA, MENTRE È AUSPICABILE LA PRODUZIONE DI CARNE SINTETICA.
CARNE SINTETICA? ADESSO LA CARNE SINTETICA è DIVENTATA GREEN????
Ma veniamo al problema della Co2.
La Co2 sarebbe l'unico o il più grave agente inquinante? O forse è il gas che fa più comodo additare?
E per altro è anche il più facile da contrastare:
BASTEREBBE PIANTARE PIU' ALBERI PER CONTRASTARE LA CO2, ANZICHE' ABBATTERLI COME ACCADE IN OGNI CITTA' E ANCHE FUORI DALLE NOSTRE CITTA' - in particolare durante il lockdown, mentre chi correva in spiaggia veniva inseguito dall'esercito con gli elicotteri, venivano abbattute centinaia, e forse migliaia, di alberi.
Ora, a chiunque abbia il cervello un po' più grande di una nocciolina, dovrebbe essere noto e risultare evidente, che gli agenti inquinanti sono ben altri, molti di più e molto più nocivi della Co2.
Ma c'è un problema: la Co2 è l'unico gas che produciamo anche noi col semplice respirare, e pare ci siano diversi milionari che da anni sostengono che siamo troppi e che il pianeta non è abbastanza grande per tutti.
Beh, certo, anche perché loro hanno delle abitudini di consumo e inquinamento che equivalgono, per ognuno di loro, i consumi di un quartiere metropolitano per un anno...
Certo, con QUEL tenore di vita, il pianeta sarebbe troppo piccolo.
Ma quel tenore di vita è il risultato di un CAPITALISMO ESASPERATO, che È la causa della crisi ecologica e quindi NON ha i mezzi per risolverla, perché CERCA SOLO E UNICAMENTE di fare FARE BUSINESS.
Anche perché, come già detto, basterebbe piantare più alberi.
Adesso il nuovo nemico del green pare che sia diventato: l'agricoltura.
Coltivare la terra inquina, lo sapevate? Non i cantieri, le industrie, i jet privati... NOOOO!!!!
L'agricoltura.
E quindi gli agricoltori hanno preso a ribellarsi, pensa un po'. Però tv e giornali italiani non ne parlano, per il semplice fatto che non siamo veramente in democrazia. Se lo fossimo avremmo il diritto di essere informati su tutto, per poter valutare e comprendere.
Mentre al momento la maggioranza della gente non sa niente circa il trattato pandemico che l'oms sta approvando per poi imporlo a tutta la popolazione mondiale, mentre, nello stesso tempo, nessuno si sogna di vietare i biolaboratori in cui si pratica il gain of function dei virus e che a tratti, da quel che dice Fauci, parrebbe essere all'origine del covid. Chiaramente gli Usa accusano la Cina, così come la Cina ha alcune volte tentato di accusare gli Usa - il ché porterebbe a ritenere non improbabile una coresponsabilità.
Ad ogni modo, un popolo che si lascia privare del cibo sano, che non lotta contro dei laboratori da cui sfuggono virus più o meno pericolosi, che non vuole sapere cosa sia contenuto nei sieri sperimentali che viene costretto a subire... forse se la merita l'estinzione, no?
Io spero ancora che finalmente anche la maggioranza si renderà conto che chi governa DEVE renderci conto di quello che fa, del cibo che ci fa trovare nei supermercati, del prezzo che ha questo cibo, di quello che ci propone come cure e assistenza sanitaria e di come spende i nostri soldi.
Anche perché se sul pianeta e nell'universo ci sono così tante forme belle, perfette, che un nostro matematico ha decodificato con una sequenza (la sequenza si Fibonacci), forse la natura e l'universo sanno un po' meglio di noi cosa fanno e se dobbiamo studiare per millenni prima di capire come funziona, potrebbe convenire rispettare qualcosa di così speciale e migliore di qualsiasi nostra creazione.
Le fiabe tipiche siciliane ruotano attorno al personaggio di Giufà, in altre parti della Sicilia chiamato Vardiello.
Giufà in pratica era lo scemo del villaggio, non capiva niente, non era obbediente, era un po' ingordo, non sapeva discriminare... E la madre non aveva il tempo e la pazienza di spiegargli niente, di aiutarlo a discernere, a capire un po' meglio. Si occupava solo di arginarlo in qualche modo e di fargli fare quello che voleva lei (ossia di manipolarlo) mentendogli o dandogli indicazioni che lui avrebbe seguito un po' troppo alla lettera. Se poi, per pura e semplice fortuna, Giufà faceva qualcosa di buono, come ritrovare una pentola piena di monete d'oro, la madre gliela faceva sparire e poi architettava uno stratagemma per far sì che nessuno lo prendesse sul serio, sicché lo aveva tempestato di una pioggia di uva passa e fichi secchi.
Così, quando Giufà decideva di fare causa alla madre, per riavere almeno una parte dei soldi, nello spiegare cosa fosse successo aveva raccontato la sua storia senza senso, di un signor statua che gli aveva fatto avere una pentola di monete d'oro, e quando era successo? Il giorno che piovevano uva passa e fichi secchi.
Ora, queste fiabe danno il senso dell'idea di umorismo in Sicilia: mettere in ridicolo lo stupido, lo scecco (l'asino).
E guarda caso questo somaro è un bambino e chi lo raggira è la madre. E cosa fa la sua brava mamma? Gli ruba i soldi.
Non lo educa, non gli insegna nulla, lo deruba e fa in modo che passi per pazzo in tribunale.
La domanda è: quanta intelligenza c'è nel non educare i proprio figli dipingendogli un mondo fatto di furbi e fessi e tentando di farli ridere raccontandogli la storia di un bambino - come loro - che è completamente scemo e che viene raggirato dagli adulti e in particolare dalla madre?
Chi non ha cura dei propri figli non deve meravigliarsi se poi la società si imbarbarisce e anziché produrre virtù produce, nel migliore dei casi, distacco e indifferenza da parte di chi si è sentito trattare come un Giufà, non essendolo affatto, e nel peggiore dei casi può produrre dei Pietro Maso o altri pazzi più raffinati che creano virus e poi vendono i rimedi ai loro stessi veleni - per esempio...
Ieri sera mentre andavo al cinema è successa una cosa molto spiacevole: dei giovani tabbozzi si sono messi a imprecare contro una ragazza e le sue amiche, accusandola di essere una ladra. La ragazza stava seduta per i fatti suoi e manco rispondeva, era piuttosto attonita. Una signora straniera ha iniziato a chiedergli in inglese cosa volessero. I tabbozzi si sono presi la briga di spiegarglielo in inglese. La signora non poteva crederci e continuava a chiedergli "How can you say it?"Quelli continuavano a strillare - in una maniera veramente assurda, violenta, folle e preoccupante - "Scendete! Dovete scendere! Non potete stare qui! Ladre! Tu e le tue amiche!!!"... Qualche tizia attempata pareva pure approvare... Mi alzo, e dato che nessun altro lo fa, chiedo scusa alle ragazze da parte dei cavernicoli, che non erano in grado di farlo, e sottolineo che "PER FORTUNA NON SIAMO TUTTI COSì!" Al che una delle tipe che apprezzava i tabbozzi, non capendo, crede che io abbia parlato in favore dei tabbozzi... Le spiego che trovo allucinante una scena del genere! Un conto è cogliere una persona sul fatto mentre ruba, un'altra è accusare una sconosciuta, solo perché non è italiana... E la tipa mi dice: "Ma no, è perché le conoscono!"...
E mi torna in mente il video del sedicente cityangel mentre offriva un lavoro a una ragazza, per allontanarla dal vizio di borseggiare, ragazza che vagamente somigliava a quella che i tabbozzi hanno aggredito - ci somigliava, ma non credo affatto che si trattasse della stessa persona.
"Ma cosa conoscono? Ma per quel video assurdo in cui cmq anche lì non c'era nessuna prova??? Ma vi rendete conto che il passo successivo è la guerriglia urbana?"
Eh, sì, ammette la tipa, però... Insisto nel dire che sta roba è incivile e poi scendo.
Anche perché, mettiamo pure che una di quelle ragazze abbia rubato una o più volte, che si sia cioè trattato proprio di loro... questo esclude la possibilità che abbiano cambiato vita? Ma cosa siamo tornati nel medioevo? Con la differenza che lì nel villaggio si conoscevano tutti, qui siamo milioni in una città, ci sono un sacco di persone che si somigliano, e te magari le aggredisci sulla base di uno stupido video messo su instagram da una bestia?.... non ho parole...
Il film che sono andava a vedere per fortuna mi ha rincuorata. Dopo una fila infinita, a film quasi iniziato, entro. Una storia strampalatissima, surreale, tutti matti - A letto con Sartre. In pratica ci sono delle spece di mafiosetti, che trasportano merci, ogni tanto gambizzano o ammazzano i rivali e il capo di questi che vuole diventare un poeta per conquistare una cassiera del supermercato. Un altro suo scagnozzo che dovrebbe andare a recuperare dei prestiti a strozzo, ma poi si innamora della moglie del debitore, che nel frattempo era morto in maniera assurda durante una lite domestica. Quindi nasconde il cadavere. Ma poi altri rivali - attori che recitavano in coppia con la sua bella - insidiano la sua amata. E lui se ne libera a suo modo. Altri due scagnozzi organizzano la festa per il diciottesimo della figlia del boss, ma per farlo usano i metodi soliti della mala, perché le ragazzine non sono dell'idea, oppure offrono soldi - uno dei due legge libri di crescita spirituale sul pensiero positivo che interpreta a modo suo, tra uno strozzamento e l'altro...
Alla fine sto film scapestrato finisce a suo modo bene. Gli angoletti da Grand Guignol sono caricaturali, di plastilina... E tutti trovano il loro lieto fine. E ballano.
Il boss impara a scrivere una poesie decente e comprensibile, ma non le scrive più per la cassiera. Lo scagnozzo conquista la sua amata. La festa si fa.
E questa cosa m'ha fatto pensare che si può sempre cambiare nella vita, che niente ti obbliga a ripetere le stesse cose. Il ché forse è in generale il senso del cinema.
Tornata a casa, ho scritto un pezzetto di racconto:
"nella mia famiglia i problemi si risolvevano con l'isteria. a esser precisi questo avveniva nella famiglia di mia madre.
in quella di mio padre si risolvevano con una furia marziale da vichinghi.
mio padre giocando a fare il bucaniere tirò giù la credenza del soggiorno, sul tavolo buono, rischiando di ammazzare i presenti e mettendosi in salvo con un salto al grido di "si salvi chi puòòòò!!!"...
ero sempre molto fiera di questo racconto, mi fa morire dal ridere tuttora. ogni volta che lo sentivo pensavo: è proprio il mio papà! purtroppo però giunse implacabile la vendetta del nonno dio thor, che lo rincorse attorno ad un tavolino fino a quando il babbo cadde, si ruppe una gamba e il dio Thor si disse soddisfatto. era severo e implacabile, ma non sanguinario e spietato. era cmq un dio thor siculo, ossia africa del nord, e il caldo, si sa, tende a rammollire e intenerire. per fortuna!
a casa di mia madre la più piccola cosa diventava una tragedia: "miiiiiiizica! 'a tuvagghia lurdaaaasti! na malapianta cuttivai!...' e giù botte! niente fratture, ma abboffate di ceffoni a piene mani (tra parentesi: per futili motivi), quelle sì."
Adesso voglio uno sviluppo più lieto e surreale...